Desio, genitori litigano per la foto di uno spinello: sei persone denunciate

Sei persone denunciate, un romeno per minacce e cinque italiani per lesioni, dai Carabinieri della Compagnia di Desio che hanno concluso martedì l'indagine su un'aggressione che si era verificata il giorno di Pasquetta. Persone che risiedono in vari Comuni della Brianza e che, a vario titolo, sono intervenute in un dissidio dovuto a uno spinello. Più precisamente si tratta dello spinello che un romeno di 28 anni residente a Muggiò ha trovato in fotografia nel cellulare della figlia. Visto che...

Sei persone denunciate, un romeno per minacce e cinque italiani per lesioni, dai Carabinieri della Compagnia di Desio che hanno concluso martedì l'indagine su un'aggressione che si era verificata il giorno di Pasquetta. Persone che risiedono in vari Comuni della Brianza e che, a vario titolo, sono intervenute in un dissidio dovuto a uno spinello. Più precisamente si tratta dello spinello che un romeno di 28 anni residente a Muggiò ha trovato in fotografia nel cellulare della figlia. Visto che la bambina frequenta le scuole medie e che lui era intenzionato a proteggerla da cattivi giri, dopo aver preteso spiegazioni sul perché e sulle sue frequentazioni, le ha chiesto di poter parlare con i genitori dei suoi amici. In tutta risposta il giorno di Pasquetta, verso le 17, questi l'hanno atteso sotto casa e lo hanno aggredito: per lui si è reso necessario un controllo al pronto soccorso dell'ospedale San Gerardo di Monza dov'è stato giudicato guaribile in dieci giorni. Naturalmente si è recato anche dai Carabinieri per la denuncia, con l'inevitabile avvio delle indagini. I militari hanno fatto il loro lavoro, arrivando a bussare alla porta di cinque italiani: T.R. di 46 anni residente a Desio, B.A. di 23 anni residente a Brugherio, P.S. di 35 anni residente a Lissone e pregiudicato, suo fratello G.S. di 25 anni residente a Sovico, B.M. di 34 anni residente a Gerenzano e pregiudicato. Nelle loro abitazioni, in tutto, nel corso dei controlli sono stati trovati tre coltelli a serramanico, due pistole a salve private del tappo rosso, un dissuasore elettrico. Il problema è che mentre i Carabinieri svolgevano le indagini, anche il romeno aggredito si è dato da fare per capire che lo aveva malmenato. Curiosità legittima, ma si è mosso nel modo sbagliato: visto che alla scena aveva assistito un minore, per convincerlo a spifferare i nomi gli ha inviato la fotografia di una mano che stringe una pistola. Alla fine, mentre i suoi aggressori sono stati denunciati per lesioni, è scattata la denuncia a piede libero anche per lui per le minacce.

2 commenti

Raul :
Sonno il rumeno di 28 anni la foto mandata al ragazzino ,l'ho mandata al ragazzino dopo 4 giorni che non dormivo avevo paura che aggrediscono la figlia o la mamma , P.S. di 35 anni residente a Lissone sta sempre al bar vicino alla scuola dove va la figlia , un giorno l'ha guardava con un sguardo minaccioso la figlia , penso che ogni padre italiano o straniero avrebbe fatto l'ho stesso gesto , sappiamo benissimo quanto durano le indagini e le identificazioni , se mi aggredivano di nuovo con coltelli una sera che tornavo acasa o la figlia o la mamma? il giorno di pascqqueta che sonno venuti da me armati o provato a chiamare le forze di ordine mi hanno colpito da dietro e mi hanno rotto il telefono . | martedì 05 maggio 2015 12:00 Rispondi
redazione :
Buonasera, il compito del giornalista è quello di 'registrare' fatti e di darne notizia senza entrare nel merito dell'accaduto. A fronte di questo suo commento, però, ci sentiamo di dire che quando si teme che uno dei familiari possa correre rischi, è doveroso andare dai Carabinieri. Ma poi bisogna lasciare che siano loro a svolgere le indagini con i mezzi consentiti dalla legge. | martedì 05 maggio 2015 12:00 Rispondi