Meda: "Caimi e Taveggia? Potevano amministrare insieme"
La sentenza finale non è ancora arrivata. L'1 aprile era attesa una decisione definitiva sulla scelta del sindaco della città, ma sia
Gianni Caimi (Partito Democratico) sia
Giorgio Taveggia (Lega Nord) devono ancora attendere. Con loro tutta la città, sempre più incredula per la vicenda e ormai curiosa di sapere in ogni caso come andrà a finire. Nel frattempo
Vermondo Busnelli, capogruppo di Meda per Tutti, esprime il suo malcontento pubbl...
La sentenza finale non è ancora arrivata. L'1 aprile era attesa una decisione definitiva sulla scelta del sindaco della città, ma sia
Gianni Caimi (Partito Democratico) sia
Giorgio Taveggia (Lega Nord) devono ancora attendere. Con loro tutta la città, sempre più incredula per la vicenda e ormai curiosa di sapere in ogni caso come andrà a finire. Nel frattempo
Vermondo Busnelli, capogruppo di Meda per Tutti, esprime il suo malcontento pubblicamente. Lo aveva già fatto in precedenza, lo ribadisce con un comunicato diffuso ai giornali nel weekend e che, come sempre, trova spazio anche su questo sito.
Leggo stupito cronaca e commenti su mezzi di comunicazione che tendono a ridurre la vicenda medese dei due sindaci in sospeso da due anni come una mera questione giuridica. Peraltro sono note a tutti le lungaggini del sistema giudiziario italiano: non è questa una novità! Qualcuno ha anche scritto che nell’ultimo consiglio i protagonisti non abbiano fatto cenno alla recente udienza del consiglio di stato (non ancora resa nota) per scaramanzia; io ritengo per pudore!
La situazione precaria della vita amministrativa di Meda negli ultimi due anni è frutto della mancanza di volontà dei due contendenti (Caimi e Taveggia) e dei relativi partiti (PD e Lega) di essere protagonisti nel trovare soluzioni invece che demandarle alla magistratura. La vicenda è politica prima ancora che giudiziaria. Qualunque sarà la conclusione giuridica, questa vicenda ha dimostrato la rinuncia della politica a decidere ed è stato un errore con le inevitabili conseguenze sulla vita della comunità medese. Le alternative c'erano. Innanzitutto prendere atto del risultato di parità dei due candidati: Caimi e Taveggia rappresentano rispettivamente il 13 e 16% del consenso dei cittadini con diritto di voto al primo turno ed entrambi il 21% al ballottaggio (l'altro 58% non ha votato o non si è espresso a favore dell'uno né dell'altro). Conseguentemente, potevano trovare un accordo e amministrare la città da alleati con un programma di priorità condivise oppure rimettere la decisione ai Medesi con una nuova votazione, peraltro a costo zero in abbinamento al turno elettorale nazionale e regionale.
Il risultato finale della Sentenza del Consiglio di Stato potrà essere utile all’uno o all’altro schieramento politico. La vicenda non è stata utile alla comunità medese. Vermondo Busnelli
Gianni Caimi (Partito Democratico) sia
Giorgio Taveggia (Lega Nord) devono ancora attendere. Con loro tutta la città, sempre più incredula per la vicenda e ormai curiosa di sapere in ogni caso come andrà a finire. Nel frattempo
Vermondo Busnelli, capogruppo di Meda per Tutti, esprime il suo malcontento pubblicamente. Lo aveva già fatto in precedenza, lo ribadisce con un comunicato diffuso ai giornali nel weekend e che, come sempre, trova spazio anche su questo sito.
Leggo stupito cronaca e commenti su mezzi di comunicazione che tendono a ridurre la vicenda medese dei due sindaci in sospeso da due anni come una mera questione giuridica. Peraltro sono note a tutti le lungaggini del sistema giudiziario italiano: non è questa una novità! Qualcuno ha anche scritto che nell’ultimo consiglio i protagonisti non abbiano fatto cenno alla recente udienza del consiglio di stato (non ancora resa nota) per scaramanzia; io ritengo per pudore!
La situazione precaria della vita amministrativa di Meda negli ultimi due anni è frutto della mancanza di volontà dei due contendenti (Caimi e Taveggia) e dei relativi partiti (PD e Lega) di essere protagonisti nel trovare soluzioni invece che demandarle alla magistratura. La vicenda è politica prima ancora che giudiziaria. Qualunque sarà la conclusione giuridica, questa vicenda ha dimostrato la rinuncia della politica a decidere ed è stato un errore con le inevitabili conseguenze sulla vita della comunità medese. Le alternative c'erano. Innanzitutto prendere atto del risultato di parità dei due candidati: Caimi e Taveggia rappresentano rispettivamente il 13 e 16% del consenso dei cittadini con diritto di voto al primo turno ed entrambi il 21% al ballottaggio (l'altro 58% non ha votato o non si è espresso a favore dell'uno né dell'altro). Conseguentemente, potevano trovare un accordo e amministrare la città da alleati con un programma di priorità condivise oppure rimettere la decisione ai Medesi con una nuova votazione, peraltro a costo zero in abbinamento al turno elettorale nazionale e regionale.
Il risultato finale della Sentenza del Consiglio di Stato potrà essere utile all’uno o all’altro schieramento politico. La vicenda non è stata utile alla comunità medese. Vermondo Busnelli