Ricchiuti: "Pedemontana stacchi la spina per evitare una lunga e costosa agonia"
La senatrice brianzola Lucrezia Ricchiuti interviene sul caso Pedemontana e sulla richiesta di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica di Milano. E invita i vertici di Autostrada Pedemontana Lombarda a chiudere l'attività per evitare di spendere inutilmente soldi pubblici
“Finalmente potremo mettere fine alla brutta storia di Pedemontana, l’opera tanto voluta dalla destra lombarda fallita ancora prima che si concludesse!”. E' il commento della senatrice Lucrezia Ricchiuti (Articolo Uno-MDP) dopo aver appreso la notizia che la Procura di Milano ha chiesto alla Sezione fallimentare del Tribunale civile di dichiarare il fallimento di Autostrada Pedemontana Lombarda.
“I pubblici ministeri Pellicano, Filippini e Polizzi – spiega la senatrice brianzola – ritengono che non ci siano più le condizioni economiche perché la società continui la sua attività e a Pedemontana non rimane che staccare la spina per evitare una lunga e costosa agonia”.
Solo poche settimane fa, era stata proprio la senatrice Ricchiuti a riaccendere i riflettori su Pedemontana chiedendo a gran voce trasparenza sui conti e una seria valutazione sulle concrete possibilità che l’opera potesse essere completata: “Chiedo di poter conoscere la convenzione e il piano economico-finanziario tra Autostrada Pedemontana Lombarda e CAL e di avere copia del contratto tra APL e Strabag. È necessario fare chiarezza, una volta per tutte, sui destini di Pedemontana e verificare, in maniera trasparente e guardando i numeri, se sia più conveniente continuare l’opera oppure fermarla”, aveva scritto Ricchiuti in un’interrogazione parlamentare al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio.
“Non so proprio con quale coraggio i vertici della società e i rappresentanti politici di Regione Lombardia possano dirsi sorpresi di questo procedimento – insiste Ricchiuti – il pubblico ha già messo a disposizione molte risorse economiche perché i privati potessero investire, ma questo non è servito perché l’opera è nata vecchia e non rappresenta un investimento attrattivo”.
“Siamo alle solite: il project financing così concepito, anziché rappresentare un volano per gli investimenti, rappresenta solo una costosa cambiale pagata con risorse pubbliche, mentre i privati, senza alcun rischio di impresa, si apprestano ad appropriarsi di eventuali profitti salvo darsi alla fuga quando le cose vanno male. Qui ci sono grosse responsabilità politiche a cui la maggioranza di centrodestra dovrà dare risposte".
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