Bovisio M., il Comune si ritira dal processo sul nido: "Danno incerto e inesigibile"

L'amministrazione comunale non sarà più parte civile nel processo in corso per la tormentate e annosa questione dell'asilo nido. Lo ha deciso la Giunta in data 10 settembre, depositando copia della delibera nella mattinata di oggi, mercoledì 17, nelle mani del giudice del Tribunale di Monza in occasione dell'ennesima udienza. Il motivo è molto semplice: secondo la Corte d'Appello "il presunto danno sopportato dal Comune non è certo, non è liquido e neppure esigibile". Il nodo sta proprio in q...

L'amministrazione comunale non sarà più parte civile nel processo in corso per la tormentate e annosa questione dell'asilo nido. Lo ha deciso la Giunta in data 10 settembre, depositando copia della delibera nella mattinata di oggi, mercoledì 17, nelle mani del giudice del Tribunale di Monza in occasione dell'ennesima udienza. Il motivo è molto semplice: secondo la Corte d'Appello "il presunto danno sopportato dal Comune non è certo, non è liquido e neppure esigibile". Il nodo sta proprio in questa sentenza, che risale al mese di dicembre 2013 ed è stata depositata in data 7 gennaio, letta nei giorni scorsi dal neo sindaco

Giuliano Soldà. "Sei imputati nel processo - spiega il primo cittadino - con l'accusa di truffa e frode. Uno di questi, Mirko Bergo dell'impresa "La Lombarda", chiede il rito abbreviato per chiudere in fretta la vicenda e poter continuare a lavorare con la pubblica amministrazione. Viene condannato, ma si sente colpito ingiustamente. Fa ricorso e la Corte d'Appello lo assolve inserendo affermazioni nella sentenza che ci fanno ritenere inutile continuare a pagare gli avvocati in assenza di un risarcimento certo. Se all'ultimo grado del giudizio saranno condannati gli imputati che hanno scelto la via del rito ordinario, di sicuro faremo valere le nostre ragioni". Il sindaco fa presto i conti: "Finora il Comune ha sborsato 131 mila euro per spese legali, più altri 100 mila euro per spostare provvisoriamente i bambini del nido nella sede di via Isonzo. Insomma 231 mila euro per scoprire che l'impresa non ha diritto a circa 100 mila  euro dei 600 mila che chiede, non avendo eseguito correttamente tutti i lavori". Se da un lato Soldà è dispiaciuto per queste spese, dall'altro non nasconde la soddisfazione per la piega presa dal processo. "Noi avevamo la coscienza pulita, sapevamo di avere agito correttamente e già in Consiglio comunale, in questi ultimi cinque anni vissuti all'opposizione, abbiamo sempre manifestato le nostre perplessità sulle analisi della maggioranza Galimberti". Perplessità condivise anche dalla Corte d'Appello che contesta le indagini eseguite dal collaudatore ingegner Taiana ("Ancora una volta - si legge nella sentenza - la superficialità e la faziosità dei rilievi mossi dall'ing Taiana, colui che ha fornito agli inquirenti detti sommari elementi...") e le motivazioni che stanno alla base della vicenda giudiziaria, giudicandole irrilevanti dal punto di vista penale e basate soltanto su motivi politici: "A partire dalla denuncia del Sindaco di Bovisio Masciago

Emanuele Galimberti che è sì stata genesi del presente processo penale ma più che altro - ed è doveroso dirlo ma ancor di più non trascurarlo - per deferire all'Autorità Giudiziaria il comportamento dei Consiglieri Comunali della precedente Amministrazione: costoro sono il vero bersaglio polemico ed oggetto di querela, non certo Lombarda Srl e men che meno l'odierno imputato, rimasto sullo sfondo come mero testimone dei fatti per tutto il tempo delle indagini preliminari". Affermazioni tutt'altro che leggere e che, tuttavia, Soldà non vuole commentare: "Mi raccomando - chiede ai giornalisti durante l'incontro - non create inutilmente un caso politico tra me e Galimberti. Secondo me il processo si poteva evitare se il collaudatore si fosse limitato a detrarre dal conto dell'impresa i lavori non eseguiti. Una volta presentato l'esposto in Procura, però, Galimberti ha compiuto la scelta giusta con la costituzione di parte civile perché si prefigurava il reato di truffa e di frode ai danni del Comune. Anch'io al suo posto, a quel punto, avrei fatto quella scelta. Ora che la Corte d'Appello ha però sconfessato le tesi dell'accusa e che dichiara non certo, non quantificabile e non esigibile il presunto danno, non vogliamo spendere altri soldi inutilmente".