Legambiente: "Inaccettabile pensare a 12 nuovi km di ferrovia contro 315 km di autostrade"

Il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti non piace a Legambiente Lombardia: la presidente Barbara Meggetto, in particolar modo, si scaglia contro la volontà di potenziare la rete autostradale invece di mettere mano al sistema ferroviario

Nei giorni scorsi al Pirellone è stato approvato il Piano Regionale per la Mobilità e i Trasporti. Un corposo documento che comporta investimenti per 15 miliardi di euro e che, nelle intenzioni di chi governa la Lombardia, è destinato a migliorare la mobilità sul territorio e a ridurre l'inquinamento atmosferico.

Non tutti, però, condividono questo pensiero. Tra gli oppositori c'è anche Legambiente che, a margine della votazione, ha diffuso un comunicato stampa per spiegare tutta la sua contrarietà:


Solo un emendamento ha fermato l'inutile Toem-tangenziale Ovest Esterna, per il resto non si legge alcun ripensamento della Regione su infrastrutture già contestate, come il terzo ponte sul Po a Cremona, il tunnel dello Stelvio o il raccordo stradale Vigevano-Malpensa. Si tratta di uno spreco di risorse, un ingiustificato consumo di suolo e un’inutile cementificazione, vista anche l’assenza della domanda di traffico che le giustifichi. È questo il giudizio dell'associazione ambientalista sul nuovo programma della mobilità e dei trasporti di Regione Lombardia: un documento che dovrebbe essere importante per la programmazione delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità delle persone e delle merci, atteso da decenni (l'ultimo piano approvato in Lombardia, infatti, risale al 1982). Tanta attesa, però, non ha prodotto il risultato sperato: il piano non convince Legambiente, che lo ritiene un programma privo chiare priorità, nonostante le carenze del trasporto pubblico siano quotidianamente sotto gli occhi dei pendolari.

“È finito il tempo delle liste infinite di grandi opere – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – La Regione stabilisca delle priorità precise e ci dica se vuole una Lombardia che guarda al futuro di una mobilità più sostenibile o vuole tornare al passato di progetti di autostrade miseramente falliti. In una regione che dovrebbe affrontare la sfida della lotta allo smog e che dichiara di voler fermare il consumo di suolo, la dura lezione di Brebemi e Pedemontana non può restare inascoltata”.

Il PRMT è un lungo elenco di opere stradali prive di copertura finanziaria, giustificato con un inesistente ritardo di dotazione autostradale. Le priorità infrastrutturali, invece, dovrebbero essere i potenziamenti ferroviari delle tratte convergenti sul nodo di Milano, come il quadruplicamento della Gallarate-Milano, il potenziamento della Milano-Como (anche in funzione dell’apertura del completamento dell’Alptransit svizzero), della Pavia-Milano e la riqualificazione a linea veloce dell’alta velocità Treviglio-Brescia-Verona per rispondere più efficacemente alla domanda pendolare/residenziale e al fabbisogno di trasporto merci. Il faraonico piano autostradale contenuto nel piano prevede entro il 2020 altri 315km di autostrade e solo 12km di nuove ferrovie regionali, in una Lombardia che ad oggi già detiene una densità autostradale 3 volte superiore alla media europea. Sulla mappa della Lombardia del prossimo futuro, infatti, troviamo ancora i tracciati che sono stati a lungo un incubo per i territori interessati: le autostrade TIBRE, Cremona-Mantova, Broni-Mortara, Lecco-Varese, IPB, Valtrompia.


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