Il Dalai Lama invoca un mondo migliore, la comunità cinese protesta contro la cittadinanza onoraria
Nel Teatro degli Arcimboldi ha conquistato tutti. Il Dalai Lama, intervenuto ieri mattina per parlare con i giovani studenti universitari, ha invocato un impegno comune per la costruzione di un mondo migliore. Intanto in strada la comunità cinese manifestava contro di lui
Il Dalai Lama ha conquistato gli studenti delle università lombarde. File con attese di almeno un’ora, controlli rigidissimi all’ingresso e un dispiegamento di forze dell’ordine degne di un Premio Nobel e di uno dei protagonisti della società e della politica internazionale.
Un tripudio di applausi e tante domande e curiosità hanno inondato il Dalai Lama che giovedì mattina ha tenuto una “lectio magistralis” al Teatro degli Arcimboldi.
Oltre due ore trascorse velocemente ascoltando l’intervento della guida mondiale dei buddisti che ha spaziato dalla politica all’ecologia, dall’economia alla scienza, dalla fede all’istruzione lanciando un messaggio di pace.
Destinatari del suo progetto di costruzione di un mondo migliori le migliaia di studenti intervenuti all’incontro. Sua Santità – come appunto viene definito il Dalai Lama - ha ricordato che “voi giovani avete l’opportunità di creare un mondo migliore. Il tempo scorre inesorabile, non possiamo cambiare il passato, ma possiamo fare qualche cosa per il futuro. Voi giovani del XXI secolo avete la responsabilità di creare un futuro migliore”.
Una responsabilità non da poco, un sogno che può diventare realtà nel momento in cui ciascuno di noi si sente uguale agli altri e parte dell’umanità. Al proposito il Dalai Lama ha spiegato il suo progetto per creare un mondo migliore.
“Non mi sento il Dalai Lama ma uno dei tanti monaci che approfondisce lo studio e la pratica del buddismo. Mi considero uno dei sette miliardi di uomini, uno tra i tanti e il futuro dell’individuo dipende dal futuro della collettività. Bisogna inoltre promuovere l’armonia religiosa nella consapevolezza che alla base di ogni credo esistono i medesimi sentimenti di amore, perdono e tolleranza. E infine bisogna investire sull’istruzione, sull’educazione fin dall’asilo puntando sull’essenza dell’uomo e non sul materialismo”.
Non sono mancati momenti di tensione. Infatti a poca distanza dal Teatro degli Arcimboldi la delegazione della comunità cinese di Milano aveva organizzato un presidio di protesta contro la decisione della giunta milanese guidata da Giuseppe Sala di conferire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama. Una scelta non apprezzata dalla comunità cinese e dall’ambasciata di Pechino facendo riemergere le tensioni in seguito all’occupazione del Paese asiatico da parte della Cina.
Non è una opposizione alla figura religiosa, ha spiegato il portavoce della comunità cinese di Milano, Francesco Whu. “Non abbiamo nulla contro il Dalai Lama ma ricordiamo che fin dall’antichità il Tibet era annesso alla Cina. Il nostro Paese sta investendo molto sul Tibet. Ci opponiamo alle strumentazioni politiche internazionali che si sono create attorno a questa vicenda”.
E mentre in piazza la comunità cinese, tra le più radicate ed economicamente importanti protestava, in teatro Sua Santità presentava il suo progetto per il futuro del Tibet. Ricordando di non essere assolutamente un secessionista.
“Non sono un separatista, ma questo per me non è il momento migliore per andare in Cina, se vado mi mettono in prigione. Vedo bene l’unione tra il Tibet e la Cina purché vengano preservati e garantiti i diritti, la difesa dell’ambiente, della lingua e della cultura buddista tibetana”.
Tante le perle di saggezza e di filosofia che Sua Santità ha dispensato nel corso della lezione. Invitando alla pace, alla tolleranza, al rispetto nella certezza che “tutti gli uomini sono uguali e tutti aspiriamo alla felicità”.
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