Il Movimento 5 Stelle: "Sì alla vaccinazione, no all'obbligo"
Il Consiglio regionale ha deciso di istituire la vaccinazione quale requisito fondamentale per l'iscrizione dei bambini agli asili nido e alle scuola materne. Il Movimento 5 Stelle, che aveva votato contro la mozione, spiega che avrebbe preferito una informazione capillare
"Non siamo stati, non siamo e non saremo mai contrari alle vaccinazioni obbligatorie né abbiamo mai contestato la loro utilità. Siamo contrari alla coercizione dei cittadini: i genitori devono essere informati e convinti alla vaccinazione dei figli come scelta consapevole e non, come vorrebbe la Regione Lombardia, costretti a vaccinare i loro figli. Non si farà altro che aumentare la confusione su di un tema delicatissimo". E' il parere d Dario Violi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, sulla mozione approvata nei giorni scorsi al Pirellone sull’obbligatorietà dei vaccini per i bambini che si iscrivono all’asilo (nido e materno, sia pubblici sia privati), che ha visto il voto contrario del M5S.
"I numeri delle vaccinazioni in Lombardia - spiega Violi - parlano molto chiaramente e la copertura è ampiamente al di sopra delle soglie di sicurezza: non serve escludere i bambini dagli asili per convincere i genitori a vaccinarli. Per di più una Regione non può rendere obbligatorio ciò che non lo è per la Legge nazionale e nemmeno discriminare i bambini nell'ambito dell'educazione pubblica sulla base di scelte dei loro genitori. Si rischiano frizioni assurde tra genitori con figli vaccinati e no".
Per il consigliere pentastellato "non sono gli obblighi, le sanzioni o le imposizioni a fare la differenza ma una chiara e capillare informazione, che è proprio quella non esiste oggi in Lombardia".
"I numeri delle vaccinazioni in Lombardia - spiega Violi - parlano molto chiaramente e la copertura è ampiamente al di sopra delle soglie di sicurezza: non serve escludere i bambini dagli asili per convincere i genitori a vaccinarli. Per di più una Regione non può rendere obbligatorio ciò che non lo è per la Legge nazionale e nemmeno discriminare i bambini nell'ambito dell'educazione pubblica sulla base di scelte dei loro genitori. Si rischiano frizioni assurde tra genitori con figli vaccinati e no".
Per il consigliere pentastellato "non sono gli obblighi, le sanzioni o le imposizioni a fare la differenza ma una chiara e capillare informazione, che è proprio quella non esiste oggi in Lombardia".
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