Meda: Enrico Galimberti, un libro che dà voce al passato
Gran successo di pubblico per la presentazione del libro di
Enrico Galimberti "Nunch striuni dè Medè e ul nost dialètt" (noi stregoni di meda e il nostro dialetto) presso la sala civica “Radio” organizzato dalla Pro Loco Pro Meda, con il patrocinio dell'assessorato alla cultura e di Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d'Italia). Non si è trattata di una semplice serata culturale ma di un vero e proprio spettacolo amatoriale di teatro canzone dialettale, grazie al “mattatore” de...
Gran successo di pubblico per la presentazione del libro di
Enrico Galimberti "Nunch striuni dè Medè e ul nost dialètt" (noi stregoni di meda e il nostro dialetto) presso la sala civica “Radio” organizzato dalla Pro Loco Pro Meda, con il patrocinio dell'assessorato alla cultura e di Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d'Italia). Non si è trattata di una semplice serata culturale ma di un vero e proprio spettacolo amatoriale di teatro canzone dialettale, grazie al “mattatore” della serata
Antonio Colombo, neurologo ed ex primario dell'ospedale di Desio, al cantautore locale
Flavio Parotelli e alla partecipazione degli Amicis di Monza:
Mimmo Maspero e
Carlo Rossi. Grazie alle canzoni cantate da Parotelli e da Maspero il tempo sembrava fermarsi e tornare indietro, all'epoca delle canzoni da osteria dove la vita scorreva tra botteghe artigiane e gite “fuori porta” o magari nella vicina Svizzera. Non poteva certo mancare il riferimento ai vocaboli usati per designare gli artigiani locali oppure i mestieri che sono in via d'estinzione come l'intagliatore (intaiadur) , l'arrotino ( mulètè), il ciabattino ( ul bagat) oppure mestieri che non ci sono più come l'impagliatore di sedie (l'impaiadur di cadregh) o il cestaio ( ul cavagnin). “La particolarità di questo libro – dichiara Antonio Colombo – sta nel dare voce a un passato che a poco a poco riaffiora nella lettura di questo libro: pieno di parole, modi di dire della nostra Brianza. In particolare vorrei dare un consiglio a tutti coloro che leggeranno questa pubblicazione: sedetevi in poltrona, leggete questo libro ai vostri figli, ai vostri nipoti. Così facendo avrete dato risposta alla secolare domanda: dove sono coloro che ci hanno preceduto? Saranno chiaramente lì con voi, grazie all'opera di Enrico Garimberti”. “Nunch striuni dè Medé e ul nost dialèt” è un libro da leggere, gustare e anche ascoltare perché allegato al volume vi è l'audiolibro in cui l'autore legge ad alta voce i lemmi, i proverbi sia in dialetto sia in italiano. Infine è doveroso ricordare che il ricavato della vendita del libro andrà in beneficenza per aiutare i malati di glaucoma.
Enrico Galimberti "Nunch striuni dè Medè e ul nost dialètt" (noi stregoni di meda e il nostro dialetto) presso la sala civica “Radio” organizzato dalla Pro Loco Pro Meda, con il patrocinio dell'assessorato alla cultura e di Unpli (Unione Nazionale Pro Loco d'Italia). Non si è trattata di una semplice serata culturale ma di un vero e proprio spettacolo amatoriale di teatro canzone dialettale, grazie al “mattatore” della serata
Antonio Colombo, neurologo ed ex primario dell'ospedale di Desio, al cantautore locale
Flavio Parotelli e alla partecipazione degli Amicis di Monza:
Mimmo Maspero e
Carlo Rossi. Grazie alle canzoni cantate da Parotelli e da Maspero il tempo sembrava fermarsi e tornare indietro, all'epoca delle canzoni da osteria dove la vita scorreva tra botteghe artigiane e gite “fuori porta” o magari nella vicina Svizzera. Non poteva certo mancare il riferimento ai vocaboli usati per designare gli artigiani locali oppure i mestieri che sono in via d'estinzione come l'intagliatore (intaiadur) , l'arrotino ( mulètè), il ciabattino ( ul bagat) oppure mestieri che non ci sono più come l'impagliatore di sedie (l'impaiadur di cadregh) o il cestaio ( ul cavagnin). “La particolarità di questo libro – dichiara Antonio Colombo – sta nel dare voce a un passato che a poco a poco riaffiora nella lettura di questo libro: pieno di parole, modi di dire della nostra Brianza. In particolare vorrei dare un consiglio a tutti coloro che leggeranno questa pubblicazione: sedetevi in poltrona, leggete questo libro ai vostri figli, ai vostri nipoti. Così facendo avrete dato risposta alla secolare domanda: dove sono coloro che ci hanno preceduto? Saranno chiaramente lì con voi, grazie all'opera di Enrico Garimberti”. “Nunch striuni dè Medé e ul nost dialèt” è un libro da leggere, gustare e anche ascoltare perché allegato al volume vi è l'audiolibro in cui l'autore legge ad alta voce i lemmi, i proverbi sia in dialetto sia in italiano. Infine è doveroso ricordare che il ricavato della vendita del libro andrà in beneficenza per aiutare i malati di glaucoma.
Riccardo Borgonovo :
La mia mamma è nativa di Meda, ma non si ricorda perchè i medesi sono detti istrioni. Purtroppo non i nonni per poterlo chiedere. In attesa di notizie ringrazio anticipatamente | lunedì 04 aprile 2016 12:00 Rispondi