Rifiuti: fusione tra Bea e Cem per rilanciare il forno e far fuori Gelsia?
Una grande manovra destinata a cambiare le sorti della gestione del ciclo dei rifiuti in Brianza e a rilanciare l'utilizzo del forno inceneritore (o termovalorizzatore per non offendere i palati fini) di Desio. E' quella che sembra stiano mettendo in atto Bea (azienda proprietaria dell'impianto) e Cem Ambiente con un risvolto non di secondo piano: se tutto dovesse andare in porto, oltre a dare sviluppo all'attività di smaltimento rifiuti, di fatto verrebbe parecchio ridimensionata l'attività ...
Una grande manovra destinata a cambiare le sorti della gestione del ciclo dei rifiuti in Brianza e a rilanciare l'utilizzo del forno inceneritore (o termovalorizzatore per non offendere i palati fini) di Desio. E' quella che sembra stiano mettendo in atto Bea (azienda proprietaria dell'impianto) e Cem Ambiente con un risvolto non di secondo piano: se tutto dovesse andare in porto, oltre a dare sviluppo all'attività di smaltimento rifiuti, di fatto verrebbe parecchio ridimensionata l'attività di Gelsia. Lo rivela
Gianmarco Corbetta, che nel recente passato è stato molto attivo con il comitato "No inceneritore" e ora consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che amplia la portata della partita su due fronti: uno squisitamente politico (Bea appoggiata dal Pd che elimina Gelsia che gode del sostegno della Lega Nord) e uno invece strettamente tecnico aziendale. "Il mondo dei rifiuti - afferma Corbetta - cambia velocemente: aumentano le raccolte differenziate, diminuiscono i rifiuti un po’ ovunque, si affermano le strategie verso Rifiuti Zero, decrescono gli incentivi statali all’incenerimento mentre aumenta, a suon di ribassi tariffari, la competizione tra impianti. Una vera e propria condanna a morte per gli impianti più vecchi, come ha sottolineato recentemente Pietro Colucci, presidente e amministratore delegato di Kinexia ed esperto di waste management, che prefigura la sopravvivenza di una decina di forni, seri e di grandi dimensioni, su un totale di circa cinquanta che operano oggi sul territorio nazionale. Ma i signori che gestiscono Bea non sono gente da adeguarsi ad un mondo che cambia: casomai è il mondo che deve adeguarsi a loro. I comuni soci non producono più un quantitativo di rifiuti da bruciare sufficiente per tenere in piedi l’impianto? Nessun problema, si allarga il bacino territoriale da cui reperire i rifiuti". Di qui - spiega Corbetta - la necessità per Bea ("vaso di coccio tra vasi di ferro, tanto più che allo stato attuale necessita di un rifacimento per la cifra esorbitante di 20 milioni di euro") di fare un'operazione che la dia sicurezza per decenni. "Come? stanno imbastendo la nascita di una nuova società dalla fusione delle due società per azioni: Bea e Cem Ambiente. Cem si occuperebbe della raccolta differenziata anche dei comuni soci di Bea (facendo fuori, di fatto, Gelsia) mentre Bea brucerebbe anche il rifiuto indifferenziato dei Comuni soci di Cem". Secondo il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle questo permetterebbe a Bea di bruciare 57 mila tonnellate aggiuntive di rifiuti per alimentare il forno a pieno regime e ripagare i costi del revamping. "E così - afferma Corbetta - grazie al Pd il forno di Desio si trasforma improvvisamente in uno degli impianti più 'blindati' e foraggiati d'Italia, avendo monnezza garantita a volontà. E in questo scenario a farne le spese sarebbe Gelsia, che ha gli uomini, i mezzi e il know-how per fare la raccolta differenziata in un contesto complesso come quello della Brianza Ovest, caratterizzato da Comuni grandi e densamente abitati, ma che agli occhi del centro sinistra brianzolo sconta il peccato originale di essere controllata dal Comune di Seregno, in mano alla Lega. Può quindi essere serenamente sacrificata sull’altare della fusione Bea-Cem. Se poi nella prossima primavera le elezioni a Seregno le vincerà il Pd, allora Gelsia per incanto diventerà un patrimonio pubblico da preservare e i lavoratori degni di essere salvati". Corbetta mette subito le mani avanti per evitare che qualcuno pensi che siano solo fantasie: "L’operazione Bea-Cem è già stata preliminarmente approvata dall’assemblea dei soci Cem del 16 ottobre, lo stesso dovrebbe fare l’assemblea dei soci Bea oggi, giovedì 23 ottobre. E’ previsto entro dicembre lo “scambio” del 5% delle azioni delle due società, una sorta di “fidanzamento” per valutare, nei seguenti 12/24 mesi, la fattibilità del “matrimonio”, che consisterebbe nella creazione di un’unica società pubblica in house dalla fusione di Bea S.p.A. e Cem Ambiente S.p.A. Si tratterebbe di una società organizzativa, che demanderebbe l’operatività impiantistica a Bea Gestioni (gestione operativa del forno), l’attività di spazzamento a Cem Servizi e manderebbe a gara l’operatività della raccolta differenziata. Sono da registrare i buoni propositi dei vertici di Cem (che però non sono nemmeno stati formalizzati nella bozza di accordo quadro), che affermano che la mission della nuova società sarà quella di arrivare all’80% di raccolta differenziata in tutti i comuni, grazie alla tariffa puntuale. I conti sono presto fatti: i 280 mila abitanti dei Comuni soci Bea sommati ai 450 mila abitanti dei Comuni soci Cem costituiscono un bacino 730 mila abitanti. Là dove Cem ha già sperimentato la tariffa puntuale il rifiuto residuo per abitante/anno è pari a 50 kg (contro una media provinciale sopra i 120 kg). Ora, 50 kg per 730 mila abitanti fanno 36.500 tonnellate annue da bruciare, un quantitativo del tutto insufficiente per saturare la capacità del cancrovalorizzatore desiano. Se davvero la nuova società spingesse per la tariffa puntuale e la raccolta differenziata all’80%, si ritroverebbe sostanzialmente nella situazione in cui si trova Bea oggi e dovrebbe andare sul mercato a reperire altre 50 mila tonnellate per coprire la capacità dell’impianto. La domanda sorge spontanea: chi glielo fa fare di spingere sulla raccolta differenziata? La risposta è semplice: nessuno".
Gianmarco Corbetta, che nel recente passato è stato molto attivo con il comitato "No inceneritore" e ora consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che amplia la portata della partita su due fronti: uno squisitamente politico (Bea appoggiata dal Pd che elimina Gelsia che gode del sostegno della Lega Nord) e uno invece strettamente tecnico aziendale. "Il mondo dei rifiuti - afferma Corbetta - cambia velocemente: aumentano le raccolte differenziate, diminuiscono i rifiuti un po’ ovunque, si affermano le strategie verso Rifiuti Zero, decrescono gli incentivi statali all’incenerimento mentre aumenta, a suon di ribassi tariffari, la competizione tra impianti. Una vera e propria condanna a morte per gli impianti più vecchi, come ha sottolineato recentemente Pietro Colucci, presidente e amministratore delegato di Kinexia ed esperto di waste management, che prefigura la sopravvivenza di una decina di forni, seri e di grandi dimensioni, su un totale di circa cinquanta che operano oggi sul territorio nazionale. Ma i signori che gestiscono Bea non sono gente da adeguarsi ad un mondo che cambia: casomai è il mondo che deve adeguarsi a loro. I comuni soci non producono più un quantitativo di rifiuti da bruciare sufficiente per tenere in piedi l’impianto? Nessun problema, si allarga il bacino territoriale da cui reperire i rifiuti". Di qui - spiega Corbetta - la necessità per Bea ("vaso di coccio tra vasi di ferro, tanto più che allo stato attuale necessita di un rifacimento per la cifra esorbitante di 20 milioni di euro") di fare un'operazione che la dia sicurezza per decenni. "Come? stanno imbastendo la nascita di una nuova società dalla fusione delle due società per azioni: Bea e Cem Ambiente. Cem si occuperebbe della raccolta differenziata anche dei comuni soci di Bea (facendo fuori, di fatto, Gelsia) mentre Bea brucerebbe anche il rifiuto indifferenziato dei Comuni soci di Cem". Secondo il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle questo permetterebbe a Bea di bruciare 57 mila tonnellate aggiuntive di rifiuti per alimentare il forno a pieno regime e ripagare i costi del revamping. "E così - afferma Corbetta - grazie al Pd il forno di Desio si trasforma improvvisamente in uno degli impianti più 'blindati' e foraggiati d'Italia, avendo monnezza garantita a volontà. E in questo scenario a farne le spese sarebbe Gelsia, che ha gli uomini, i mezzi e il know-how per fare la raccolta differenziata in un contesto complesso come quello della Brianza Ovest, caratterizzato da Comuni grandi e densamente abitati, ma che agli occhi del centro sinistra brianzolo sconta il peccato originale di essere controllata dal Comune di Seregno, in mano alla Lega. Può quindi essere serenamente sacrificata sull’altare della fusione Bea-Cem. Se poi nella prossima primavera le elezioni a Seregno le vincerà il Pd, allora Gelsia per incanto diventerà un patrimonio pubblico da preservare e i lavoratori degni di essere salvati". Corbetta mette subito le mani avanti per evitare che qualcuno pensi che siano solo fantasie: "L’operazione Bea-Cem è già stata preliminarmente approvata dall’assemblea dei soci Cem del 16 ottobre, lo stesso dovrebbe fare l’assemblea dei soci Bea oggi, giovedì 23 ottobre. E’ previsto entro dicembre lo “scambio” del 5% delle azioni delle due società, una sorta di “fidanzamento” per valutare, nei seguenti 12/24 mesi, la fattibilità del “matrimonio”, che consisterebbe nella creazione di un’unica società pubblica in house dalla fusione di Bea S.p.A. e Cem Ambiente S.p.A. Si tratterebbe di una società organizzativa, che demanderebbe l’operatività impiantistica a Bea Gestioni (gestione operativa del forno), l’attività di spazzamento a Cem Servizi e manderebbe a gara l’operatività della raccolta differenziata. Sono da registrare i buoni propositi dei vertici di Cem (che però non sono nemmeno stati formalizzati nella bozza di accordo quadro), che affermano che la mission della nuova società sarà quella di arrivare all’80% di raccolta differenziata in tutti i comuni, grazie alla tariffa puntuale. I conti sono presto fatti: i 280 mila abitanti dei Comuni soci Bea sommati ai 450 mila abitanti dei Comuni soci Cem costituiscono un bacino 730 mila abitanti. Là dove Cem ha già sperimentato la tariffa puntuale il rifiuto residuo per abitante/anno è pari a 50 kg (contro una media provinciale sopra i 120 kg). Ora, 50 kg per 730 mila abitanti fanno 36.500 tonnellate annue da bruciare, un quantitativo del tutto insufficiente per saturare la capacità del cancrovalorizzatore desiano. Se davvero la nuova società spingesse per la tariffa puntuale e la raccolta differenziata all’80%, si ritroverebbe sostanzialmente nella situazione in cui si trova Bea oggi e dovrebbe andare sul mercato a reperire altre 50 mila tonnellate per coprire la capacità dell’impianto. La domanda sorge spontanea: chi glielo fa fare di spingere sulla raccolta differenziata? La risposta è semplice: nessuno".