Ricercata da tempo, la nomade è bloccata a Verona: deve scontare più di 17 anni di carcere
BARANZATE - Una trasferta a Verona è costata cara a una donna residente nel campo nomadi di Baranzate: i poliziotti che l'hanno fermata per un controllo hanno scoperto che era colpita da un ordine di carcerazione e doveva scontare ancora più di 17 anni di reclusione
Quando gli agenti della Polizia di Stato l'hanno fermata per un controllo e hanno dato un'occhiata alla banca dati, probabilmente hanno pensato al sistema informatico andato in tilt: pagine e pagine di "curriculum" per la donna che avevano di fronte, residente al campo nomadi di Baranzate. Soprattutto una voce che li ha lasciati a bocca aperta: ricercata dalla giustizia per scontare in carcere più di 17 anni di carcere.
La nomade è stata intercettata dalle Volanti della Questura durante quello che doveva essere un controllo di routine. Era in giro con due amiche, anche loro provenienti da Baranzate, tutte con atteggiamento giudicato sospetto.
Una di loro, per essere una gita a Verona, non aveva con sé i tipici accessori da turista, bensì una chiave inglese regolabile. E' stata denunciata per possesso ingiustificato di arnesi da scasso.
Quando hanno invece controllato la più pericolosa del terzetto, in tasca aveva una di quelle schede in plastica che vengono utilizzate per aprire le porte di abitazioni e uffici. Ma a spaventare erano soprattutto i precedenti: un lungo elenco dal 2000 a oggi. Due identità utilizzate per cercare di sfuggire alle forze dell'ordine. E, nei suoi confronti, un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Bolzano: per lei 17 anni 4 mesi e 25 giorni da scontare ancora in carcere.
Nel momento in cui i poliziotti le hanno notificato il provvedimento e si stavano preparando ad accompagnarla alla casa circondariale di Montorio, lei ha provato a giocare l'ultima carta a disposizione: "Non mi sento molto bene, forse è dovuto alla gravidanza". Gli agenti, compreso chi avevano di fronte, l'hanno però accompagnata in ospedale per un controllo, i medici non hanno potuto fare altro che confermare che era sanissima come un pesce. Per lei, a quel punto, si sono aperte le sbarre di una cella.
La nomade è stata intercettata dalle Volanti della Questura durante quello che doveva essere un controllo di routine. Era in giro con due amiche, anche loro provenienti da Baranzate, tutte con atteggiamento giudicato sospetto.
Una di loro, per essere una gita a Verona, non aveva con sé i tipici accessori da turista, bensì una chiave inglese regolabile. E' stata denunciata per possesso ingiustificato di arnesi da scasso.
Quando hanno invece controllato la più pericolosa del terzetto, in tasca aveva una di quelle schede in plastica che vengono utilizzate per aprire le porte di abitazioni e uffici. Ma a spaventare erano soprattutto i precedenti: un lungo elenco dal 2000 a oggi. Due identità utilizzate per cercare di sfuggire alle forze dell'ordine. E, nei suoi confronti, un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Bolzano: per lei 17 anni 4 mesi e 25 giorni da scontare ancora in carcere.
Nel momento in cui i poliziotti le hanno notificato il provvedimento e si stavano preparando ad accompagnarla alla casa circondariale di Montorio, lei ha provato a giocare l'ultima carta a disposizione: "Non mi sento molto bene, forse è dovuto alla gravidanza". Gli agenti, compreso chi avevano di fronte, l'hanno però accompagnata in ospedale per un controllo, i medici non hanno potuto fare altro che confermare che era sanissima come un pesce. Per lei, a quel punto, si sono aperte le sbarre di una cella.
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