Legambiente: "Comuni senza scuse, ora la riduzione del consumo di suolo dipende da loro"

La Regione Lombardia ieri ha approvato la modifica alle legge 31/2014. Legambiente non usa parole tenere nei confronti della Giunta Maroni, ma ora avverte i Comuni: la riduzione del consumo di suolo è sta solo alla scelta dei singoli consigli comunali

Ieri mattina in Consiglio Regionale è stata approvata la legge di modifica della 31/2014. Più prosaicamente, quella che Legambiente ha ribattezzato, contestandola, come 'legge ammazzasuolo' per smascherare quelli che considera artifici terminologici e procedurali che contemplano la possibilità di continuare a realizzare edifici e infrastrutture su terreni agricoli senza che vengano considerati consumo di suolo.  

Al raggiungimento della scadenza dei 30 mesi la norma prevedeva l'applicazione in tutti i comuni lombardi del 'limite di consumo di suolo', da attuarsi attraverso una cascata di provvedimenti che avrebbero già dovuto approdare alla modifica dei piani territoriali delle province e dei piani urbanistici comunali (PGT).

Cosa che, come previsto da Legambiente, non è avvenuta in quanto solo ieri, quasi alla scadenza del trentesimo mese, è stato approvato il primo passo di questo provvedimento, il piano territoriale regionale.

"La Regione - commentano da Legambiente - ha preso atto del fallimento, e con la legge votata oggi il Consiglio ha scelto di procrastinare le scadenze: ora la tabella di marcia prevede la convalida dei piani delle Province entro il maggio 2019, e poi toccherà ai Comuni adeguare i loro PGT. Fino ad allora (ma in realtà anche dopo, visto che il limite previsto dal PTR non ha carattere prescrittivo) i Comuni ritornano ad essere padroni delle loro scelte urbanistiche, per di più con maggiori possibilità di manovra, visto che la nuova legge consente loro di spostare a piacimento gli ambiti di trasformazione".

"La Regione ha calato la maschera: la procedura della legge 31 è fallita e non resta che restituire ai Comuni la completa potestà in materia di modifica dei PGT. – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Le norme che prevedono, in un futuro ancora remoto, che i comuni debbano diminuire sia pur di poco le esagerate previsioni di nuova urbanizzazione, in realtà per ora sono solo indirizzi. Con il nuovo testo viene sanata la contraddizione della legge 31/14 che, fingendo di voler ridurre il consumo di suolo, impediva ai comuni di approvare qualsiasi variante, anche quelle in riduzione, e spingeva gli operatori a presentare piani attuativi. Le amministrazioni locali non avranno più scuse: la scelta di un futuro libero da nuove colate di cemento ricade su di loro".


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