Lentate, la Giunta ricorda l'1 Maggio: "Fare rete per vincere la crisi"
Oggi in tutta Italia si celebra la Festa dei lavoratori. In un periodo come quello che stiamo vivendo attualmente c'è poco da brindare a dire il vero. La Giunta comunale, tuttavia, ha voluto inviare una lettera alla stampa per ricordare la festività e per fare un appello affinché tutti, istituzioni e Governo compresi, possano dedicare i loro sforzi al tentativo di risanare una situazione che sta mettendo in ginocchio le famiglie. E, alla fin fine, sta penalizzando l'uomo.
In questo 2013,...
Oggi in tutta Italia si celebra la Festa dei lavoratori. In un periodo come quello che stiamo vivendo attualmente c'è poco da brindare a dire il vero. La Giunta comunale, tuttavia, ha voluto inviare una lettera alla stampa per ricordare la festività e per fare un appello affinché tutti, istituzioni e Governo compresi, possano dedicare i loro sforzi al tentativo di risanare una situazione che sta mettendo in ginocchio le famiglie. E, alla fin fine, sta penalizzando l'uomo.
In questo 2013, celebrare il 1° maggio quale Festa dei Lavoratori potrebbe proprio apparire fuori luogo. Il mondo del lavoro non ha veramente molto da festeggiare. Eppure è importante prendere parola in questa occasione, per ribadire alcuni concetti ed indicare alcune tracce in merito al tema lavoro.
La mancanza ormai strutturale del lavoro, la precarizzazione dei contratti, la cifra dei licenziamenti che nel 2012 ha prepotentemente sfondato quota un milione di posti di lavoro persi, sono segnali di un Paese che ha bisogno di una cura urgente per non soccombere.
Non è solo la crisi economica e finanziaria a determinare questa assenza di prospettive, ma anche e soprattutto una politica incapace di operare scelte e un sistema bancario che non supporta gli investimenti volti allo sviluppo.
Per troppo tempo abbiamo avuto un sistema bancario ripiegato sulla finanza, imprenditori attratti dal guadagno a breve termine, politici incapaci di prospettiva, che hanno favorito l’investimento in Borsa anziché in capacità produttiva. Per uscire dalla crisi bisogna investire sulle risorse umane, sul lavoro e sui lavoratori.
Ciò significa in primo luogo che la donna o l'uomo che perde il lavoro, non può, non deve perdere la dignità.
E' necessario fare rete e associazionismo, sindacati, consumatori, imprenditori che siano attenti alle loro risorse umane e aperti all’investimento in intelligenza anziché in Borsa. Senza steccati, mettendo insieme le forze verso il comune obiettivo di generare soldi e futuro con il lavoro e non con la finanza.
La proposta lanciata da Confindustria di una alleanza fra lavoratori e imprese e la campagna volta a sostenere la proposta di legge d’iniziativa popolare finalizzata all’emersione della legalità ed alla tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata vanno nella direzione dell’avvio di nuove imprese individuali o in forma cooperativa.
E’ tempo di parlare di lavoro in primo luogo per chi il lavoro non ce l’ha, non l’ha mai avuto o anche quando ce l’ha, lo vive come una sorta di percorso ad ostacoli pieno di insidie, pericoli e incertezze.
E’ ora di occuparsi davvero del lavoro per quello che è per le nuove generazioni e per quelle che verranno, offrendo occasioni per condividere dubbi e incertezze sulla propria carriera lavorativa
Non sottraiamoci al compito di indicare ai decisori politici ed economici alcune linee di impegno volte ad alimentare lo sviluppo ed il lavoro.
Affermiamo con determinazione che ogni sforzo teso al recupero di produttività vada indirizzato alla creazione di nuovi posti di lavoro: tutti gli incentivi alle imprese, così come un auspicabile alleggerimento del cuneo fiscale e contributivo del lavoro, vanno pensati ed organizzati in maniera da favorire un allargamento della base produttiva e di conseguenza della base contributiva e fiscale.
Nel breve periodo chiediamo al nuovo Governo di agire con urgenza rispetto a due punti: in primo luogo devono essere rifinanziati gli ammortizzatori in deroga, in assenza dei quali si aprirebbe un baratro capace di inghiottire milioni di famiglie.
Inoltre deve essere profuso un impegno straordinario parchè le Pubbliche amministrazioni possano saldare i debiti con le aziende commerciali: non è ammissibile che le imprese che vendono servizi e prodotti a clienti pubblici non vedono riconosciuto il corrispettivo del proprio lavoro, il lavoro va pagato, in modo giusto e puntuale e le Pubbliche Amministrazioni devono però poter accedere a quanto hanno accantonato.
Esprimiamo la volontà di parlare meno di lavoro e di fare di più per esso, camminando per quanto possibile accanto a chi il lavoro non ce l’ha oppure è oppresso da una precarietà senza reti, auspicando di non rimanere soli in questo delicato compito”.
La Giunta comunale di Lentate sul Seveso
In questo 2013, celebrare il 1° maggio quale Festa dei Lavoratori potrebbe proprio apparire fuori luogo. Il mondo del lavoro non ha veramente molto da festeggiare. Eppure è importante prendere parola in questa occasione, per ribadire alcuni concetti ed indicare alcune tracce in merito al tema lavoro.
La mancanza ormai strutturale del lavoro, la precarizzazione dei contratti, la cifra dei licenziamenti che nel 2012 ha prepotentemente sfondato quota un milione di posti di lavoro persi, sono segnali di un Paese che ha bisogno di una cura urgente per non soccombere.
Non è solo la crisi economica e finanziaria a determinare questa assenza di prospettive, ma anche e soprattutto una politica incapace di operare scelte e un sistema bancario che non supporta gli investimenti volti allo sviluppo.
Per troppo tempo abbiamo avuto un sistema bancario ripiegato sulla finanza, imprenditori attratti dal guadagno a breve termine, politici incapaci di prospettiva, che hanno favorito l’investimento in Borsa anziché in capacità produttiva. Per uscire dalla crisi bisogna investire sulle risorse umane, sul lavoro e sui lavoratori.
Ciò significa in primo luogo che la donna o l'uomo che perde il lavoro, non può, non deve perdere la dignità.
E' necessario fare rete e associazionismo, sindacati, consumatori, imprenditori che siano attenti alle loro risorse umane e aperti all’investimento in intelligenza anziché in Borsa. Senza steccati, mettendo insieme le forze verso il comune obiettivo di generare soldi e futuro con il lavoro e non con la finanza.
La proposta lanciata da Confindustria di una alleanza fra lavoratori e imprese e la campagna volta a sostenere la proposta di legge d’iniziativa popolare finalizzata all’emersione della legalità ed alla tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata vanno nella direzione dell’avvio di nuove imprese individuali o in forma cooperativa.
E’ tempo di parlare di lavoro in primo luogo per chi il lavoro non ce l’ha, non l’ha mai avuto o anche quando ce l’ha, lo vive come una sorta di percorso ad ostacoli pieno di insidie, pericoli e incertezze.
E’ ora di occuparsi davvero del lavoro per quello che è per le nuove generazioni e per quelle che verranno, offrendo occasioni per condividere dubbi e incertezze sulla propria carriera lavorativa
Non sottraiamoci al compito di indicare ai decisori politici ed economici alcune linee di impegno volte ad alimentare lo sviluppo ed il lavoro.
Affermiamo con determinazione che ogni sforzo teso al recupero di produttività vada indirizzato alla creazione di nuovi posti di lavoro: tutti gli incentivi alle imprese, così come un auspicabile alleggerimento del cuneo fiscale e contributivo del lavoro, vanno pensati ed organizzati in maniera da favorire un allargamento della base produttiva e di conseguenza della base contributiva e fiscale.
Nel breve periodo chiediamo al nuovo Governo di agire con urgenza rispetto a due punti: in primo luogo devono essere rifinanziati gli ammortizzatori in deroga, in assenza dei quali si aprirebbe un baratro capace di inghiottire milioni di famiglie.
Inoltre deve essere profuso un impegno straordinario parchè le Pubbliche amministrazioni possano saldare i debiti con le aziende commerciali: non è ammissibile che le imprese che vendono servizi e prodotti a clienti pubblici non vedono riconosciuto il corrispettivo del proprio lavoro, il lavoro va pagato, in modo giusto e puntuale e le Pubbliche Amministrazioni devono però poter accedere a quanto hanno accantonato.
Esprimiamo la volontà di parlare meno di lavoro e di fare di più per esso, camminando per quanto possibile accanto a chi il lavoro non ce l’ha oppure è oppresso da una precarietà senza reti, auspicando di non rimanere soli in questo delicato compito”.
La Giunta comunale di Lentate sul Seveso