Lentate: "Il sindaco Rivolta? Cento giorni di solitudine"
Una bocciatura senza riserve per il sindaco
Rosella Rivolta. Firmata
Massimiliano Costantin, capogruppo di Lentate Popolare che, con la ripresa dei lavori estivi e il raggiungimento dei primi cento giorni di governo, parte all'attacco per giudicare in modoe estremamente negativo l'inizio di questa nuova legislatura. "Il primo cittadino con il minor consenso elettorale degli ultimi vent'anni - dichiara Costantin - in campagna elettorale utilizzava lo slogan ...
Una bocciatura senza riserve per il sindaco
Rosella Rivolta. Firmata
Massimiliano Costantin, capogruppo di Lentate Popolare che, con la ripresa dei lavori estivi e il raggiungimento dei primi cento giorni di governo, parte all'attacco per giudicare in modoe estremamente negativo l'inizio di questa nuova legislatura. "Il primo cittadino con il minor consenso elettorale degli ultimi vent'anni - dichiara Costantin - in campagna elettorale utilizzava lo slogan 'Noi ci crediamo': noi, invece, alle sue proposte non abbiamo mai creduto. I fatti (o, meglio, le omissioni) ci danno ragione: basta leggere, per convincersene, la voce "I nostri primi cento giorni" del programma di Rosella & Co.: parole, alle quali non hanno fatto seguito fatti, ma solo qualche timido ed errato tentativo di amministrare un paese senza capacita'. L'unica promessa mantenuta è stata quella di "approvare il bilancio di previsione", pena lo scioglimento del nuovo Consiglio comunale. L'occasione, tuttavia, è mancata: la sinistra lentatese non ha modificato quasi nulla della proposta dell'uscente
Massimo Sasso, con il risultato di dar seguito ad un programma amministrativo (da alcuni definito "da macelleria sociale") che neppure la destra-leghista lentatese ha avuto il coraggio di imporci". Costantin entra nel merito di diversi atti e di diverse scelte adottate: "Il Pgt non e' stato rivisto, ma messo nel limbo in nome di uno pseudo ambientalismo che confonde lo sviluppo del paese con il giardino del vicino di casa. Il "forum permanente" e il "tavolo di lavoro" su Pedemontana - iniziative che non hanno costi, ma presuppongono disponibilità al confronto e tempo da dedicare ai Lentatesi - sono solo una promessa elettorale disattesa. Le uniche decisioni sul tema di Rivolta & Co. (due letterine alla Società autostradale) sono state prese minando la coesione di una comunità: via Fara contro via Monte Grappa, via Padova contro via XXIV Maggio. Non un soldo per rendere funzionale il sottopassaggio della stazione e 400mila euro per demolire la copertura dell'ex Parco Militare in nome di un pericolo per la salute pubblica che e' stato prontamente smentito dai tecnici. Quei soldi potevano, quindi, essere spesi meglio. Non per altro, ma per adempiere all'impegno di riqualificare quelle "zone intorno alla stazione di Camnago" che oggi chiedono una diversa viabilità, meno polvere in casa e più sicurezza stradale. E' il caso di via XXIV Maggio, dove la realizzazione di un marciapiede e di un parcheggio in prossimità delle abitazioni prospicienti alla zona cave potrebbe migliorare di gran lunga la qualità di vita dei residenti, insieme alla capacita' di imporre una viabilità alternativa ai mezzi pesanti". Naturalmente il giudizio negativo si chiude con una frecciata in ricordo di un poco oxfordiano gesto dell'ombrello che qualcuno dell'entourage del sindaco ha rivolto ai genitori di Cimnago al termine di una seduta di Consiglio comunale: "In questi primi cento giorni non c'è stato solo il silenzio dell'inazione, ma anche il rumore del gesto maleducato di chi ha curato la campagna elettorale di Rivolta & Co.: a chi protestava per la bugia "Non chiuderemo mai la scuola materna di Cimnago", e' stata detta - per la prima volta e ad urne chiuse - la verità: tiè!".
Rosella Rivolta. Firmata
Massimiliano Costantin, capogruppo di Lentate Popolare che, con la ripresa dei lavori estivi e il raggiungimento dei primi cento giorni di governo, parte all'attacco per giudicare in modoe estremamente negativo l'inizio di questa nuova legislatura. "Il primo cittadino con il minor consenso elettorale degli ultimi vent'anni - dichiara Costantin - in campagna elettorale utilizzava lo slogan 'Noi ci crediamo': noi, invece, alle sue proposte non abbiamo mai creduto. I fatti (o, meglio, le omissioni) ci danno ragione: basta leggere, per convincersene, la voce "I nostri primi cento giorni" del programma di Rosella & Co.: parole, alle quali non hanno fatto seguito fatti, ma solo qualche timido ed errato tentativo di amministrare un paese senza capacita'. L'unica promessa mantenuta è stata quella di "approvare il bilancio di previsione", pena lo scioglimento del nuovo Consiglio comunale. L'occasione, tuttavia, è mancata: la sinistra lentatese non ha modificato quasi nulla della proposta dell'uscente
Massimo Sasso, con il risultato di dar seguito ad un programma amministrativo (da alcuni definito "da macelleria sociale") che neppure la destra-leghista lentatese ha avuto il coraggio di imporci". Costantin entra nel merito di diversi atti e di diverse scelte adottate: "Il Pgt non e' stato rivisto, ma messo nel limbo in nome di uno pseudo ambientalismo che confonde lo sviluppo del paese con il giardino del vicino di casa. Il "forum permanente" e il "tavolo di lavoro" su Pedemontana - iniziative che non hanno costi, ma presuppongono disponibilità al confronto e tempo da dedicare ai Lentatesi - sono solo una promessa elettorale disattesa. Le uniche decisioni sul tema di Rivolta & Co. (due letterine alla Società autostradale) sono state prese minando la coesione di una comunità: via Fara contro via Monte Grappa, via Padova contro via XXIV Maggio. Non un soldo per rendere funzionale il sottopassaggio della stazione e 400mila euro per demolire la copertura dell'ex Parco Militare in nome di un pericolo per la salute pubblica che e' stato prontamente smentito dai tecnici. Quei soldi potevano, quindi, essere spesi meglio. Non per altro, ma per adempiere all'impegno di riqualificare quelle "zone intorno alla stazione di Camnago" che oggi chiedono una diversa viabilità, meno polvere in casa e più sicurezza stradale. E' il caso di via XXIV Maggio, dove la realizzazione di un marciapiede e di un parcheggio in prossimità delle abitazioni prospicienti alla zona cave potrebbe migliorare di gran lunga la qualità di vita dei residenti, insieme alla capacita' di imporre una viabilità alternativa ai mezzi pesanti". Naturalmente il giudizio negativo si chiude con una frecciata in ricordo di un poco oxfordiano gesto dell'ombrello che qualcuno dell'entourage del sindaco ha rivolto ai genitori di Cimnago al termine di una seduta di Consiglio comunale: "In questi primi cento giorni non c'è stato solo il silenzio dell'inazione, ma anche il rumore del gesto maleducato di chi ha curato la campagna elettorale di Rivolta & Co.: a chi protestava per la bugia "Non chiuderemo mai la scuola materna di Cimnago", e' stata detta - per la prima volta e ad urne chiuse - la verità: tiè!".