Pedemontana: Seveso, Desio e i comitati pronti all'azione legale
Battono i pugni sul tavolo e alzano la voce: il sindaco di Desio
Roberto Corti e quello di Seveso
Paolo Butti, insieme ai responsabili del coordinamento Insieme in Rete per uno Sviluppo sostenibile, sono indignati dal silenzio calato su Pedemontana. Inutile avere inviato una diffida per bloccare i lavori in assenza di indagini al suolo, così com'è stato inutile richiedere una copia degli atti finora disponibili. Non c'è stata alcuna risposta, solo il silenz...
Battono i pugni sul tavolo e alzano la voce: il sindaco di Desio
Roberto Corti e quello di Seveso
Paolo Butti, insieme ai responsabili del coordinamento Insieme in Rete per uno Sviluppo sostenibile, sono indignati dal silenzio calato su Pedemontana. Inutile avere inviato una diffida per bloccare i lavori in assenza di indagini al suolo, così com'è stato inutile richiedere una copia degli atti finora disponibili. Non c'è stata alcuna risposta, solo il silenzio. I due sindaci e i rappresentanti di Insieme in Rete nella giornata di ieri, giovedì 13, hanno diffuso un comunicato congiunto:
L’assenza di risposta alla diffida e alla contestuale richiesta di accesso agli atti avanzate da “Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile” e dai Comuni di Seveso e Desio è un fatto di inaudita gravità, di mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni e delle comunità locali. Essa è ancor più grave per il fatto che la questione in oggetto ha a che fare con la salute dei cittadini e degli stessi lavoratori che saranno impegnati nell’eventuale realizzazione dell’opera.
Chiediamo che venga posto rimedio a questo fatto increscioso, recuperando il tempo perduto e mettendo in atto ogni azione utile e tempestiva per assicurare una risposta ai quesiti che da anni poniamo.
L’assenza di risposte ed il preoccupante silenzio non fanno altro che alimentare i sospetti ed allontanare le possibili soluzioni ad un problema che non può essere affrontato solo dal punto di vista della società
concessionaria, ovvero quello di evitare spese impreviste col rischio di squilibrare il già traballante Piano Economico e Finanziario (PEF) dell’opera. La salute dei cittadini non ha prezzo!
Da Pedemontana e, prim’ancora dalle istituzioni preposte, chiediamo risposte chiare e trasparenti. Le pallide aperture della Regione e del Ministero all’Ambiente, di cui abbiamo appreso indirettamente e solo
attraverso risposte a interrogazioni e ad interpellanze di parlamentari e di consiglieri regionali, devono essere tramutate in fatti ed atti concreti. Si tratta di un fatto positivo che premia la grande pressione del territorio, dei Comuni e delle associazioni ambientaliste che in questi due anni si sono mossi con un fine comune.
Pur tuttavia, non ci possiamo considerare soddisfatti. Così come richiesto da tutti i sindaci, e non solo quelli che hanno firmato la diffida, deve essere convocato al più presto l’Osservatorio ambientale su Pedemontana, riconoscendo finalmente la necessità di ottemperare la prescrizione n. 3 del CIPE.
Ribadiamo che, prima della chiusura del progetto esecutivo delle tratte B2 e C, devono essere eseguite:
- la campagna di rilevamento e di analisi delle diossine, in contradditorio con Arpa;
- la caratterizzazione del terreno con la predisposizione dell’eventuale e conseguente piano di bonifica.
Il primo passo è quello di destinare le necessarie risorse e di individuare modalità e tempi per l’esecuzione di tutto ciò. E’ preoccupante constatare come non vi siano certezze nemmeno su ciò che dovrebbe essere garantito da legge. Come non vi è certezza sulle risorse da dedicare a questi interventi e sulla copertura dell’intero PEF. Ad oggi manca una seppur minima garanzia della realizzazione dell’intera opera principale, delle opere
complementari e connesse e delle compensazioni ambientali. Quello che si sta paventando è la costruzione di un’opera “spezzatino”.
Sono state avviate alcune tratte (la tratta A e, recentemente, la tratta B1), generando notevoli problemi ai comuni dei segmenti successivi, col rischio che, di fronte all’assenza di risorse, rimanga un cantiere perennemente aperto con gravi danni al territorio, sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico.
Rifiutiamo questa ipotesi, alziamo la voce e a chiediamo chiarimenti e risposte nel merito. Per ciò che ci riguarda, se dovesse permanere la situazione di negazione delle informazioni e di mancato coinvolgimento delle istituzioni e dei cittadini che, da sempre, hanno avuto e dimostrato grande senso di responsabilità, verranno intraprese le necessarie azioni sia sul piano politico che su quello legale.
Paolo Butti, insieme ai responsabili del coordinamento Insieme in Rete per uno Sviluppo sostenibile, sono indignati dal silenzio calato su Pedemontana. Inutile avere inviato una diffida per bloccare i lavori in assenza di indagini al suolo, così com'è stato inutile richiedere una copia degli atti finora disponibili. Non c'è stata alcuna risposta, solo il silenzio. I due sindaci e i rappresentanti di Insieme in Rete nella giornata di ieri, giovedì 13, hanno diffuso un comunicato congiunto:
L’assenza di risposta alla diffida e alla contestuale richiesta di accesso agli atti avanzate da “Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile” e dai Comuni di Seveso e Desio è un fatto di inaudita gravità, di mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni e delle comunità locali. Essa è ancor più grave per il fatto che la questione in oggetto ha a che fare con la salute dei cittadini e degli stessi lavoratori che saranno impegnati nell’eventuale realizzazione dell’opera.
Chiediamo che venga posto rimedio a questo fatto increscioso, recuperando il tempo perduto e mettendo in atto ogni azione utile e tempestiva per assicurare una risposta ai quesiti che da anni poniamo.
L’assenza di risposte ed il preoccupante silenzio non fanno altro che alimentare i sospetti ed allontanare le possibili soluzioni ad un problema che non può essere affrontato solo dal punto di vista della società
concessionaria, ovvero quello di evitare spese impreviste col rischio di squilibrare il già traballante Piano Economico e Finanziario (PEF) dell’opera. La salute dei cittadini non ha prezzo!
Da Pedemontana e, prim’ancora dalle istituzioni preposte, chiediamo risposte chiare e trasparenti. Le pallide aperture della Regione e del Ministero all’Ambiente, di cui abbiamo appreso indirettamente e solo
attraverso risposte a interrogazioni e ad interpellanze di parlamentari e di consiglieri regionali, devono essere tramutate in fatti ed atti concreti. Si tratta di un fatto positivo che premia la grande pressione del territorio, dei Comuni e delle associazioni ambientaliste che in questi due anni si sono mossi con un fine comune.
Pur tuttavia, non ci possiamo considerare soddisfatti. Così come richiesto da tutti i sindaci, e non solo quelli che hanno firmato la diffida, deve essere convocato al più presto l’Osservatorio ambientale su Pedemontana, riconoscendo finalmente la necessità di ottemperare la prescrizione n. 3 del CIPE.
Ribadiamo che, prima della chiusura del progetto esecutivo delle tratte B2 e C, devono essere eseguite:
- la campagna di rilevamento e di analisi delle diossine, in contradditorio con Arpa;
- la caratterizzazione del terreno con la predisposizione dell’eventuale e conseguente piano di bonifica.
Il primo passo è quello di destinare le necessarie risorse e di individuare modalità e tempi per l’esecuzione di tutto ciò. E’ preoccupante constatare come non vi siano certezze nemmeno su ciò che dovrebbe essere garantito da legge. Come non vi è certezza sulle risorse da dedicare a questi interventi e sulla copertura dell’intero PEF. Ad oggi manca una seppur minima garanzia della realizzazione dell’intera opera principale, delle opere
complementari e connesse e delle compensazioni ambientali. Quello che si sta paventando è la costruzione di un’opera “spezzatino”.
Sono state avviate alcune tratte (la tratta A e, recentemente, la tratta B1), generando notevoli problemi ai comuni dei segmenti successivi, col rischio che, di fronte all’assenza di risorse, rimanga un cantiere perennemente aperto con gravi danni al territorio, sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico.
Rifiutiamo questa ipotesi, alziamo la voce e a chiediamo chiarimenti e risposte nel merito. Per ciò che ci riguarda, se dovesse permanere la situazione di negazione delle informazioni e di mancato coinvolgimento delle istituzioni e dei cittadini che, da sempre, hanno avuto e dimostrato grande senso di responsabilità, verranno intraprese le necessarie azioni sia sul piano politico che su quello legale.
Massimiliano Albericci :
Mi piacerebbe che il sindaco Butti alzasse la voce e battesse i pugni anche contro l'inceneritore di Desio e a favore dell'interramento. Invece nulla, neanche una spiegazione sulle motivazioni che lo portano su strade opposte. il silenzio assoluto. A dire il vero, è silenzio assoluto su tutta la linea. | lunedì 04 maggio 2015 12:00 Rispondi