Seregno: Mariani alza la matita per Charlie Hebdo e attacca la sinistra
«Le anime belle della sinistra che oggi si stracciano le vesti davanti alla strage di Parigi dov’erano il 15 febbraio del 2006?». Parte da qui il ragionamento del sindaco
Giacinto Mariani sull’attacco islamico al «Charlie Hebdo». «Nove anni fa – spiega Mariani - Roberto Calderoli, allora ministro per le Riforme, al Tg1 delle 20 mostrò una maglietta con le vignette satiriche su Maometto, pubblicate sul quotidiano danese Jyllands-Posten. Calderoli fu minacciato di morte da Al ...
«Le anime belle della sinistra che oggi si stracciano le vesti davanti alla strage di Parigi dov’erano il 15 febbraio del 2006?». Parte da qui il ragionamento del sindaco
Giacinto Mariani sull’attacco islamico al «Charlie Hebdo». «Nove anni fa – spiega Mariani - Roberto Calderoli, allora ministro per le Riforme, al Tg1 delle 20 mostrò una maglietta con le vignette satiriche su Maometto, pubblicate sul quotidiano danese Jyllands-Posten. Calderoli fu minacciato di morte da Al Qaeda e contro di lui di alcuni iman lanciarono delle fat?w?. La nostra era una battaglia per la libertà, ma l’isolamento intorno a Calderoli fu totale». Un filo rosso, dunque, collega secondo Mariani l’ex ministro per le Riforme ai giornalisti di Charlie Hebdo: «Oggi impugno una matita – dichiara il sindaco - perché voglio sostenere il lavoro dei giornalisti del giornale satirico francese: anche loro combattevano, con le armi della satira, una guerra per la libertà dell’Europa e dell’Occidente». Poi Mariani allarga lo sguardo allo scenario che emerge dall’attentato: «La strage di mercoledì è un attacco alla libertà di stampa, ma non solo. La democrazia e la nostra libertà sono in pericolo. I terroristi islamici hanno mandato un messaggio chiaro all’occidente: Charlie Hebdo è come l’attentato di Sarajevo, uno spartiacque tra un prima e un dopo. Niente sarà come prima del 7 gennaio 2015. Siamo in guerra e pertanto dobbiamo rispondere con le armi».
Giacinto Mariani sull’attacco islamico al «Charlie Hebdo». «Nove anni fa – spiega Mariani - Roberto Calderoli, allora ministro per le Riforme, al Tg1 delle 20 mostrò una maglietta con le vignette satiriche su Maometto, pubblicate sul quotidiano danese Jyllands-Posten. Calderoli fu minacciato di morte da Al Qaeda e contro di lui di alcuni iman lanciarono delle fat?w?. La nostra era una battaglia per la libertà, ma l’isolamento intorno a Calderoli fu totale». Un filo rosso, dunque, collega secondo Mariani l’ex ministro per le Riforme ai giornalisti di Charlie Hebdo: «Oggi impugno una matita – dichiara il sindaco - perché voglio sostenere il lavoro dei giornalisti del giornale satirico francese: anche loro combattevano, con le armi della satira, una guerra per la libertà dell’Europa e dell’Occidente». Poi Mariani allarga lo sguardo allo scenario che emerge dall’attentato: «La strage di mercoledì è un attacco alla libertà di stampa, ma non solo. La democrazia e la nostra libertà sono in pericolo. I terroristi islamici hanno mandato un messaggio chiaro all’occidente: Charlie Hebdo è come l’attentato di Sarajevo, uno spartiacque tra un prima e un dopo. Niente sarà come prima del 7 gennaio 2015. Siamo in guerra e pertanto dobbiamo rispondere con le armi».