Cesano M., Romanò: "Attaccando me insultano il Prefetto"
"Per tutta la serata se la sono presa con me perché nella mozione parlavo di 'autoctoni': mi hanno accusata, rimproverata, anche schernita. Ma non sanno che il termine è utilizzato dal Prefetto e che io l'ho solo riportata testualmente". E' un po' delusa
Marina Romanò, capogruppo della Lega Nord, dopo la seduta consiliare di martedì. Una serata in cui, insieme alla lista "Un futuro per Cesano", ha presentato una mozione sul tema dei profughi. E' stata bocciata dalla maggiora...
"Per tutta la serata se la sono presa con me perché nella mozione parlavo di 'autoctoni': mi hanno accusata, rimproverata, anche schernita. Ma non sanno che il termine è utilizzato dal Prefetto e che io l'ho solo riportata testualmente". E' un po' delusa
Marina Romanò, capogruppo della Lega Nord, dopo la seduta consiliare di martedì. Una serata in cui, insieme alla lista "Un futuro per Cesano", ha presentato una mozione sul tema dei profughi. E' stata bocciata dalla maggioranza, supportata in questa decisione anche da
Oscar Greco (Popolo della Libertà). Ma più che il voto contrario, la delusione deriva dai commenti su quel termine, 'autoctono', contenuto nel testo della mozione. "Volete tutelare gli autoctoni - chiedeva
Alberto Vaghi (Vivi Cesano - Gigi Ponti) - ma sapete chi sono? Sono le persone nate qui a Cesano Maderno. Vi rendete conto che in questo modo escludete quella larga fetta di popolazione che qui risiede anche da lungo tempo e che, tuttavia, non è nata in città? Voglio sperare che la vostra sia soltanto una svista". Parole pronunciate con tono duro nell'ilarità o nella disapprovazione generale contro quel termine. Ma su quell'autoctono è tornato dapprima il sindaco Gigi Ponti (in apertura del suo intervento, un po' ironicamente, ha voluto rivelare di essere sì autoctono, forse l'unico in sala, tuttavia favorevole all'integrazione). Poi anche
Massimiliano Bevacqua (Sinistra Ecologia e Libertà) e forse anche altri consiglieri di maggioranza. Il termine, tuttavia, è quello utilizzato nella lettera che il Prefetto
Giovanna Vilasi ha inviato a tutti i sindaci per la gestione dell'emergenza profughi e che, a quanto pare, non è stata letta o è stata letta in modo disattento: "...Quanto precede - scrive il Prefetto a conclusione della sua circolare - appare idoneo a garantire un'ordinata gestione dell'emergenza sbarchi in atto, in quanto assicurando adeguate prospettive di integrazione nel tessuto sociale italiano degli stranieri in arrivo, si contengono verosimili effetti negativi quali ripercussioni sui Servizi sociali comunali, il rischio per gli stranieri di scivolare nel sottomondo delinquenziale, nonché la stessa percezione di insicurezza della popolazione autoctona, che verrebbero senz'altro amplificate in assenza della programmazione degli interventi che questa Prefettura sta coordinando". Con ogni probabilità nessuno dei consiglieri comunali la chiamerà per chiederle se conosce il significato del termine e per augurarsi che si tratti soltanto di una brutta svista.
Marina Romanò, capogruppo della Lega Nord, dopo la seduta consiliare di martedì. Una serata in cui, insieme alla lista "Un futuro per Cesano", ha presentato una mozione sul tema dei profughi. E' stata bocciata dalla maggioranza, supportata in questa decisione anche da
Oscar Greco (Popolo della Libertà). Ma più che il voto contrario, la delusione deriva dai commenti su quel termine, 'autoctono', contenuto nel testo della mozione. "Volete tutelare gli autoctoni - chiedeva
Alberto Vaghi (Vivi Cesano - Gigi Ponti) - ma sapete chi sono? Sono le persone nate qui a Cesano Maderno. Vi rendete conto che in questo modo escludete quella larga fetta di popolazione che qui risiede anche da lungo tempo e che, tuttavia, non è nata in città? Voglio sperare che la vostra sia soltanto una svista". Parole pronunciate con tono duro nell'ilarità o nella disapprovazione generale contro quel termine. Ma su quell'autoctono è tornato dapprima il sindaco Gigi Ponti (in apertura del suo intervento, un po' ironicamente, ha voluto rivelare di essere sì autoctono, forse l'unico in sala, tuttavia favorevole all'integrazione). Poi anche
Massimiliano Bevacqua (Sinistra Ecologia e Libertà) e forse anche altri consiglieri di maggioranza. Il termine, tuttavia, è quello utilizzato nella lettera che il Prefetto
Giovanna Vilasi ha inviato a tutti i sindaci per la gestione dell'emergenza profughi e che, a quanto pare, non è stata letta o è stata letta in modo disattento: "...Quanto precede - scrive il Prefetto a conclusione della sua circolare - appare idoneo a garantire un'ordinata gestione dell'emergenza sbarchi in atto, in quanto assicurando adeguate prospettive di integrazione nel tessuto sociale italiano degli stranieri in arrivo, si contengono verosimili effetti negativi quali ripercussioni sui Servizi sociali comunali, il rischio per gli stranieri di scivolare nel sottomondo delinquenziale, nonché la stessa percezione di insicurezza della popolazione autoctona, che verrebbero senz'altro amplificate in assenza della programmazione degli interventi che questa Prefettura sta coordinando". Con ogni probabilità nessuno dei consiglieri comunali la chiamerà per chiederle se conosce il significato del termine e per augurarsi che si tratti soltanto di una brutta svista.