Nova M.: una serata a teatro con Lella Costa

Grandi nomi per la stagione teatrale in corso all'auditorium comunale di piazza Gio.I.A.: domani, venerdì 11 aprile, alle 21 va in scena Arie, spettacolo di e con
Lella Costa, regìa di Giorgio Gallione.
Negli spettacoli di Lella Costa c’è sempre qualcosa che ha a che fare con la musica e il modo in cui la musica scorre, emblema della vita per citare il poeta John Ashbery. "C’è la costante presenza della musica - spiega la stessa Lella...

Grandi nomi per la stagione teatrale in corso all'auditorium comunale di piazza Gio.I.A.: domani, venerdì 11 aprile, alle 21 va in scena Arie, spettacolo di e con

Lella Costa, regìa di Giorgio Gallione.

Negli spettacoli di Lella Costa c’è sempre qualcosa che ha a che fare con la musica e il modo in cui la musica scorre, emblema della vita per citare il poeta John Ashbery. "C’è la costante presenza della musica - spiega la stessa Lella Costa - non come semplice colonna sonora, ma proprio come voce altra, come interlocutore e comprimario; e ci sono, in ogni testo, dei brani costruiti con una scansione metrica che li rende molto più simili a uno spartito che a un copione, a un assolo che a un monologo. Piccole romanze recitate. Arie.  Nel marzo del 2010, gli Amici del Conservatorio di Milano hanno deciso di insignirmi del premio Una vita per la musica, insieme a Luciana Serra e Liliana Cosi, e scusate se è poco. Lì per lì ho pensato si fossero sbagliati: macché, me l’hanno confermato. Convinti e contenti. E la motivazione era, tra l’altro, bellissima. E coglieva nel mio lavoro qualcosa che aveva a che fare con la musica e il modo in cui la musica scorre, emblema della vita e come non puoi isolare una sola nota e dire se va bene o no: devi aspettare che sia finita. Questi versi di John Ashbery, scoperti mentre lavoravo al copione di Ragazze, alla luce di quel premio acquisivano un valore e un significato ancora più precisi e decisivi: non mi è sembrato saggio ignorare tutte queste coincidenze. E così sono andata a rileggermi i copioni dei miei spettacoli, da Ragazze su su fino ad Adlib, per verificare se davvero in ognuno di loro ci fosse, più o meno esplicito, più o meno consapevole, qualcosa che aveva a che fare con la musica. E se ci tenete a saperlo sì, c’era. C’era la costante presenza della musica, non solo come semplice colonna sonora, ma proprio come voce altra, come interlocutore e comprimario e complice di palcoscenico; e c’erano anche, in ogni testo, dei brani costruiti con una scansione metrica che li rendeva molto più simili a uno spartito che a un copione, a un assolo che a un monologo . Piccole romanze recitate. Arie".