Meda, Busnelli: "Meda in mano ai giudici per due candidati che valgono il 21%"

Prima
Gianni Caimi, poi
Giorgio Taveggia. E poi di nuovo Caimi in attesa dell'ultimo ricorso e della decisione finale in programma l'1 aprile 2014. In mezzo a queste vicende, a questi ribaltoni, c'è anche chi non ne può più e vorrebbe avere al più presto una certezza qualcuno in grado di governare a pieno titolo. Tra questi anche
Vermondo Busnelli, capogruppo della lista Meda per Tutti, che dopo aver invocato più volte l'opportunità di tor...

Prima

Gianni Caimi, poi

Giorgio Taveggia. E poi di nuovo Caimi in attesa dell'ultimo ricorso e della decisione finale in programma l'1 aprile 2014. In mezzo a queste vicende, a questi ribaltoni, c'è anche chi non ne può più e vorrebbe avere al più presto una certezza qualcuno in grado di governare a pieno titolo. Tra questi anche

Vermondo Busnelli, capogruppo della lista Meda per Tutti, che dopo aver invocato più volte l'opportunità di tornare al voto per uscire da questo immobilismo, ci ha inviato una lettera per manifestare tutto il suo disappunto.

In questi giorni si torna a parlare del caso Meda, cioè della paralisi di una città “spaccata in due” dal voto elettorale del 2012 e dell’incapacità politica di uscire da questa situazione.  In questo blog dimostro che in realtà Meda non è “spaccata in due”, ma è la legge elettorale che lo fa apparire. Ecco i numeri. Caimi e Taveggia hanno raccolto voti nel primo turno elettorale pari rispettivamente a 13% e 16%. Questi numeri indicano il reale livello di consenso dei due candidati e delle loro rispettive coalizioni. Al secondo turno Caimi e Taveggia hanno ottenuto entrambi il 21% di preferenze dei Medesi aventi diritto di voto; l’altro 58% non ha votato o ha dato il proprio consenso a nessuno dei due (voti nulli o schede bianche). Questi i numeri.

Morale. Punto primo: sia Caimi sia Taveggia rappresentano solo il 21% dei cittadini Medesi aventi diritto di voto.  Punto secondo: l’attuale legge elettorale maggioritaria dà a Caimi o a Taveggia (a turno, secondo le variabili decisioni dei giudici) ben il 65% di rappresentanza in consiglio comunale per decidere su cosa fare o non fare a Meda. Cioè, lo spread tra reale rappresentanza (21% di consenso) ed effettivo potere di governo (65% di seggi) e di ben 44 punti percentuali.

Concludendo, chi dice che Meda è “spaccata in due” dice una non-verità. La verità è che la stragrande maggioranza dei Medesi non ha votato né Caimi né Taveggia e che ognuno dei due rappresenta solo un quinto dei Medesi. Se i due contendenti sapessero e volessero leggere attentamente i dati elettorali avrebbero un comportamento molto diverso nei confronti della città e delle altre forze politiche rappresentate in consiglio. Vermondo Busnelli