Meda, che sorpresa: la città ha le sue merlettaie
In occasione dell'11' Biennale Internazionale del Merletto inaugurata domenica 6 ottobre a Cantù, con stupore e piacere abbiamo trovato stampato sulla documentazione e sui cataloghi anche il nome di Meda perché tra le partecipanti risultano alcune concittadine identificate sotto l'insegna :'MEDA MERLETTI, gruppo amatoriale'. Per i più, quando si parla di pizzo, si intende quello di CANTU' ma veniamo subito smentite quanto le incontriamo perché l'approccio è decisamente troppo simpatico : anzi...
In occasione dell'11' Biennale Internazionale del Merletto inaugurata domenica 6 ottobre a Cantù, con stupore e piacere abbiamo trovato stampato sulla documentazione e sui cataloghi anche il nome di Meda perché tra le partecipanti risultano alcune concittadine identificate sotto l'insegna :'MEDA MERLETTI, gruppo amatoriale'. Per i più, quando si parla di pizzo, si intende quello di CANTU' ma veniamo subito smentite quanto le incontriamo perché l'approccio è decisamente troppo simpatico : anziché merlettaie si definiscono 'pizzaiole' e ci si ride sopra con gusto. Abbiamo voluto approfondire questa bella esperienza locale al femminile e la scoperta è stata davvero coinvolgente. In una realtà fatta quasi totalmente di design, alta tecnologia e ricerche super-mega-stellari, ritrovare il gusto del piccolo tessere attorno ad un pezzetto di legno tenero ,ma non troppo, dicono, il fusello, con filo di seta, su disegni o meglio 'cartine 'fitte di intrecci e ghirigori, che tanta pazienza e passione richiedono, ci riporta a dimensioni di arte pura, incontaminata, senza prezzo ma di infinito lavoro. Le incontriamo, queste merlettaie medesi, un poco restie a parlare di sé ma molto appassionate a parlare della loro splendida sfida. Si incontrarono, quasi casualmente, una decina di anni fa, ognuna portata a questa esperienza da motivazioni diverse : chi per hobby, chi per tradizione, chi per sfidare se stessa e chi voleva andare quasi controcorrente. In un contesto dove tutto è veloce, qui il tempo non ha peso; infatti per realizzare un pezzo di dimensioni medie, occorrono più di 100 ore di paziente lavoro, di fili, di spilli, ma soprattutto una vera predisposizione per il 'bello' . Ognuna portatrice della propria storia e della propria cultura, così nasce questa condivisione e soprattutto uno scambio totale di idee, di suggerimenti, di contributi. Con un pizzico d'orgoglio e di sana competizione, affermano di essere diverse dalle merlettaie di Cantù, che a volte son perfino gelose della propria arte e restie a trasmettere insegnamenti e piccoli trucchi del mestiere. Loro si scambiano tutto, è un gruppo aperto, solare, sanno fare squadra: per esempio Ambrogina realizza i disegni, Teresa fa da maestra a Marina,le altre commentano e suggeriscono, insomma è un bel dare e avere. Ci mostrano alcuni punti, tipo il gelosia, alcuni lavori già realizzati ed altri in attesa del momento più gratificante : infatti Emilia ci spiega che ciò che si vede sul tombolo è il rovescio e solo a lavoro ultimato, quando si stacca la quantità infinita di spilli e si gira il pezzo, si può vedere se davvero si è realizzato qualcosa di superbo. E di superbo abbiamo visto tanto, come quando ci spiegano che la loro 'produzione' non è assolutamente destinata alla vendita ma, oltre al piacere personale della realizzazione, c'è sempre qualcuno a cui fare un regalo o, come mima Maria Adele, viene riposto nel 'comò' tra due fogli di candida carta velina. Un'altra bella pagina rosa di questa Meda dalle infinite e a volte misteriose capacità. Rina Del Pero ps: la Biennale Internazionale del Merletto a Cantù rimane aperta fino al 20 ottobre in Villa Calvi, Corte San Rocco, Cortile delle Ortensie e liceo Fausto Melotti. Andateci, ne vale proprio la pena