Meda, alluvione: "Il Comune ci ha negato i sacchi di sabbia"
"Abbiamo chiesto i sacchi di sabbia per proteggerci dall'esondazione, il Comune ce li ha negati perché siamo dei privati. A quanto pare non contiamo nulla agli occhi dei nostri amministratori e conta poco il fatto che già a luglio abbiamo subito ingenti danni per l'alluvione". A parlare è uno dei residenti di via Luigi Rho. Scoraggiato per quanto è accaduto, spaventato perché la moglie in dolce attesa e ormai prossima al termine ha dovuto subire un secondo choc dopo la prima esondazione dell'...
"Abbiamo chiesto i sacchi di sabbia per proteggerci dall'esondazione, il Comune ce li ha negati perché siamo dei privati. A quanto pare non contiamo nulla agli occhi dei nostri amministratori e conta poco il fatto che già a luglio abbiamo subito ingenti danni per l'alluvione". A parlare è uno dei residenti di via Luigi Rho. Scoraggiato per quanto è accaduto, spaventato perché la moglie in dolce attesa e ormai prossima al termine ha dovuto subire un secondo choc dopo la prima esondazione dell'8 luglio. "Allora - racconta con voce sommessa - abbiamo avuto in casa più di un metro e mezzo d'acqua. Significa danni notevoli: mobili, pavimentazione in legno, pareti, impianti elettrici. Ora il livello dell'acqua è inferiore, ma di certo avremmo evitato volentieri questa ulteriore spesa. Una cosa è certa: noi da qui, visto che nessuno ci aiuta, scappiamo". Il riferimento è alla richiesta di sacchi di sabbia che ha avanzato alla Polizia locale e alla Protezione civile senza ottenere nulla in cambio: "Mi hanno detto che ai privati non li danno, un po' come sentirmi dire 'arrangiati', davvero un atteggiamento brutto. Così com'è brutto non vedere nessuno dell'amministrazione comunale in questi momenti di pericolo. Poi quando è tutto asciutto e a posto si fanno vedere. La notte? Passata dai parenti, così come le settimane successive all'esondazione di luglio. No, il Comune non si è preoccupato di noi". Domenica 16, nella mattinata successiva all'esondazione, abbiamo fatto un giro nel quartiere più disastrato. C'era molta delusione, unita a un misto di rabbia nei confronti del Comune: "Il giorno prima del danno si fanno vedere tutti i politici - la frase più ricorrente - ma quando c'è da pulire siamo qui soltanto noi". In vicolo Rho ci spiegano che il Tarò è uscito piano piano. Per fortuna, preparati, avevano già svuotato i garage. Acqua anche nelle cantine, ma dal retro. Non c'erano sacchi di sabbia a protezione, il fiume è esondato verso le 18.15. "Quando hanno fatto l'argine dall'altra parte - borbotta un residente - si sono dimenticati di noi. Ovvio che adesso l'acqua viene tutta qui". Un altro gli fa eco: "Per pulire siamo qui con la canna dell'acqua per rimuovere il fango. Vedrai che bolletta. Oltre al danno avremo anche la beffa". Tutti sono nei cortili o nei capannoni a rimboccarsi le maniche, spalare, svuotare secchi. Qualcuno, pur nella fatica e nella rabbia, trova anche il tempo di fermarsi e allargare le braccia: "E' andata così, lo sapevamo, lo sapevano tutti e nessuno ha fatto qualcosa per impedirlo. Però un grazie sincero ai ragazzi della Protezione civile che hanno condiviso con noi questi momenti difficili". [gallery ids="21108,21109,21110,21111,21112,21113"]