Cesano M.: otto agenti disarmati da una donna
Otto agenti di Polizia locale disarmati in un colpo solo. Da una donna. Nessun colpo di karate: la mossa, ben più efficace, è un atto amministrativo e la donna in questione è il commissario prefettizio
Adriana Sabato che ha firmato il provvedimento. Tutto è iniziato il 15 marzo quando il commissario prefettizio, esercitando le funzioni del Consiglio comunale, ha modificato il regolamento del corpo di Polizia locale orma in vigore dal 2003 integrandolo con la nota inviata il ...
Otto agenti di Polizia locale disarmati in un colpo solo. Da una donna. Nessun colpo di karate: la mossa, ben più efficace, è un atto amministrativo e la donna in questione è il commissario prefettizio
Adriana Sabato che ha firmato il provvedimento. Tutto è iniziato il 15 marzo quando il commissario prefettizio, esercitando le funzioni del Consiglio comunale, ha modificato il regolamento del corpo di Polizia locale orma in vigore dal 2003 integrandolo con la nota inviata il 30 settembre scorso dal Prefetto di Milano: ovvero l’assegnazione dell’arma in dotazione dev’essere subordinata al possesso degli specifici requisiti psicofisici, così come previsto dal Ministero della Salute. L’articolo 25 bis spiega chiaramente che il sindaco (in questo caso il commissario prefettizio) “sospende l’assegnazione dell’arma per un periodo non superiore a 60 giorni nel caso in cui vengano a mancare i requisiti richiesti per l’assegnazione dell’arma”. Secondo quanto riporta “Il Cittadino” nel numero uscito in edicola sabato, 8 dei 21 agenti sono ora senza pistola perché contrari al pagamento dei 121 euro per la visita medica. Si trovano di fatto in quei 60 giorni di sospensione che, se il braccio di ferro tra loro e il commissario prefettizio dovesse continuare, si concluderebbero a elezioni avvenute. A quel punto, con ogni probabilità, il caso si chiude: difficilmente il nuovo sindaco sarà disposto a iniziare la sua avventura amministrativa con l’ostilità del comando.
Adriana Sabato che ha firmato il provvedimento. Tutto è iniziato il 15 marzo quando il commissario prefettizio, esercitando le funzioni del Consiglio comunale, ha modificato il regolamento del corpo di Polizia locale orma in vigore dal 2003 integrandolo con la nota inviata il 30 settembre scorso dal Prefetto di Milano: ovvero l’assegnazione dell’arma in dotazione dev’essere subordinata al possesso degli specifici requisiti psicofisici, così come previsto dal Ministero della Salute. L’articolo 25 bis spiega chiaramente che il sindaco (in questo caso il commissario prefettizio) “sospende l’assegnazione dell’arma per un periodo non superiore a 60 giorni nel caso in cui vengano a mancare i requisiti richiesti per l’assegnazione dell’arma”. Secondo quanto riporta “Il Cittadino” nel numero uscito in edicola sabato, 8 dei 21 agenti sono ora senza pistola perché contrari al pagamento dei 121 euro per la visita medica. Si trovano di fatto in quei 60 giorni di sospensione che, se il braccio di ferro tra loro e il commissario prefettizio dovesse continuare, si concluderebbero a elezioni avvenute. A quel punto, con ogni probabilità, il caso si chiude: difficilmente il nuovo sindaco sarà disposto a iniziare la sua avventura amministrativa con l’ostilità del comando.