Barlassina, Ricchi: "Preoccupato dalla gestione dell'emergenza profughi"
Il capitolo profughi scuote il Consiglio comunale: urgono certezze e controlli assidui per poter dare tranquillità ai cittadini. La richiesta, nella seduta di lunedì 2, è stata avanzata a più riprese da
William Ricchi (Barlassina Viva) e da
Donatella Galli (Lega Nord) che, separatamente, hanno presentato due interrogazioni dopo avere appreso dalla stampa che un ente no profit con sede a Seveso ha dato accoglienza ad alcune persone richiedenti protezione pol...
Il capitolo profughi scuote il Consiglio comunale: urgono certezze e controlli assidui per poter dare tranquillità ai cittadini. La richiesta, nella seduta di lunedì 2, è stata avanzata a più riprese da
William Ricchi (Barlassina Viva) e da
Donatella Galli (Lega Nord) che, separatamente, hanno presentato due interrogazioni dopo avere appreso dalla stampa che un ente no profit con sede a Seveso ha dato accoglienza ad alcune persone richiedenti protezione politica provenienti dal continente africano. “Le persone ospitate in paese – ha risposto
Daniela Morisi, assessore alle Politiche sociali – sono otto: dei rimi sette abbiamo ricevuto comunicazione da parte dell’associazione ‘D&G Research’, come previsto dalla legge, in data 20 gennaio. La comunicazione per l’ottavo è pervenuta il 7 febbraio. Queste persone sono state tutte identificate: al loro arrivo sono state foto segnalate in Questura a Monza, non risulta nulla a loro carico. Sbarcando in Italia hanno ricevuto un primo screening sanitario, poi l’Asl di Monza ha provveduto a uno screening di secondo livello comprensivo di vaccinazioni. Come amministrazione comunale abbiamo fatto un sopralluogo il 30 gennaio, anche se non era di nostra competenza poiché spetta alla Prefettura. L’appartamento è di proprietà privata, l’ente no profit lo ha preso in affitto. I richiedenti asilo politico ricevono due volte alla settimana la visita di un mediatore culturale messo a loro disposizione dall’associazione”. L’assessore ha inoltre spiegato che non è possibile ‘impiegarli’ in lavori socialmente utili: “Non si può fare nei primi sei mesi, poi possiamo chiedere attività volontaria gratuita. Progetto a cui sta già lavorando la Prefettura che, con i sindaci, ha predisposto il protocollo ‘Patto di volontariato’ che dovrà essere validato dal ministero”. “Sono molto preoccupato – ha replicato Ricchi – perché non disponiamo di tutte le informazioni che possono darci tranquillità. Sono anche andato sul sito dell’ente no profit, dalle pagine Internet mi ha fatto l’impressione di una club house. Mi preoccupa anche sapere che l’immobile non è di proprietà ma è stato affittato. Infine ribadisco che ci sono Comuni che hanno detto no al Prefetto e non hanno ricevuto queste persone sul loro territorio. Spero davvero che siano seguite da chi ha deciso di farsene carico, altrimenti dovremo far fronte noi alle carenze di altri”. Donatella Galli, invece, ha colto l’occasione per tirare le orecchie al sindaco: “Non mi piace sentire che non possiamo farci niente e che gli enti no profit agiscono in sintonia con le Prefettura. Il Comune aveva detto di non avere spazi da concedere ai profughi, ma vorrei ricordare a tutti che sul sito Internet aveva invitato i cittadini a mettere a disposizione gli appartamenti sfitti”.
William Ricchi (Barlassina Viva) e da
Donatella Galli (Lega Nord) che, separatamente, hanno presentato due interrogazioni dopo avere appreso dalla stampa che un ente no profit con sede a Seveso ha dato accoglienza ad alcune persone richiedenti protezione politica provenienti dal continente africano. “Le persone ospitate in paese – ha risposto
Daniela Morisi, assessore alle Politiche sociali – sono otto: dei rimi sette abbiamo ricevuto comunicazione da parte dell’associazione ‘D&G Research’, come previsto dalla legge, in data 20 gennaio. La comunicazione per l’ottavo è pervenuta il 7 febbraio. Queste persone sono state tutte identificate: al loro arrivo sono state foto segnalate in Questura a Monza, non risulta nulla a loro carico. Sbarcando in Italia hanno ricevuto un primo screening sanitario, poi l’Asl di Monza ha provveduto a uno screening di secondo livello comprensivo di vaccinazioni. Come amministrazione comunale abbiamo fatto un sopralluogo il 30 gennaio, anche se non era di nostra competenza poiché spetta alla Prefettura. L’appartamento è di proprietà privata, l’ente no profit lo ha preso in affitto. I richiedenti asilo politico ricevono due volte alla settimana la visita di un mediatore culturale messo a loro disposizione dall’associazione”. L’assessore ha inoltre spiegato che non è possibile ‘impiegarli’ in lavori socialmente utili: “Non si può fare nei primi sei mesi, poi possiamo chiedere attività volontaria gratuita. Progetto a cui sta già lavorando la Prefettura che, con i sindaci, ha predisposto il protocollo ‘Patto di volontariato’ che dovrà essere validato dal ministero”. “Sono molto preoccupato – ha replicato Ricchi – perché non disponiamo di tutte le informazioni che possono darci tranquillità. Sono anche andato sul sito dell’ente no profit, dalle pagine Internet mi ha fatto l’impressione di una club house. Mi preoccupa anche sapere che l’immobile non è di proprietà ma è stato affittato. Infine ribadisco che ci sono Comuni che hanno detto no al Prefetto e non hanno ricevuto queste persone sul loro territorio. Spero davvero che siano seguite da chi ha deciso di farsene carico, altrimenti dovremo far fronte noi alle carenze di altri”. Donatella Galli, invece, ha colto l’occasione per tirare le orecchie al sindaco: “Non mi piace sentire che non possiamo farci niente e che gli enti no profit agiscono in sintonia con le Prefettura. Il Comune aveva detto di non avere spazi da concedere ai profughi, ma vorrei ricordare a tutti che sul sito Internet aveva invitato i cittadini a mettere a disposizione gli appartamenti sfitti”.