Michela Cima, diciottenne pattinatrice monzese ha conquistato la medaglia di bronzo nella specialità libero categoria juniores ai Campionati Italiani di pattinaggio artistico a rotelle. A Roccaraso, al suo esordio nella categoria juniores, Michela torna sul podio (dopo un difficile 2014 costellato da infortuni) alle spalle della campionessa del mondo, la bresciana Letizia Ghiroldi e della friulana Gioia Girardi entrambe al secondo anno di categoria.

Michela che a maggio aveva già conquistato la medaglia di bronzo ai nazionali di obbligatori, convince anche nel libero, imponendosi con grinta e determinazione su 25 agguerritissime avversarie provenienti da ogni parte d’Italia. Sesta dopo il programma corto, in cui ha commesso due errori tecnici, la neo maggiorenne pattinatrice monzese si è resa artefice di una grande rimonta, pattinando in maniera impeccabile il suo long program sulle musiche di Tron eseguendo, in piena velocità e sicurezza, combinazioni di salti doppi e tripli interi.

“Sono felicissima, ancora non ci credo”, afferma Michela avvicinata pochi minuti prima della premiazione. “Arrivavo da un anno buio, ho dovuto superare infortuni e sconfitte, ma questo sport è la mia vita e  volevo riscattarmi. Ci ho messo tutta me stessa e questa medaglia ripaga me, i miei genitori e il mio allenatore Michele Terruzzi – che ci tengo a ringraziare pubblicamente - di tanti sacrifici”.

Michela Cima, che avrebbe ampiamente vinto il titolo di combinata (se la FIHP non l’avesse tolto dal regolamento per le categorie junior e senior proprio da quest’anno) si trova ora con due medaglie di bronzo e un enorme carico di responsabilità per gli imminenti campionati europei.

“In campo internazionale la combinata non è stata tolta per cui confido sinceramente in una convocazione per Michela sia nel libero che negli obbligatori ai Campionati Europei” – afferma Michele Terruzzi  allenatore del Pattinaggio Cornate d’Adda e Tecnico della nazionale italiana. “Mi auguro che con questo risultato Michela possa aver ritrovato quella sicurezza e quella giusto dose di cattiveria che sono indispensabili per gareggiare ad alti livelli” – conclude soddisfatto Terruzzi.