L'aiuto viene dal cielo: i droni cureranno la salute del Seveso

MONZA - Un metodo rivoluzionario per curare le acque del Seveso, migliorarne la qualità, evitare le esondazioni: Brianzacque "esplorerà" il Certesa e la tratta del Seveso da Lentate a Varedo utilizzando i droni

Cinquantadue chilometri da Cavallasca a Milano. E se nel primo tratto le acque sono cristalline, quando si avvicina a Milano il Seveso si merita ancora il nome con cui è celebre: il "fiume nero". Tra i problemi non c’è solo l’inquinamento: anche il fenomeno delle esondazioni negli ultimi anni è costato caro a Milano e a tanti comuni della Brianza. Ora un progetto di Brianzacque – il gestore unico dei rubinetti della Brianza – prova a fare arrivare la soluzione dall’alto. Chi inquina, potrà essere scoperto da uno dei droni che volteggeranno sui cieli sopra il Seveso.

"L’obiettivo del progetto BrianzaStream – spiega il presidente Enrico Boerci – è di riportare le acque del Seveso e del suo affluente Certesa al loro stato primigenio". La novità è che i naturalisti e i tecnici fluviali avranno un’alleata in più: l’alta tecnologia 4.0. Il crono programma è già stato steso nei particolari. Nella prima fase, tra luglio e agosto, saranno effettuati i sopralluoghi per decidere, in accordo con Enac (l’ente nazionale per l’aviazione civile) le aree di decollo e atterraggio dei droni. Nella seconda fase - tra settembre e novembre - i droni inizieranno a perlustrare il torrente. 

Già a dicembre gli "occhi elettronici" offriranno i primi risultati, su un tratto di 18 chilometri "osservato speciale" tra i sette comuni di Barlassina, Bovisio Masciago, Cesano Maderno, Lentate sul Seveso, Meda, Seveso e Varedo. Soddisfatto il neo sindaco di Cesano, Maurilio Longhin: "Uno dei segnali di salute di un territorio è il colore delle acque. E su questo fronte potremo fare grandi passi avanti".

Un anno la durata del progetto, 35 mila euro il costo. L’appalto è stato assegnato alla Overfly di Padova, una startup specializzata nel pilotaggio di piccoli aeromobili. 

Un’idea originale, ma non solo: un passo avanti importante. "Finora – aggiunge Cornelia di Finizio – scoprire gli inquinatori del Seveso era possibile solo con un lavoro sul campo. Peggio ancora individuare i punti che ostruivano l’alveo, creando le premesse per le esondazioni. Ora i droni moltiplicheranno le possibilità degli occhi e delle gambe dei nostri tecnici. Per la prima volta sarà possibile effettuare un censimento degli scarichi, riuscendo a ricavare dalle acque preziosi dati sulla salute del fiume, e monitorando per la prima volta zone impervie e irraggiungibili all’uomo". Il risultato finale sarà il Sit (Sistema Informatico Territoriale), una mappa virtuale del fiume già pronta nel 2018.

Marco Mologni


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