Ago e filo: la professione del futuro parte dagli insegnamenti della nonna
MONZA - In tempo di crisi bisogna aguzzare l’ingegno. Inventarsi una professione, o tirare nuovamente fuori dal cassetto quelle competenze magari apprese da bambine. Quando, soprattutto le quarantenni di oggi, imparavano dalle nonne a mettere un bottone oppure a cucire l’orlo della gonna.
Il mestiere della nonna. Oggi quella competenza sartoriale, anche se minima, risulta preziosa potendo trasformarsi, con un po’ di passione e di esercizio, in una professione spendibile anche sul mercato.
E per gli scettici l’appuntamento è fissato per venerdì 20 novembre, dalle 15 alle 19 nel Centro civico di via D’Annunzio nel quartiere di San Rocco. Nell’occasione verranno presentati i lavori realizzati dalle partecipanti al laboratrio di sartoria sostenibile organizzato all’interno del progetto “Il Ditale”.
Il progetto, finanziato in parte dalla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus, ha visto il coinvolgimento dell’Associazione Irene e dell’Associazione volontari Caritas Monza. “L’obiettivo è contribuire al reinserimento sociale e lavorativo delle donne – si legge nel documento della Fondazione – Giovani e adulte, italiane e migranti, in situazioni di disagio, disoccupate o inoccupate”. Un progetto che permette alle donne di apprendere competenze professionali poi spendibili nel mondo del lavoro, nel settore etico-sostenibile. Il rilancio della propria vita partendo dall’attività lavorativa, e in particolare dal mondo dell’artigianato in un settore, quello creativo e del riuso, che in questo momento di crisi riesce, comunque, a trovare spazi di rilancio e di commercio.
Una professionalità acquisita attraverso il laboratorio di sartoria artigianale creativa della durata di 120 ore.
E adesso le provette sarte si mettono in mostra con l’evento di venerdì 20 novembre durante il quale presenteranno le loro creazioni; alle 16 una pausa per la merenda preparata dalla Comunità Albachiara e dalle 17 alle 19 un momento di confronto durante il quale le donne racconteranno le loro esperienze di vita e di lavoro.
Infine fino all’11 dicembre tutti i venerdì, dalle 13.30 alle 17, sarà allestito nel Centro civico di via D’Annunzio uno spazio di co-working dedicato alla sartoria sostenibile.
E per gli scettici l’appuntamento è fissato per venerdì 20 novembre, dalle 15 alle 19 nel Centro civico di via D’Annunzio nel quartiere di San Rocco. Nell’occasione verranno presentati i lavori realizzati dalle partecipanti al laboratrio di sartoria sostenibile organizzato all’interno del progetto “Il Ditale”.
Il progetto, finanziato in parte dalla Fondazione della Comunità di Monza e Brianza Onlus, ha visto il coinvolgimento dell’Associazione Irene e dell’Associazione volontari Caritas Monza. “L’obiettivo è contribuire al reinserimento sociale e lavorativo delle donne – si legge nel documento della Fondazione – Giovani e adulte, italiane e migranti, in situazioni di disagio, disoccupate o inoccupate”. Un progetto che permette alle donne di apprendere competenze professionali poi spendibili nel mondo del lavoro, nel settore etico-sostenibile. Il rilancio della propria vita partendo dall’attività lavorativa, e in particolare dal mondo dell’artigianato in un settore, quello creativo e del riuso, che in questo momento di crisi riesce, comunque, a trovare spazi di rilancio e di commercio.
Una professionalità acquisita attraverso il laboratorio di sartoria artigianale creativa della durata di 120 ore.
E adesso le provette sarte si mettono in mostra con l’evento di venerdì 20 novembre durante il quale presenteranno le loro creazioni; alle 16 una pausa per la merenda preparata dalla Comunità Albachiara e dalle 17 alle 19 un momento di confronto durante il quale le donne racconteranno le loro esperienze di vita e di lavoro.
Infine fino all’11 dicembre tutti i venerdì, dalle 13.30 alle 17, sarà allestito nel Centro civico di via D’Annunzio uno spazio di co-working dedicato alla sartoria sostenibile.