Meda: sei leghisti chiedono di rivedere il Pgt voluto dalla Lega

"Con una procedura insolita alcuni consiglieri della Lega hanno presentato una mozione consiliare per avviare una variante del Pgt. Condivisibile nelle intenzioni ma poco comprensibile nella metodologia. Seguirò con attenzione e interesse l’iter di questa iniziativa e sarà disponibile a collaborare per cambiare questo brutto Pgt, voluto dalla Lega e approvato dal Pd". Un po' sbalordito
Vermondo Busnelli, capogruppo di Meda per Tutti, così come del resto molti cittadini di fr...

"Con una procedura insolita alcuni consiglieri della Lega hanno presentato una mozione consiliare per avviare una variante del Pgt. Condivisibile nelle intenzioni ma poco comprensibile nella metodologia. Seguirò con attenzione e interesse l’iter di questa iniziativa e sarà disponibile a collaborare per cambiare questo brutto Pgt, voluto dalla Lega e approvato dal Pd". Un po' sbalordito

Vermondo Busnelli, capogruppo di Meda per Tutti, così come del resto molti cittadini di fronte ai fatti degli ultimi giorni. Una mozione firmata dalla Lega Nord per modificare il Pgt proposto durante la precedente amministrazione Taveggia e poi votato dall'amministrazione guidata da Gianni Caimi che non aveva il tempo materiale di farne uno nuovo entro la fine dell'anno. Pardon: non tutti i consiglieri leghisti hanno firmato. La mozione è stata sottoscritta da Luca Santambrogio, Luca Berton, Dario Busnelli, Fabio Mariani, Lorenza Desideri e Mirco Busnelli. Mancano le firme di Umberto Maria Cassina e di Luigia Marelli. Resta da capire se è solo un impedimento dovuto a chissà cosa o se, invece, tira aria di divisioni su un tema così importante. Anche perché la richiesta è tutt'altro che comoda: evitare il consumo di suolo. In particolare attraverso tre azioni: eliminare le aree di trasformazione previste sulle aree verdi (vedi ex Medaspan), rivedere le perequazioni, rivisitare l'intero piano del centro storico. E intanto giacciono al Tar i ricorsi presentati da privati e aziende che potrebbero rendere nullo l'intero piano urbanistico finora discusso e approvato.