Cesano M.: Paolo Fabbro espone a Palazzo Arese Borromeo
Una personale di
Paolo Fabbro nelle sale di Palazzo Arese Borromeo. La rassegna sarà inaugurata alle 11 di domani, domenica 15 marzo, per restare poi aperta al pubblico fino a domenica 29, ad ingresso libero, dal mercoledì al venerdì dalle 16 alle 19; il sabato e la domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Artista conosciuto ed apprezzato a Cesano per aver realizzato molte opere dedicate ai campanili ed agli angoli storici più suggestivi del Comune, con "Colo...
Una personale di
Paolo Fabbro nelle sale di Palazzo Arese Borromeo. La rassegna sarà inaugurata alle 11 di domani, domenica 15 marzo, per restare poi aperta al pubblico fino a domenica 29, ad ingresso libero, dal mercoledì al venerdì dalle 16 alle 19; il sabato e la domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Artista conosciuto ed apprezzato a Cesano per aver realizzato molte opere dedicate ai campanili ed agli angoli storici più suggestivi del Comune, con "Colori e atmosfere" Fabbro propone in mostra una raccolta di oltre 50 opere: nella maggior parte dei casi si tratta di olii su tela, con dimensioni che variano dal 18x22 (olio su tavola) al ben più cromaticamente consistente 80x100. Di soggetto quanto mai vario - si va da "Berberi a cavallo" a "Ritratto di donna", da "Costa amalfitana" a "Flamenco" - , le tele esposte nel sale del Palazzo illustreranno il ciclo pittorico dell'artista bollatese, nato nel 1941 da una famiglia di origini venete. E' grazie alla sua storia personale che Fabbro riesce a cogliere coi suoi lavori quei particolari più caratteristici, quei colori più vibranti, in grado di fare breccia nella sensibilità artistica del pubblico attento. "È spesso durante la notte che prendono forma i soggetti dei miei dipinti - racconta l'artista - e la mattina mi prende l'impazienza di realizzarli. Intensa è l'emozione di avere a disposizione una tela bianca e poterla riempire con forme e colori che sono già nella mia mente. Mi sono accorto da tempo che i miei quadri aiutano le persone a 'vedere' cose ormai dimenticate o mai viste. Scopro, sempre con stupore, che attraverso le mie interpretazioni le persone riescono a rivivere emozioni legate all'infanzia, al ricordo nostalgico del tempo passato. Viaggiano con me, condividendo le mie sensazioni, ritrovandosi nei miei quadri". "La presenza di Paolo Fabbro a palazzo Arese Borromeo - commenta
Celestino Oltolini, assessore alla Cultura e valorizzazione del patrimonio artistico - rappresenta la felice conclusione di un progetto che da tempo l'amministrazione comunale e l'artista stavano inseguendo. Grazie alle sue opere, le sale che le accoglieranno acquisteranno ulteriore valenza e, nel contempo, lo restituiranno alle stesse tele, in un fenomeno simbiotico di cui potranno beneficiare i visitatori. La mostra di Paolo Fabbro costituisce una nuova occasione di affinamento del gusto che l'Amministrazione Comunale propone alla cittadinanza, oltre che la conferma di quanto Palazzo Arese Borromeo - grazie alla sua valenza e capacità attrattiva - sia sempre più il centro della vita culturale dell'intero territorio". Paolo Fabbro inizia giovanissimo la sua attività. Diplomatosi all'Accademia di Brera, negli anni '60 è uno dei creativi dell'Ufficio Pubblicità e Comunicazione dei grandi magazzini milanesi "La Rinascente". Fino al 1980 è professore di educazione artistica. Lavora a Bollate, suo paese natale, dove ha lo studio. I suoi lavori vengono esposti in numerose mostre personali e collettive. Una passione, quella per il disegno, che porta con sé fin da bambino e che non ha mai abbandonato, rimanendo sempre fedele alla pittura dal vero; è il chiarista Francesco De Rocchi, suo maestro a Brera, che gli insegna l'importanza della costruzione del quadro perché risulti armonico. Il suo modo pittorico è legato all'Ottocento italiano, quello dei Macchiaioli e degli Orientalisti soprattutto; osservando le vibranti tele e tavole è impossibile non tornare con il pensiero a Giovanni Fattori, alle polverose vedute, alle agitate cavalcate dell'esercito risorgimentale, alle lunghe carovane che si stagliano in paesaggi sconfinati, sotto cieli nuvolosi. Ma lo sguardo di Fabbro cattura anche mondi ignoti ed esotici, esplorati nel corso dei viaggi in nuovi paesi, il nutrimento della sua anima. Non solo atmosfere di luce e una tavolozza brillante; nei suoi quadri trovano spazio anche il lavoro e la fatica dell'uomo, un'attenzione ai volti indagati con curiosità, ammirazione e pietà, mai retorica.
Paolo Fabbro nelle sale di Palazzo Arese Borromeo. La rassegna sarà inaugurata alle 11 di domani, domenica 15 marzo, per restare poi aperta al pubblico fino a domenica 29, ad ingresso libero, dal mercoledì al venerdì dalle 16 alle 19; il sabato e la domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Artista conosciuto ed apprezzato a Cesano per aver realizzato molte opere dedicate ai campanili ed agli angoli storici più suggestivi del Comune, con "Colori e atmosfere" Fabbro propone in mostra una raccolta di oltre 50 opere: nella maggior parte dei casi si tratta di olii su tela, con dimensioni che variano dal 18x22 (olio su tavola) al ben più cromaticamente consistente 80x100. Di soggetto quanto mai vario - si va da "Berberi a cavallo" a "Ritratto di donna", da "Costa amalfitana" a "Flamenco" - , le tele esposte nel sale del Palazzo illustreranno il ciclo pittorico dell'artista bollatese, nato nel 1941 da una famiglia di origini venete. E' grazie alla sua storia personale che Fabbro riesce a cogliere coi suoi lavori quei particolari più caratteristici, quei colori più vibranti, in grado di fare breccia nella sensibilità artistica del pubblico attento. "È spesso durante la notte che prendono forma i soggetti dei miei dipinti - racconta l'artista - e la mattina mi prende l'impazienza di realizzarli. Intensa è l'emozione di avere a disposizione una tela bianca e poterla riempire con forme e colori che sono già nella mia mente. Mi sono accorto da tempo che i miei quadri aiutano le persone a 'vedere' cose ormai dimenticate o mai viste. Scopro, sempre con stupore, che attraverso le mie interpretazioni le persone riescono a rivivere emozioni legate all'infanzia, al ricordo nostalgico del tempo passato. Viaggiano con me, condividendo le mie sensazioni, ritrovandosi nei miei quadri". "La presenza di Paolo Fabbro a palazzo Arese Borromeo - commenta
Celestino Oltolini, assessore alla Cultura e valorizzazione del patrimonio artistico - rappresenta la felice conclusione di un progetto che da tempo l'amministrazione comunale e l'artista stavano inseguendo. Grazie alle sue opere, le sale che le accoglieranno acquisteranno ulteriore valenza e, nel contempo, lo restituiranno alle stesse tele, in un fenomeno simbiotico di cui potranno beneficiare i visitatori. La mostra di Paolo Fabbro costituisce una nuova occasione di affinamento del gusto che l'Amministrazione Comunale propone alla cittadinanza, oltre che la conferma di quanto Palazzo Arese Borromeo - grazie alla sua valenza e capacità attrattiva - sia sempre più il centro della vita culturale dell'intero territorio". Paolo Fabbro inizia giovanissimo la sua attività. Diplomatosi all'Accademia di Brera, negli anni '60 è uno dei creativi dell'Ufficio Pubblicità e Comunicazione dei grandi magazzini milanesi "La Rinascente". Fino al 1980 è professore di educazione artistica. Lavora a Bollate, suo paese natale, dove ha lo studio. I suoi lavori vengono esposti in numerose mostre personali e collettive. Una passione, quella per il disegno, che porta con sé fin da bambino e che non ha mai abbandonato, rimanendo sempre fedele alla pittura dal vero; è il chiarista Francesco De Rocchi, suo maestro a Brera, che gli insegna l'importanza della costruzione del quadro perché risulti armonico. Il suo modo pittorico è legato all'Ottocento italiano, quello dei Macchiaioli e degli Orientalisti soprattutto; osservando le vibranti tele e tavole è impossibile non tornare con il pensiero a Giovanni Fattori, alle polverose vedute, alle agitate cavalcate dell'esercito risorgimentale, alle lunghe carovane che si stagliano in paesaggi sconfinati, sotto cieli nuvolosi. Ma lo sguardo di Fabbro cattura anche mondi ignoti ed esotici, esplorati nel corso dei viaggi in nuovi paesi, il nutrimento della sua anima. Non solo atmosfere di luce e una tavolozza brillante; nei suoi quadri trovano spazio anche il lavoro e la fatica dell'uomo, un'attenzione ai volti indagati con curiosità, ammirazione e pietà, mai retorica.