Muggiò 1968: il caso della bugiarda reclusa
Accusa il fidanzato di tenerla rinchiusa in casa da tre mesi ma si era inventata tutto: era solo per farsi sposare. Storia di una fidanzata che lavora e del suo uomo che non la sposa perché... disoccupato.
Una banale lite fra due innamorati ha messo in moto i
carabinieri di Lissone che soltanto a tarda sera hanno potuto chiarire un grosso
equivoco: in un primo tempo infatti, sembrava che la donna, vittima della
gelosia del fidanzato, fosse segregata in casa, da più di tre mesi. La verità è
un'altra: la giovane aveva avuto un litigio, seguito da qualche ceffone, con
l'uomo che aveva promesso
di .sposarla. Risentita di questo la donna aveva avvertito un fratello che vive
a Vicenza incitandolo a presentare un esposto ai carabinieri. Protagonisti di
questa vicenda sono stati la trentacinquenne Angela Randon originaria di
Vicenza e il suo fidanzato Calogero Lillo, di 32 anni, da Palermo che vivono
insieme in una villetta di via Libertà 26 a Muggiò: lei era impiegata come
cassiera in un supermercato di Milano mentre lui non aveva un lavoro stabile.
La donna sperava che la loro relazione si concludesse con un regolare
matrimonio ma Calogero Lillo aveva sempre tergiversato dicendo che senza un
lavoro fisso si sarebbe trovato in condizioni di inferiorità rispetto alla
moglie che portava a casa uno stipendio. Di qui le liti frequenti alimentate
anche dalla gelosia del giovane siciliano. La Randon per convincere
l'innamorato della sua fedeltà aveva così abbandonato il lavoro e si era chiusa
volontariamente in casa uscendo soltanto per la spesa. Nei giorni scorsi tra i
due era scoppiata un'ennesima lite al termine della quale l'uomo aveva dato due
sonori ceffoni alla fidanzata. La donna allora aveva avvertito un fratello che
giunto a Muggiò e saputo quanto era accaduto andava dai carabinieri raccontando
che la sorella da più di tre mesi era praticamente tenuta segregata in casa dal
fidanzato. Calogero Lillo rintracciato è caduto dalle nuvole. (dagli archivi storici de "La Stampa")