Casa di riposo "Pio e Ninetta Gavazzi": una nuova vita
DESIO - Si respira aria di ottimismo per la vecchia casa di riposo "Pio e Ninetta Gavazzi". Il presidente Enrico Origgi annuncia l'esistenza di contatti con cinque costruttori. Il desiderio è quello di creare una struttura da 80 posti letto oltre a mini alloggi per anziani autosufficienti
Era il 1919 quando la Casa di riposo "Pio e Ninetta Gavazzi" nacque da un dono della famiglia Gavazzi alla città. Era il 2007 quando l’ultimo anziano fu trasferito e l’edificio abbandonato. A quasi novant’anni dalla nascita e a dieci dalla chiusura, questo palazzo malconcio ma carico di storia potrebbe tornare a vivere. Ad annunciarlo è stato, giovedì mattina, il Consiglio direttivo dell’ente. "Abbiamo contatti con cinque costruttori – spiega il presidente Enrico Origgi – e siamo convinti che presto potremo affidare l’incarico e dare il via ai lavori".
Il progetto è ambizioso: "Parliamo di dieci milioni di euro – aggiunge la direttrice Mirella Mariani – per far rinascere una struttura di 6 mila metri quadrati e un parco storico di ottomila. Un grande investimento, con il quale creeremo 80 posti in più, ma anche mini alloggi per anziani ancora autosufficienti, ambulatori e letti per la riabilitazione e il sollievo dopo interventi chirurgici acuti".
Il bisogno è tanto: secondo un’inchiesta dell’Asl di Monza, sono 550 i posti letto per anziani non autosufficienti che mancano in Brianza. I 124 posti della nuova casa di riposo, in funzione dal 2003 in via Santa Liberata, non bastano e solo a Desio ne servirebbero cento in più. La necessità di risanare la vecchia casa di riposo che cade a pezzi ed è pure inagibile è stata sottolineata anche da una raccolta di firme finita sul tavolo del sindaco, Roberto Corti.
Il bisogno è tanto: secondo un’inchiesta dell’Asl di Monza, sono 550 i posti letto per anziani non autosufficienti che mancano in Brianza. I 124 posti della nuova casa di riposo, in funzione dal 2003 in via Santa Liberata, non bastano e solo a Desio ne servirebbero cento in più. La necessità di risanare la vecchia casa di riposo che cade a pezzi ed è pure inagibile è stata sottolineata anche da una raccolta di firme finita sul tavolo del sindaco, Roberto Corti.
Ma i nodi da scogliere sono ancora tanti. Non è ancora chiaro, per esempio, chi sarà il costruttore che realizzerà gli interventi. I costi inoltre sono enormi e, per rendere più appetibile l’operazione Origgi, Mariani e gli altri consiglieri stanno cercando fondi. Per questo vorrebbero invitare a Desio il vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala e l’assessore al Welfare, Giulio Gallera. Con la speranza che il Pirellone entri nel progetto staccando un maxi assegno. Si sta valutando anche l’ingresso di soci privati oppure il ricorso a un mega prestito da pagare in trent’anni.
Un altro grosso ostacolo è la complessità dei lavori.
"L’ex casa di riposo – prosegue Mariani – è un edificio da tutto rifare. Da cima a fondo. Di originale resterebbero solo la facciata e i muri esterni. Ma il 'corpo' dell’edificio verrà raso al suolo e rifatto secondo le nuove leggi e usando la tecnologia e i contenuti sanitari più moderni". Non sarà facile, ma un ostacolo è già stato superato: la Sovrintendenza alle Belle Arti ha dato l’ok.
"L’ex casa di riposo – prosegue Mariani – è un edificio da tutto rifare. Da cima a fondo. Di originale resterebbero solo la facciata e i muri esterni. Ma il 'corpo' dell’edificio verrà raso al suolo e rifatto secondo le nuove leggi e usando la tecnologia e i contenuti sanitari più moderni". Non sarà facile, ma un ostacolo è già stato superato: la Sovrintendenza alle Belle Arti ha dato l’ok.
In cerca di partner, i dirigenti hanno infine svelato in anteprima un progetto che coinvolgerà Comune di Desio, Ats (che opererà per conto di Regione), Asst, Casa Natale di Pio XI e Collegio Arcivescovile Pio XI. "Il protocollo d’intesa – preannuncia Origgi – sarà con ogni probabilità siglato a fine mese e avrà come coordinatore il sindaco di Desio, Roberto Corti".
Secondo le prime indiscrezioni, tre edifici oggi semi abbandonati e con urgenti necessità di ristrutturazione (ex casa di riposo di Corso Italia, Casa natale di Pio XI e ex Collegio arcivescovile Pio XI) potrebbero diventare la sede di una cittadella della salute, capace di dare una risposta alla fame crescente di servizi di alto livello per anziani. Sono ben nove gli edifici storici in disarmo nel centro storico di Desio e con questa operazione il sindaco Corti ne "accaserebbe" tre in una mossa.
Marco Mologni
Secondo le prime indiscrezioni, tre edifici oggi semi abbandonati e con urgenti necessità di ristrutturazione (ex casa di riposo di Corso Italia, Casa natale di Pio XI e ex Collegio arcivescovile Pio XI) potrebbero diventare la sede di una cittadella della salute, capace di dare una risposta alla fame crescente di servizi di alto livello per anziani. Sono ben nove gli edifici storici in disarmo nel centro storico di Desio e con questa operazione il sindaco Corti ne "accaserebbe" tre in una mossa.
Marco Mologni
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