L'Enpa dice no alla strage pasquale di agnelli e capretti
"Il 5 aprile si festeggerà la Santa Pasqua, così e si darà il via all'annuale mattanza di agnelli e caprette. Ci si indigna, giustamente, per la macellazione rituale tipica delle religioni ebraica e musulmana, dimenticando di indignarsi anche per i milioni di agnelli e capretti uccisi durante le feste pasquali, in nome di una tradizione che di cristiano ha ben poco". Lo affermano i responsabili dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali) di Monza e Brianza che, nel weekend, hanno organizzat...
"Il 5 aprile si festeggerà la Santa Pasqua, così e si darà il via all'annuale mattanza di agnelli e caprette. Ci si indigna, giustamente, per la macellazione rituale tipica delle religioni ebraica e musulmana, dimenticando di indignarsi anche per i milioni di agnelli e capretti uccisi durante le feste pasquali, in nome di una tradizione che di cristiano ha ben poco". Lo affermano i responsabili dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali) di Monza e Brianza che, nel weekend, hanno organizzato nel centro di Monza il tradizionale banco pasquale per sensibilizzare i cittadini. I volontari, nei pressi della libreria Feltrinelli, hanno distribuito gratuitamente nuovissimi menù vegani e vegetariani per festeggiare la Pasqua in modo alternativo oltre a presentare materiale informativo relativo ai benefici delle diete prive di carne. Com'è accaduto gli scorsi anni, anche stavolta sono stati preparati i dolci pasquali dell'Enpa e numerosi gadget a tema. "In questa strage che passa ogni anno sotto silenzio - affermano dall'Enpa - il consumatore non ha la percezione di quanto sta dietro alla confezione di bracioline o di costolette di agnello o capretto che si appresta a comperare per festeggiare la Pasqua. Ignora, o finge di ignorare, che milioni di cuccioli vengono strappati alle loro madri e poi uccisi, non prima di aver passato ore e ore stipati e terrorizzati nei camion, sottoposti a viaggi estenuanti, ammassati gli uni agli altri, senza la possibilità di bere o mangiare, sempre in piedi. Se un animale cade, difficilmente riesce a rialzarsi, venendo così calpestato e subendo dolorose fratture. E alla fine arriva la macellazione: i più fortunati - si fa per dire - dopo preventivo stordimento (la cui efficacia dipende comunque dalla competenza, dal tempo a disposizione e dalla strumentazione utilizzata dagli addetti). Altri, quelli uccisi secondo il rito ebraico o islamico, muoiono lentamente, dissanguati, senza stordimento. E’ facile allontanare il pensiero dalla sofferenza della vita degli animali negli allevamenti intensivi, dal viaggio verso la morte e, infine, dalla loro uccisione. Chi commercia la carne promuove immagini di animali vivi che pascolano felici o della loro tenera carne come “prodotto”, da infilzare con la forchetta. Ma se ciascuno di noi dovesse assistere personalmente all’abbattimento degli animali che mangia, sicuramente molti non toccherebbero più la carne". I volontari fanno presente che oggi in Italia ci sono circa 6 milioni di vegetariani e il numero è in costante aumento: "Sempre più persone si stanno avvicinando a questo tipo di alimentazione, non solo per motivi etici e spirito animalista, ma anche per rispetto dell'ambiente o per motivi salutistici. Diamo allora voce alla strage silenziosa: festeggiamo la Pasqua in modo diverso senza avere sulla coscienza il sacrificio di un animale innocente. Perché, come disse il Mahatma Gandhi, «La vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umano: più una creatura è impotente, più diritto ha alla protezione dalla crudeltà degli uomini»".