Legambiente: "Il piano regionale della mobilità e dei trasporti è fermo al secolo scorso"

Nel giorno in cui dev'essere discusso il piano regionale della mobilità e dei trasporti, Legambiente passa all'attacco. E accusa il Pirellone di avere non solo un documento fermo al secolo scorso, ma anche idee poco chiare sulla battaglia contro le emissioni di smog

Fine della crescita della motorizzazione privata e una riduzione della stessa nelle aree urbane; più zone servite da infrastrutture ferroviarie; perdita di competitività del trasporto merci su ferro; aumento di domanda e di viaggiatori sui mezzi di trasporto collettivo. Sono i principali elementi emersi dall’analisi contenuta nel PRMT (Programma Regionale Mobilità e Trasporti) di Regione Lombardia, che risponde a questo quadro complesso con una soluzione perentoria e certamente non condivisa da Legambiente: servono più autostrade.

Procede a ritmi serrati la discussione sul programma regionale della mobilità e dei trasporti: il documento cardine della programmazione delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità delle persone e delle merci, atteso da decenni (si consideri che l'ultimo piano trasporti approvato in Lombardia risale al 1982). Domani la commissione infrastrutture del Consiglio Regionale ne affronterà e concluderà l'esame. Il voto finale dell'assemblea legislativa, invece, è atteso entro luglio.
 
"Dal secolo scorso - afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - chiediamo che la Regione si doti di un piano fondato su dati solidi e aggiornati, perché siano considerati come priorità gli investimenti pubblici per l’implementazione di opere necessarie allo sviluppo di una mobilità sostenibile. Dopo molti anni, finalmente, la Regione avrà il suo programma sui trasporti. Peccato che, leggendolo, si ha la sensazione precisa che si tratti di un piano fermo proprio al secolo scorso".

Dall’analisi del programma regionale emerge anche un dato chiaro per quanto riguarda il conto dei chilometri di nuove infrastrutture: da qui al 2020 si prevedono 198 km di nuove autostrade e solo 12 km di nuove ferrovie regionali. "Una discrasia - affermano da Legambiente - che si spiega con una manipolazione dei dati reali riguardanti il trasporto lombardo: nel piano, ad esempio, si dichiara che la Lombardia con i suoi 710 km di rete autostradale sarebbe molto al di sotto dello standard europeo, citando a supporto il dato di una regione molto particolare, qual è la Renania-Vestfalia. Il Land tedesco batte la Lombardia, quanto a densità della rete autostradale, 64,5 contro 30 km ogni 1000 kmq di territorio. Peccato, però, che il dato sia viziato dalla diversa definizione di cosa sia un’autostrada in Germania rispetto all'Italia: una superstrada come la SS38 in Germania sarebbe classificata come autostrada. In particolare, inoltre, incide il fatto che la densità media autostradale in Europa, secondo Eurostat, è di soli 8,6 km/1000 Kmq: anche Paesi come Francia, Austria, Gran Bretagna, Spagna hanno una densità della rete autostradale molto più bassa di quella della Lombardia, superata solo da Germania e Paesi Bassi".

"Sulla mappa della Lombardia del prossimo futuro - afferma l'associazione ambientalista - troviamo ancora i tracciati che sono stati a lungo un tormento per i territori interessati: le autostrade TIBRE, Cremona-Mantova, Broni-Mortara, Lecco-Varese, IPB, Valtrompia. Solo un emendamento in Consiglio Regionale ha stralciato, fortunatamente, la pessima idea di una nuova Tangenziale Ovest Esterna di Milano. Per il resto non si legge alcun ripensamento della Regione su infrastrutture già contestate, come il terzo ponte sul Po a Cremona, il tunnel dello Stelvio o il raccordo Vigevano-Malpensa".

"In una regione che dovrebbe affrontare la sfida della lotta allo smog e alle emissioni climalteranti, e che dichiara di voler fermare il consumo di suolo, torniamo a pensare ad autostrade e traffico in crescita? La lezione di Brebemi, dunque, non è bastata? Questo piano non immagina una regione più efficiente e competitiva nei propri servizi di mobilità, ma l'incubo di una Lombardia asfaltata, inquinata e congestionata da auto e TIR”, conclude Meggetto.