La Cgil in piazza contro i voucher: "Dal Governo uno schiaffo ai cittadini"
MONZA - Con un decreto erano state evitate le urne: niente referendum con l'abolizione dei voucher. Scongiurata questa possibilità, però, ora il Governo inserisce di nuovo questo strumento in una finanziaria. Dalla Cgil promettono battaglia
Più che arrabbiati. Si sentono addirittura derisi. Per questo motivo domani mattina, giovedì 1, i lavoratori iscritti alla Cgil di Monza e Brianza scenderanno in piazza per fare sentire il loro malcontento e farlo giungere fino alle orecchie del Prefetto Giovanna Vilasi.
Oggetto del disappunto sono i voucher lavoro o, meglio, l'atteggiamento del Governo in merito alle politiche del lavoro. "Un comportamento arbitrario - commentano dalla Cgil - ma anche illegittimo. Il Governo dopo aver decretato la fine dei voucher con un decreto, al solo scopo di evitare il nostro referendum, ripropone lo stesso strumento dentro una manovra finanziaria sulla quale chiede la fiducia alla Camera".
“Un comportamento inusitato e senza precedenti – sostiene Maurizio Laini, segretario generale della CGIL -, una presa in giro per i tre milioni di elettori che avevano firmato per avere una consultazione popolare e uno schiaffo sonoro alla Costituzione (al suo art.75). Il rispetto della Costituzione diventa opzionale; le regole della democrazia un dettaglio: al di là dei voucher – che continuiamo a ritenere uno strumento gravemente lesivo dei diritti dei lavoratori – sono in discussione le regole democratiche del Paese e la loro esigibilità per tutti. La politica, in questo Paese, pretende in questo modo di fare quello che vuole in barba al parere dei cittadini”.
Oggetto del disappunto sono i voucher lavoro o, meglio, l'atteggiamento del Governo in merito alle politiche del lavoro. "Un comportamento arbitrario - commentano dalla Cgil - ma anche illegittimo. Il Governo dopo aver decretato la fine dei voucher con un decreto, al solo scopo di evitare il nostro referendum, ripropone lo stesso strumento dentro una manovra finanziaria sulla quale chiede la fiducia alla Camera".
“Un comportamento inusitato e senza precedenti – sostiene Maurizio Laini, segretario generale della CGIL -, una presa in giro per i tre milioni di elettori che avevano firmato per avere una consultazione popolare e uno schiaffo sonoro alla Costituzione (al suo art.75). Il rispetto della Costituzione diventa opzionale; le regole della democrazia un dettaglio: al di là dei voucher – che continuiamo a ritenere uno strumento gravemente lesivo dei diritti dei lavoratori – sono in discussione le regole democratiche del Paese e la loro esigibilità per tutti. La politica, in questo Paese, pretende in questo modo di fare quello che vuole in barba al parere dei cittadini”.
Domani mattina la CGIL sarà con un gazebo e un folto presidio di lavoratori in via Italia a Monza, distribuendo volantini contenenti l’appello del sindacato ai cittadini, alla Corte Costituzionale, al Presidente della Repubblica affinché il paese intero vigili sull’applicazione delle proprie regole fondamentali. La CGIL promuoverà una raccolta di firme in calce a questo appello: a Monza e nei prossimi giorni in diversi centri della Provincia.
A livello nazionale – qualora il Parlamento decida di andare avanti per la sua strada - sono pronti un ricorso alla Corte Costituzionale e l’appello al Presidente della Repubblica perché valuti di impedire la promulgazione del testo in conflitto con l’art. 75 della Costituzione. E’ prevista anche una grande manifestazione nazionale, a Roma, il prossimo 17 giugno.
Nel corso della mattinata di domani, alle 10,30, una delegazione della CGIL sarà ricevuta dal Prefetto Giovanna Vilasi.
“Illustreremo al Prefetto i contenuti e le motivazioni della nostra iniziativa – continua il segretario generale della CGIL – chiedendole di riportare al Governo le nostre fortissime preoccupazioni per la scorrettezza che potrebbe consumarsi nei prossimi giorni. Le segnaleremo come, ancora una volta, è sulla pelle dei lavoratori, sulle questioni relative al lavoro, che si giocano partite politiche assolutamente disinvolte. Lavoro e lavoratori non contano niente…..”.
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