Cesano M.: Comune, Lions e scuola insieme per combattere i tumori

Parliamo con i giovani dei tumori: lezioni contro il silenzio”. Con questo proposito prendono il via, grazie al Lions Club di Cesano Maderno Borromeo, una serie di incontri conoscitivi e formativi sui tumori rivolti ai giovani degli Istituti di Istruzione Superiore Ettore Majorana e Iris Versari, che saranno tenuti dal professor Alfredo Anzani dell'ospedale San Raffaele di Milano. Martina era una giovane donna colpita da tumore al seno. Non è importante conoscerne il cognome e nemmeno...

Parliamo con i giovani dei tumori: lezioni contro il silenzio”. Con questo proposito prendono il via, grazie al Lions Club di Cesano Maderno Borromeo, una serie di incontri conoscitivi e formativi sui tumori rivolti ai giovani degli Istituti di Istruzione Superiore Ettore Majorana e Iris Versari, che saranno tenuti dal professor Alfredo Anzani dell'ospedale San Raffaele di Milano. Martina era una giovane donna colpita da tumore al seno. Non è importante conoscerne il cognome e nemmeno la provenienza. Quello che conta è il suo desiderio, espresso con insistenza, "che i giovani venissero informati ed educati ad avere maggior cura della propria salute". Un desiderio raccolto dai Lions tramite un gruppo di medici, alcuni dei quali soci, che hanno avviato dal 1999 un progetto su scala nazionale per la diffusione della conoscenza della malattia nei confronti dei giovani, solitamente lontani sia fisicamente che mentalmente da questo tipo di patologia. Da qui il nome di “lezioni contro il silenzio”. Perché parlare ai giovani dei tumori?  E’ necessario parlarne perché alcuni tumori colpiscono anche i giovani, che quindi non possono ignorare questa eventualità. Perché la maggior parte dei tumori si manifesta in età media o avanzata, ma incomincia il percorso nell’organismo già in età giovanile. Perciò è proprio ai giovani che bisogna far sapere “cosa fare e cosa non fare”, quanto a stile di vita, e “quando incominciare a fare”. Perché pochi sanno che l’80% circa dei tumori è causato da fattori ambientali e comportamenti scorretti, molti dei quali tenuti per ignoranza – nel senso di “non conoscenza” - . Comportamenti che possono essere modificati semplicemente cambiando le proprie abitudini, sin da giovani. Perché pochissimi hanno capito che per prevenire alcuni tipi di tumore si richiede un impegno da parte di ciascuno quando si è in stato di salute, e non solo quando se ne avvertono i sintomi. Perché tutti parlano di prevenzione, ma moltissimi sono poi convinti che il tumore è un evento “che capita”. Non è così; nella maggior parte dei casi può non essere così. La battaglia contro i tumori, oltre che con la diagnostica precoce e con la cura, non si vince col proibizionismo, col terrorismo psicologico o con gli slogan: piuttosto invece prima di tutto con la conoscenza e la cultura, una cultura della salute. E la scuola è per antonomasia la culla della cultura. Il progetto Martina in questa fase ha l’obbiettivo di portare a conoscenza dei giovani le modalità di lotta ai tumori: in primo luogo con un corretto stile alimentare e di vita e quindi attraverso una diagnosi tempestiva. Per sapere che ci si può difendere, sapere che si può vincere la malattia: cioè per permette di vivere con maggior serenità. Gli incontri di Cesano saranno tenuti di medici oncologi che offriranno agli studenti delle classi III e IV del Majorana e del Versari, tra aprile e maggio, incontri “informativi-formativi” che saranno coordinati dal socio Lions Salvatore Ferro, referente locale del Progetto. “Il nostro obbiettivo di fondo come amministrazione comunale - dichiara l’assessore alla Formazione, Istruzione e Sport Barbara Strada – è quello di tendere alla formazione e alla crescita culturale e di costume della scuola cesanese nel senso più ampio. Abbiamo quindi accettato con forte interesse e gratitudine la proposta del Lions Club di Cesano Maderno Borromeo di questa serie di “lezioni contro il silenzio”, perché ne condividiamo appieno il fine e l’approccio metodologico. Auspichiamo anzi che da questa prima, encomiabile iniziativa, possa scaturire un percorso di affinamento più ampio in grado di trasferire la conoscenza della malattia nelle sue possibili implicazioni dal mondo scolastico all’intera cittadinanza”.
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