Espugnato il fortino della droga: 32 persone in carcere
CINISELLO BALSAMO - Una spettacolare operazione, con l'impiego di 250 uomini, elicotteri, unità cinofile, martedì ha permesso alla Polizia di Stato di espugnare i palazzi di Sant'Eusebio. Un vero e proprio fortino della droga. Trentadue le persone arrestate
Tre blocchi da 10 piani, disposti a ferro di cavallo, con tanto di sentinelle e di ruoli assegnati in modo gerarchico e con una struttura quasi "militare": i palazzi di Sant'Eusebio a Cinisello Balsamo, un vero e proprio fortino della droga, erano davvero inaccessibili. Lo sembravano anche per le forze dell'ordine, ma martedì la Polizia di Stato ha voluto dare un messaggio molto chiaro: la legalità prevale sempre. Trentadue le persone finite in carcere.
E' l'esito di un'operazione davvero pericolosa e altamente spettacolare. Per espugnare quello che a tutti gli effetti può essere paragonato a un fortino è stato impegnato quasi uno spiegamento di forze da guerra: 250 rappresentanti delle forze dell'ordine, compresi i migliori reparti, gli elicotteri e le unità cinofile.
Di fronte a un'operazione così massiccia, nemmeno la rigida organizzazione del fortino è riuscita a reggere. Arrivare con poche pattuglie solo da terra era impensabile. C'erano le sentinelle in bicicletta, organizzate in turni e pagate 10 euro l'ora. Ma ai palazzi tutto era organizzato: c'erano gli addetti allo spaccio, quelli che si dedicavano all'approvvigionamento di hashish e cocaina (5 chili alla settimana), gli assaggiatori. Uno, in particolare, detto "Palla di lardo", era quello che emetteva il giudizio finale sulla qualità della droga da vendere. C'erano anche i supervisori. A capo di tutto il "nano": un ragazzo di soli 26 anni, aiutato dalla mamma che custodiva gli incassi, murandoli nella parete di casa. C'erano perfino i legali di fiducia che l'organizzazione metteva a disposizione in caso di necessità.
E' l'esito di un'operazione davvero pericolosa e altamente spettacolare. Per espugnare quello che a tutti gli effetti può essere paragonato a un fortino è stato impegnato quasi uno spiegamento di forze da guerra: 250 rappresentanti delle forze dell'ordine, compresi i migliori reparti, gli elicotteri e le unità cinofile.
Di fronte a un'operazione così massiccia, nemmeno la rigida organizzazione del fortino è riuscita a reggere. Arrivare con poche pattuglie solo da terra era impensabile. C'erano le sentinelle in bicicletta, organizzate in turni e pagate 10 euro l'ora. Ma ai palazzi tutto era organizzato: c'erano gli addetti allo spaccio, quelli che si dedicavano all'approvvigionamento di hashish e cocaina (5 chili alla settimana), gli assaggiatori. Uno, in particolare, detto "Palla di lardo", era quello che emetteva il giudizio finale sulla qualità della droga da vendere. C'erano anche i supervisori. A capo di tutto il "nano": un ragazzo di soli 26 anni, aiutato dalla mamma che custodiva gli incassi, murandoli nella parete di casa. C'erano perfino i legali di fiducia che l'organizzazione metteva a disposizione in caso di necessità.
Sei anni di indagini da parte della Procura, con una brusca accelerata dopo la sparatoria avvenuta a Muggiò nel 2016. A partire dal 2011 erano finite in carcere otto persone. Martedì un colpo da ko. Il fortino non ha retto: trentadue le persone finite dietro le sbarre, recuperati anche 50 mila euro.
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