Bovisio M.: alla Campanella la vedova del brigadiere Coletta
La serata è di quelle che non si possono perdere: venerdì al centro polifunzionale "La Campanella", con inizio alle 21, sarà presente
Margherita Coletta. Un nome che, letto così, forse non dice molto ai più: ma che risulta molto significativo se ricollegato a fatti del recente passato. Nella mattina del 12 novembre 2003, ore 8.40 qui in Italia, un camion carico di esplosivo esplode davanti alla caserma dei carabinieri di Nassiriya in Iraq. Si conteranno 28 morti, 9 iracheni ...
La serata è di quelle che non si possono perdere: venerdì al centro polifunzionale "La Campanella", con inizio alle 21, sarà presente
Margherita Coletta. Un nome che, letto così, forse non dice molto ai più: ma che risulta molto significativo se ricollegato a fatti del recente passato. Nella mattina del 12 novembre 2003, ore 8.40 qui in Italia, un camion carico di esplosivo esplode davanti alla caserma dei carabinieri di Nassiriya in Iraq. Si conteranno 28 morti, 9 iracheni e 19 italiani, per lo più carabinieri. Tra questi il brigadiere
Giuseppe Coletta. L'episodio ha scosso la comunità internazionale. Figuriamoci la sua famiglia: eppure da allora la vedova Margherita non si è mai arresa un solo istante. Ha moltiplicato i suoi impegni, che già con il marito la vedevano molto presente nel sociale, in modo particolare nel sostegno ai più piccoli. La perdita del figlioletto Paolo di soli sei anni, stroncato da un tumore, avevano spinto i due a dare tutto il loro sostegno alle persone più svantaggiate. Il 6 marzo 2005, quando il marito defunto avrebbe compiuto i quarant'anni, la nascita dell'associazione "Giuseppe e Margherita Coletta" che a tutt'oggi sta aiutando in modo concreto i Paesi più poveri. Con raccolte di fondi, ma anche attraverso l'invio di medicinali, indumenti, anche giocattoli per bambini. Poi, con l'aiuto della giornalista
Lucia Bellaspiga del quotidiano Avvenire, anche lei presente venerdì alla Campanella, ecco il libro "Il seme di Nasiriyah" che ha già venduto più di 20 mila copie. Un racconto/intervista straordinario dove spicca la capacità della donna di perdonare. L'umanità, la sensibilità, ma anche la forza di questa persona si potranno percepire non attraverso le pur significative pagine di un libro, ma direttamente dal vivo. Un'esperienza unica di perdono e di altruismo: venerdì sera, ne siamo convinti, la televisione non può reggere il confronto. Meglio andare alla Campanella per una testimonianza di vita.
Margherita Coletta. Un nome che, letto così, forse non dice molto ai più: ma che risulta molto significativo se ricollegato a fatti del recente passato. Nella mattina del 12 novembre 2003, ore 8.40 qui in Italia, un camion carico di esplosivo esplode davanti alla caserma dei carabinieri di Nassiriya in Iraq. Si conteranno 28 morti, 9 iracheni e 19 italiani, per lo più carabinieri. Tra questi il brigadiere
Giuseppe Coletta. L'episodio ha scosso la comunità internazionale. Figuriamoci la sua famiglia: eppure da allora la vedova Margherita non si è mai arresa un solo istante. Ha moltiplicato i suoi impegni, che già con il marito la vedevano molto presente nel sociale, in modo particolare nel sostegno ai più piccoli. La perdita del figlioletto Paolo di soli sei anni, stroncato da un tumore, avevano spinto i due a dare tutto il loro sostegno alle persone più svantaggiate. Il 6 marzo 2005, quando il marito defunto avrebbe compiuto i quarant'anni, la nascita dell'associazione "Giuseppe e Margherita Coletta" che a tutt'oggi sta aiutando in modo concreto i Paesi più poveri. Con raccolte di fondi, ma anche attraverso l'invio di medicinali, indumenti, anche giocattoli per bambini. Poi, con l'aiuto della giornalista
Lucia Bellaspiga del quotidiano Avvenire, anche lei presente venerdì alla Campanella, ecco il libro "Il seme di Nasiriyah" che ha già venduto più di 20 mila copie. Un racconto/intervista straordinario dove spicca la capacità della donna di perdonare. L'umanità, la sensibilità, ma anche la forza di questa persona si potranno percepire non attraverso le pur significative pagine di un libro, ma direttamente dal vivo. Un'esperienza unica di perdono e di altruismo: venerdì sera, ne siamo convinti, la televisione non può reggere il confronto. Meglio andare alla Campanella per una testimonianza di vita.