Meda, 1 maggio 1913: la città era orgogliosa del suo teatro

Era il 1* maggio 1913 - ci segnala
Rina Del Pero - e in Via Indipendenza venne inaugurato il Teatro
Giannino Antona Traversi, annesso alla sede dell'Associazione Pro-Meda, con una capienza di 800 posti. "Un evento straordinario per Meda e per i suoi cittadini e numerosi furono anche gli artisti, i letterati, i commediografi e i giornalisti italiani che intervennero alla manifestazione: dall'attore Palmarini, a S.Lopez, P. De Luca, Raffaello Barbiera, L.Beva...

Era il 1* maggio 1913 - ci segnala

Rina Del Pero - e in Via Indipendenza venne inaugurato il Teatro

Giannino Antona Traversi, annesso alla sede dell'Associazione Pro-Meda, con una capienza di 800 posti. "Un evento straordinario per Meda e per i suoi cittadini e numerosi furono anche gli artisti, i letterati, i commediografi e i giornalisti italiani che intervennero alla manifestazione: dall'attore Palmarini, a S.Lopez, P. De Luca, Raffaello Barbiera, L.Bevacqua, R.Simoni, Silvio Zimbaldi, Cottalorda e il pubblicista argentino Allò". Meda, del resto, aveva l'obbligo morale di ricordare il suo illustre personaggio e grande benefattore, nato a Milano il 7 marzo 1860 e morto a Verona il 27 dicembre 1939, senatore del Regno , ma anche sostenitore dell'Asilo Infantile, promotore della Biblioteca Popolare e del Sacrario ai Caduti di Guerra di questa città. "Il teatro fu costruito - spiega Del Pero - sulla proprietà di

Riccardo Besana su progetto dell'ing. Natale Bizzozzero, con licenza protocollata al nr.917 del 23 maggio 1912. Fu lo stesso Giannino Antona Traversi a inaugurare questo stupendo teatro affermando che ...'il teatro è ancora, fra tante menzogne di vita individuale e sociale, l'unico esempio della sincerità...'. Alle ore 14 'precise', come stampato sul manifesto dalla tipografia Salice, dopo il discorso inaugurale, la Drammatica Compagnia Italiana Palmarini-Grassi rappresentò il dramma in tre atti 'Viaggio di Nozze' e nell'intervallo 'prestò servizio' l'Orchestra Pro Meda diretta dal Maestro Ettore Pozza.  In cent'anni questo pezzo di storia e di cultura medese deve averne viste tante anche quando fu abbattuta la sala e soprattutto, non si ritenne che Meda aveva e ha ancora bisogno di teatro".