Vimercate 1959. Muoiono 3 gemellini ma l'ospedale è scagionato
VIMERCATE - Un salto indietro nel tempo. L'inchiesta sulla morte dei tre gemelli immaturi di Agrate Brianza. Il ministro della sanità Giardina scagiona l’ospedale di Vimercate che non ha voluto accettarli.
(tratto dall'archivio storico de La Stampa)
2 novembre 1959
Non esistono responsabilità a carico dell'ospedale di Vimercate nella pietosa vicenda che determinò la morte dei tre gemelli di Agrate Brianza. Questa è la conclusione alla quale è giunto il ministro della Sanità sen. Giardina, nella sua risposta inviata in questi giorni all'on. Aldo Buzzelll di Monza, che aveva presentato un'Interpellanza in merito. Come si ricorderà, la mattina della domenica 26 luglio scorso, la signora Gemma Appiani, di 24 anni, dava alla luce, nella sua casa di via Ferrarlo 60 ad Agrate Brianza tre gemelli maschi immaturi. Il medico condotto del paese, dott. Pignacca, che assisteva la partoriente, constatate le precarie condizioni dei neonati ne ordinava l'immediato ricovero all'ospedale di Vimercate. Il padre dei bimbi, Lino Ornago, di 32 anni, trasportava in pochi minuti con la sua automobile le tre creaturine all'ospedale indicato, ma il medico di servizio al reparto maternità, dott. Giorgio Bombich, rifiutava di ricoverare i neonati dichiarando che l'ospedale, per regolamento, non poteva ricevere bimbi immaturi nati al di fuori dei suoi reparti. Cosi almeno sosteneva, nella denuncia presentata al carabinieri, il signor Mario Appiani, cognato dell'Ornago. La denuncia ha dato l'avvio all'inchiesta della magistratura. Dal canto suo il dott. Bombich ha detto invece di avere consigliato l'Ornago di trasportare 1 bimbi a Milano, dove soltanto esistevano cliniche in grado di garantire al gemelli qualche possibilità di sopravvivenza. Sta di fatto che, mentre l'Ornago correva a velocità elevata verso Milano, due dei bambini spiravano mentre il terzo decedeva qualche ora più tardi nella clilnica Mangiagalli. L'autopsia praticata dal professor Basile sulle tre piccole salme per ordine del Procuratore della Repubblica di Monza, attribuì la morte ad asfissia per mancanza di ossigeno. Dal canto loro i carabinieri poterono accertare che la mattina di quella domenica, presso l'ospedale di Vimercate, era libera e in grado di funzionare una incubatrice a due posti. L'istruttoria aperta dal Procuratore della Repubblica di Monza in seguito alla morte del tre gemelli non è ancora stata chiusa. Proprio in questi giorni anzi si attende che venga depositata presso la segreteria penale della Procura la perizia che fu affidata ad alcuni professori dell'Università di Milano. Unicamente in base ai risultati della perizia si potrà dire se esistono o meno responsabilità penali. La risposta del ministro all'interpellanza dell'avv. Buzzelli sembra pertanto precorrere quelle che saranno le conclusioni della magistratura. Dopo avere sottolineato che l'ospedale di Vimercate, pur essendo di antica costruzione, è in buone condizioni di efficienza e dispone anche di culle termostatiche per nati prematuri, il ministro aggiunge infatti: «Il mancato ricovero del tre gemelli nell'ospedale civile di Vimercate non è stato determinato da insufficienze nell'attrezzatura sanitaria, ma dal fatto che al momento del trasporto dei tre gemelli il medico di servizio ritenne, dato lo stato di grave immaturità dei soggetti, che fosse preferibile il loro invio presso uno dei due centri pilota per immaturi e prematuri esistenti a Milano, che risultano altamente qualificati e attrezzati con tutti gli apprestamenti tecnici ed assistenziali idonei anche per i casi più gravi, come appunto quello in questione. Non sembra che dal caso in esame possa scaturire la necessità di particolari provvedimenti. Infatti, tenuto conto della notevole vicinanza (circa venti minuti) dei due centri pilota per l'assistenza agli immaturi e prematuri funzionanti presso la clinica pediatrica dell'Università di Milano e presso l’istituto provinciale di protezione e assistenza all'infanzia, si può ritenere superflua la creazione di una clinica pediatrica specializzata presso l'ospedale di Vimercate». Dopo di avere dichiarato che da una recente massiccia rilevazione si desume che in Italia l'attrezzatura ospedaliera nel complesso risulterebbe sufficiente a garantire il normale funzionamento degli Istituti di cura, il ministro conclude: «In definitiva si ritiene che l'episodio menzionato, anche se ha avuto riflessi indubbiamente negativi- sull'opinione pubblica, non possa chiamare in causa deficienze od omissioni da parte dell'ospedale di Vimercate, né dare adito ad Illazioni gratuite sull'attrezzatura e sul funzionamento degli istituti di cura in Italia».