Enpa: tagliole sequestrate a casa di un anziano
Alla sede operativa dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali) di Monza e Brianza è giunta nei giorni scorsi una segnalazione secondo la quale un anziano signore residente in una città dell'alta Brianza deteneva numerosi canarini e forse alcune specie selvatiche protette. Mercoledì scorso due volontari del nucleo anti-maltrattamento si sono recati sul posto, assieme a tre agenti della Polizia Provinciale (di cui uno esperto in leggi inerenti alla caccia). Eseguito un sopralluogo, hann...
Alla sede operativa dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali) di Monza e Brianza è giunta nei giorni scorsi una segnalazione secondo la quale un anziano signore residente in una città dell'alta Brianza deteneva numerosi canarini e forse alcune specie selvatiche protette. Mercoledì scorso due volontari del nucleo anti-maltrattamento si sono recati sul posto, assieme a tre agenti della Polizia Provinciale (di cui uno esperto in leggi inerenti alla caccia). Eseguito un sopralluogo, hanno constatato che in realtà tutti gli uccelli erano effettivamente canarini, detenuti in maniera idonea: gabbie di materiale e di dimensioni nel rispetto delle vigenti normative. Al momento di andarsene però, facendo un’ispezione visiva della stanza nella quale venivano tenuti gli uccelli, gli agenti e i volontari hanno notato che, appese al muro, c’era un vero e proprio "arsenale" di trappole: per la precisione, otto tagliole ad “archetto”, ovvero trappole a scatto per catturare piccoli uccellini passeriformi che causano una morte lenta e dolorosa, ed una tagliola in acciaio, trappola a meccanismo a scatto per catturare piccola e media selvaggina, tipici "attrezzi del mestiere" dei bracconieri. Le tagliole erano appese al muro e il proprietario (ex cacciatore) ha dichiarato di non averle mai adoperate, giustificando la loro presenza come un "ricordo” di parenti ormai defunti. Le tagliole, in effetti, seppur funzionanti, sembravano inutilizzate da anni. I micidiali congegni sono stati immediatamente rimossi e sequestrati dalla Polizia Provinciale. Il loro proprietario verrà sanzionato in base alla legge 157/1992 sulla caccia ("Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio") che sancisce il divieto di utilizzo e detenzione di trappole, tagliole, lacci o archetti; la loro detenzione è infatti punita con una sanzione amministrativa e il sequestro. Gli unici mezzi di caccia consentiti dalla legislazione italiana sono esclusivamente fucile, arco e falco. Nessun altro mezzo è consentito e quindi risulta illegale. Enpa ricorda l'importanza di denunciare sempre alle autorità giudiziarie la presenza di trappole di questo tipo qualora le si dovessero scorgere in un bosco. Raccomanda però di non distruggerle o manometterle, in quanto tramite appostamenti potrà essere identificato il bracconiere per poterlo condannare per uccellagione. Ricorda infine che chiunque detenga ancora simili barbari strumenti di caccia è obbligato a consegnarli presso organi di polizia in quanto ne è vietata anche le semplice detenzione.