Meda: il cuore e la fierezza delle ucraine per la Festa della Donna
Sono le protagoniste silenziose. Le donne, preziose nella quotidianità, spesso sottovalutate per il sostegno che danno alla famiglia e alla crescita della nostra società. Lo sono anche le donne ucraine, da noi molto apprezzate per l'assistenza che garantiscono ai nostri familiari, e che stanno vivendo un periodo tutt'altro che semplice per le brutte notizie che arrivano dalla loro patria. Le ha incontrate Rina Del Pero, con la sua solita sensibilità, per inviarci queste righe da pubblicare ne...
Sono le protagoniste silenziose. Le donne, preziose nella quotidianità, spesso sottovalutate per il sostegno che danno alla famiglia e alla crescita della nostra società. Lo sono anche le donne ucraine, da noi molto apprezzate per l'assistenza che garantiscono ai nostri familiari, e che stanno vivendo un periodo tutt'altro che semplice per le brutte notizie che arrivano dalla loro patria. Le ha incontrate Rina Del Pero, con la sua solita sensibilità, per inviarci queste righe da pubblicare nella settimana che ci accompagna verso la Festa della Donna.
Piazza Cavour o meglio, Piazza della nostalgia. Come ogni domenica, che piova o tiri vento, si ritrovano tutte lì, da tempo da anni, sempre più numerose e oggi ancora più addolorate.
Incontriamo le donne ucraine che assistono i nostri nonni, le nostre mamme, in questa giornata di sole e tutte ci vogliono raccontare della loro terra, dei loro affetti, delle loro speranze.
La prima che si fa avanti è Ludmilla, da 11 anni in Italia e nativa di Nicolacev, città vicino ad Odessa . Ha una figlia, Alona, di 23 anni che studia a Kiev e pertanto le notizie che giungono dalla capitale dell' Ucraina sono aggiornate e costanti. In questi giorni di dura battaglia- ci racconta - i giovani studenti sono stati invitati a restare chiusi in casa ma, dopo i primi smarrimenti, sono scesi in campo per portare aiuti, viveri, medicinali a quanto erano a Maidan, simbolo della liberazione e della democrazia.
Felice che Julia, una donna, l'ex premier della rivoluzione arancione, sia stata liberata e con lei sarà più facile ottenere un passaggio corretto in vista delle prossime elezioni politiche indette per il prossimo 25 maggio.
Anche Olga, 73 anni, di Tornopivic vicino a Leopoli, vicino al confine ovest con la Polonia, che fino al 1939 era sotto dominio di questa nazione. E' una donna molto distinta e estremamente colta, fervente credente di religione cattolica greco-ortodossa. E' un'ex insegnante e ha svolto la sua attività per oltre 40 anni ottenendo una pensione statale di 100 euro mensili, è stata costretta a lasciare i suoi tre figli e quattro nipoti per contribuire alla sopravvivenza della sua famiglia. i Figli sono disoccupati e tutto il suo salario italiano viene inviato unitamente alla spesa di generi alimentari settimanale. E' addolorata per la situazione e anche preoccupata per l'estremismo che può ancora causare disordini. La vera tragedia dell'Ucraina - afferma - è nella povertà di valori mentre è ricca di tutte quelle materie che fanno gola alle economie spregiudicate. Il sottosuolo è ricchissimo di minerali e di gas naturali ed è questa la vera ragione che ha portato al governo il 'delegato' di Putin, che si è comperato le elezioni con i soldi russi. Spera in un Parlamento riformato dove i giovani, molto più acculturati degli uomini di regime, possano dare nuova dignità a questa terra.
Maria, da cinque anni in Italia, con gli occhi gonfi di lacrime, ci racconta della telefonata di questa mattina, con il fratello Valerio, ex poliziotto, che sta nelle formazioni partigiane a difesa del Parlamento e nella rimozione delle barricate. Lei gli ha consigliato di tornare a casa, dove ha la moglie incinta e un bambino di due anni, ma lui afferma che il suo impegno ora è quello soprattutto di garantire a loro un futuro giusto e libero. E' grata all'Italia che le consente una vita decorosa e ricorda che nel passato , chi possedeva un maiale, veniva tacciato di essere un capitalista e tutto era davvero gramo.
Tutte sono fiere del loro patriottismo e citano spesso Stefan Bandera, un eroe famoso al pari del nostro Garibaldi, affermano. Aveva studiato a Roma e al ritorno in patria era diventato il paladino di un'Ucraina unita e indipendente. Fu ucciso barbaramente ma il suo insegnamento è ancora attuale e presente. Una sua nipote, Maria, figlia di un fratello, ci racconta che la sua famiglia ha sempre sofferto la miseria: sua nonna dovette andare in Siberia, con tutti i figli, caricati su un carro agricolo mentre il nonno andò a lavorare in Argentina. Nulla per loro è cambiato: devono sempre lasciare terra e affetti per un pezzo di pane e di libertà.
Tutte chiedono di ringraziare il popolo italiano, che le ha sempre accolte e rispettate, e anche in questo tragico momento non hanno fatto mancare la solidarietà anche in modo concreto, consegnando medicine e altri generi di conforto. Solo Putin è responsabile di quanto avvenuto e non vogliono che l'Ucraina diventi un'altra Berlino : una parte in Europa e l'altra alla Russia. L'unità nazionale prima di tutto per una riappacificazione. Sono solidali con il popolo russo che soffre le stesse condizioni di vita critica, condannano i regimi, tutti e inviano alle donne un richiamo forte :'Svegliatevi donne russe'. Solo dalla nostra presenza e militanza si può credere in un mondo migliore per tutti.
Non chiedono vendetta per i tanti morti e per il presidente uscente, vogliono però, e lo ribadiscono a chiare lettere che quanto è successo non è un fatto interno di una nazione e che i crimini che sono stati commessi devono essere giudicati con fermezza da una corte internazionale, come è avvenuto per esempio i fatti di Bosnia, Serbia, Kosovo.
Non vogliono di soldi di Putin perché sono sporchi del sangue dei loro figli e fratelli.
Ci salutiamo con un abbraccio immenso, senza parole, senza retorica ma convinte che nessuna si sentirà sola nella nostra terra.
Piazza Cavour o meglio, Piazza della nostalgia. Come ogni domenica, che piova o tiri vento, si ritrovano tutte lì, da tempo da anni, sempre più numerose e oggi ancora più addolorate.
Incontriamo le donne ucraine che assistono i nostri nonni, le nostre mamme, in questa giornata di sole e tutte ci vogliono raccontare della loro terra, dei loro affetti, delle loro speranze.
La prima che si fa avanti è Ludmilla, da 11 anni in Italia e nativa di Nicolacev, città vicino ad Odessa . Ha una figlia, Alona, di 23 anni che studia a Kiev e pertanto le notizie che giungono dalla capitale dell' Ucraina sono aggiornate e costanti. In questi giorni di dura battaglia- ci racconta - i giovani studenti sono stati invitati a restare chiusi in casa ma, dopo i primi smarrimenti, sono scesi in campo per portare aiuti, viveri, medicinali a quanto erano a Maidan, simbolo della liberazione e della democrazia.
Felice che Julia, una donna, l'ex premier della rivoluzione arancione, sia stata liberata e con lei sarà più facile ottenere un passaggio corretto in vista delle prossime elezioni politiche indette per il prossimo 25 maggio.
Anche Olga, 73 anni, di Tornopivic vicino a Leopoli, vicino al confine ovest con la Polonia, che fino al 1939 era sotto dominio di questa nazione. E' una donna molto distinta e estremamente colta, fervente credente di religione cattolica greco-ortodossa. E' un'ex insegnante e ha svolto la sua attività per oltre 40 anni ottenendo una pensione statale di 100 euro mensili, è stata costretta a lasciare i suoi tre figli e quattro nipoti per contribuire alla sopravvivenza della sua famiglia. i Figli sono disoccupati e tutto il suo salario italiano viene inviato unitamente alla spesa di generi alimentari settimanale. E' addolorata per la situazione e anche preoccupata per l'estremismo che può ancora causare disordini. La vera tragedia dell'Ucraina - afferma - è nella povertà di valori mentre è ricca di tutte quelle materie che fanno gola alle economie spregiudicate. Il sottosuolo è ricchissimo di minerali e di gas naturali ed è questa la vera ragione che ha portato al governo il 'delegato' di Putin, che si è comperato le elezioni con i soldi russi. Spera in un Parlamento riformato dove i giovani, molto più acculturati degli uomini di regime, possano dare nuova dignità a questa terra.
Maria, da cinque anni in Italia, con gli occhi gonfi di lacrime, ci racconta della telefonata di questa mattina, con il fratello Valerio, ex poliziotto, che sta nelle formazioni partigiane a difesa del Parlamento e nella rimozione delle barricate. Lei gli ha consigliato di tornare a casa, dove ha la moglie incinta e un bambino di due anni, ma lui afferma che il suo impegno ora è quello soprattutto di garantire a loro un futuro giusto e libero. E' grata all'Italia che le consente una vita decorosa e ricorda che nel passato , chi possedeva un maiale, veniva tacciato di essere un capitalista e tutto era davvero gramo.
Tutte sono fiere del loro patriottismo e citano spesso Stefan Bandera, un eroe famoso al pari del nostro Garibaldi, affermano. Aveva studiato a Roma e al ritorno in patria era diventato il paladino di un'Ucraina unita e indipendente. Fu ucciso barbaramente ma il suo insegnamento è ancora attuale e presente. Una sua nipote, Maria, figlia di un fratello, ci racconta che la sua famiglia ha sempre sofferto la miseria: sua nonna dovette andare in Siberia, con tutti i figli, caricati su un carro agricolo mentre il nonno andò a lavorare in Argentina. Nulla per loro è cambiato: devono sempre lasciare terra e affetti per un pezzo di pane e di libertà.
Tutte chiedono di ringraziare il popolo italiano, che le ha sempre accolte e rispettate, e anche in questo tragico momento non hanno fatto mancare la solidarietà anche in modo concreto, consegnando medicine e altri generi di conforto. Solo Putin è responsabile di quanto avvenuto e non vogliono che l'Ucraina diventi un'altra Berlino : una parte in Europa e l'altra alla Russia. L'unità nazionale prima di tutto per una riappacificazione. Sono solidali con il popolo russo che soffre le stesse condizioni di vita critica, condannano i regimi, tutti e inviano alle donne un richiamo forte :'Svegliatevi donne russe'. Solo dalla nostra presenza e militanza si può credere in un mondo migliore per tutti.
Non chiedono vendetta per i tanti morti e per il presidente uscente, vogliono però, e lo ribadiscono a chiare lettere che quanto è successo non è un fatto interno di una nazione e che i crimini che sono stati commessi devono essere giudicati con fermezza da una corte internazionale, come è avvenuto per esempio i fatti di Bosnia, Serbia, Kosovo.
Non vogliono di soldi di Putin perché sono sporchi del sangue dei loro figli e fratelli.
Ci salutiamo con un abbraccio immenso, senza parole, senza retorica ma convinte che nessuna si sentirà sola nella nostra terra.