Seveso, basket: Briantea84 insaziabile, si prende anche la coppa
La Unipol ci ha preso proprio gusto: anche la Vergauwen Cup entra nella bacheca della squadra allenata da
Malik Abes. È la terza nella storia del club canturino, dopo quelle vinte nel 2001 e nel 2005, nella vita precedente di questa squadra che oggi è a pieno merito tra le più competitive a livello italiano e ora anche europeo. Questo è il secondo trofeo di una stagione memorabile, dopo la festa per la Coppa Italia poco più di un mese fa. Dopo due giorni di combattimenti, un...
La Unipol ci ha preso proprio gusto: anche la Vergauwen Cup entra nella bacheca della squadra allenata da
Malik Abes. È la terza nella storia del club canturino, dopo quelle vinte nel 2001 e nel 2005, nella vita precedente di questa squadra che oggi è a pieno merito tra le più competitive a livello italiano e ora anche europeo. Questo è il secondo trofeo di una stagione memorabile, dopo la festa per la Coppa Italia poco più di un mese fa. Dopo due giorni di combattimenti, una semifinale di piombo contro i tedeschi del Thuringen e una dose di adrenalina che avrebbe messo in crisi anche un cavallo, la partitissima tutta italiana contro l’Anmic Sassari ha tenuto i cuori appesi a un filo fino agli ultimi 30 secondi, prima di diventare euforia allo stato puro. Con il punteggio di 69-66 i canturini tagliano la retina del PalaMaggetti di Roseto degli Abruzzi, la coppa intitolata ad Andrè Vergauwen – seconda a livello internazionale dopo la Champions Cup - resta in Italia, si trasferisce solo più a Nord. Il primo quarto lascia presagire una finale incandescente: è lotta all’ultimo sangue tra la Unipol di Malik Abes e la Dinamo Sassari del canturino Marco Bergna. È sarda la prima retina infilata sul palquet del PalaMaggetti, ma la risposta Unipol non tarda ad arrivare: è ancora lui a prendere in mano la situazione, uno straordinario Ian Sagar carico di quell’energia che solo i veri leader dimostrano di avere, e che vale alla Unipol i primi 6 punti realizzati. I quintetti si rincorrono in campo, nessun tra le due compagini riesce a imporsi sull’altra, si cerca di allungare ma l’avversario è sempre con il fiato sul collo. Allo scadere dei 10 minuti è la Unipol a buttare avanti la testa, con Andre Bienek a infilare il +2 (16-14). Partenza con allungo per la Briantea84, capace di lasciare i sardi momentaneamente fuori dal gioco e portarsi in pochi minuti verso il massimo vantaggio sul 27-18. Sassari si risveglia dall’ipnosi e ingrana nuovamente la marcia, accorcia le distanze ma senza intimorire i biancoblu. La cavalcata Unipol prosegue senza sosta e all’intervallo lungo il vantaggio è ancora di +9 per il quintetto lombardo (37-28). Terzo quarto con una ripresa del quintetto isolano: i due giganti Ness e Rouillard (14 punti in due sui 21 messi a segno dall’Anmic) prendono possesso dell’area e a suon di bordate rosicchiano punti, arrivando ad avvicinarsi a -6, muro sotto il quale non gli è concesso di scendere. Il periodo si conclude sul 55-49 per la Unipol e la partita è più che mai aperta. Sembra scappare via il quintetto lombardo negli ultimi 10’, la volontà è quella di mettersi al sicuro e infatti arriva ancora a volare a +9 (60-51), ma Sassari non molla proprio, la posta in palio è troppo alta per cedere: infatti il quintetto di Marco Bergna torna a rimettersi in gara, Adolfo Berdun fa la voce grossa e porta i suoi a -1 (62-61) con 4 minuti ancora da giocare. Tutto può succedere. La Vergauwen Cup è in bilico, anzi oscilla pesantemente. La Unipol cerca ancora di mettere spazio, tanto spazio: torna a comandare per 67-61 con un break decisivo iniziato da Sagar, sempre in prima linea quando si tratta di maneggiare esplosivi, e poi completato da Lindblom e Geninazzi. Sassari non si piega, Lindblom fa il 69-63 che sembra annunciare i titoli di coda, poi Ruggieri tenta il colpaccio con una tripla che fa tremare tutto il palazzetto: a 40’’ il tabellone dice 69-66 e nonostante il play sardo cerchi nuovamente il tiro dalla distanza, Okon si mette alle sue calcagna e non lo molla fino a quando non mette gli artigli sulla palla e lascia suonare la più bella sirena mai sentita. Quella della vittoria. “Il livello della competizione era altissimo, lo sapevamo – confessa il capitano
Jacopo Geninazzi, ormai allenato a infilare la testa nel canestro per strappare la retina -. Su cinque partite anche stavolta abbiamo dimostrato di essere una grandissimo gruppo, non ci arrendiamo mai. Ora è presto per pensare alla finale scudetto, cominciamo a goderci questo successo. Ma sognare è lecito”.
Ian Sagar: “Abbiamo giocato molte volte contro Sassari nel campionato italiano ed è sempre una squadra difficile. Siamo un gruppo meraviglioso, lavoriamo duro tutti insieme e ora siamo qui a gioire per questo bellissimo trofeo europeo”.
Andre Bienek: “Ora continueremo a vincere. Tra due settimane ci aspetta la finale del campionato italiano, andiamo a Roma per affrontare il Santa Lucia e non andiamo lì certamente per perdere”.
Malik Abes: “Ci stiamo prendendo gusto, il lavoro paga, siamo contenti ora che siamo anche campioni europei. La semifinale è stata molto più combattuta e dura, oggi siamo sempre stati avanti, abbiamo gestito bene il tempo e non abbiamo mai avuto paura come ieri. Con questa coppa andiamo a casa a riposarci e poi andiamo a Roma. Siamo qui e adesso vogliamo vincere tutto”.
Malik Abes. È la terza nella storia del club canturino, dopo quelle vinte nel 2001 e nel 2005, nella vita precedente di questa squadra che oggi è a pieno merito tra le più competitive a livello italiano e ora anche europeo. Questo è il secondo trofeo di una stagione memorabile, dopo la festa per la Coppa Italia poco più di un mese fa. Dopo due giorni di combattimenti, una semifinale di piombo contro i tedeschi del Thuringen e una dose di adrenalina che avrebbe messo in crisi anche un cavallo, la partitissima tutta italiana contro l’Anmic Sassari ha tenuto i cuori appesi a un filo fino agli ultimi 30 secondi, prima di diventare euforia allo stato puro. Con il punteggio di 69-66 i canturini tagliano la retina del PalaMaggetti di Roseto degli Abruzzi, la coppa intitolata ad Andrè Vergauwen – seconda a livello internazionale dopo la Champions Cup - resta in Italia, si trasferisce solo più a Nord. Il primo quarto lascia presagire una finale incandescente: è lotta all’ultimo sangue tra la Unipol di Malik Abes e la Dinamo Sassari del canturino Marco Bergna. È sarda la prima retina infilata sul palquet del PalaMaggetti, ma la risposta Unipol non tarda ad arrivare: è ancora lui a prendere in mano la situazione, uno straordinario Ian Sagar carico di quell’energia che solo i veri leader dimostrano di avere, e che vale alla Unipol i primi 6 punti realizzati. I quintetti si rincorrono in campo, nessun tra le due compagini riesce a imporsi sull’altra, si cerca di allungare ma l’avversario è sempre con il fiato sul collo. Allo scadere dei 10 minuti è la Unipol a buttare avanti la testa, con Andre Bienek a infilare il +2 (16-14). Partenza con allungo per la Briantea84, capace di lasciare i sardi momentaneamente fuori dal gioco e portarsi in pochi minuti verso il massimo vantaggio sul 27-18. Sassari si risveglia dall’ipnosi e ingrana nuovamente la marcia, accorcia le distanze ma senza intimorire i biancoblu. La cavalcata Unipol prosegue senza sosta e all’intervallo lungo il vantaggio è ancora di +9 per il quintetto lombardo (37-28). Terzo quarto con una ripresa del quintetto isolano: i due giganti Ness e Rouillard (14 punti in due sui 21 messi a segno dall’Anmic) prendono possesso dell’area e a suon di bordate rosicchiano punti, arrivando ad avvicinarsi a -6, muro sotto il quale non gli è concesso di scendere. Il periodo si conclude sul 55-49 per la Unipol e la partita è più che mai aperta. Sembra scappare via il quintetto lombardo negli ultimi 10’, la volontà è quella di mettersi al sicuro e infatti arriva ancora a volare a +9 (60-51), ma Sassari non molla proprio, la posta in palio è troppo alta per cedere: infatti il quintetto di Marco Bergna torna a rimettersi in gara, Adolfo Berdun fa la voce grossa e porta i suoi a -1 (62-61) con 4 minuti ancora da giocare. Tutto può succedere. La Vergauwen Cup è in bilico, anzi oscilla pesantemente. La Unipol cerca ancora di mettere spazio, tanto spazio: torna a comandare per 67-61 con un break decisivo iniziato da Sagar, sempre in prima linea quando si tratta di maneggiare esplosivi, e poi completato da Lindblom e Geninazzi. Sassari non si piega, Lindblom fa il 69-63 che sembra annunciare i titoli di coda, poi Ruggieri tenta il colpaccio con una tripla che fa tremare tutto il palazzetto: a 40’’ il tabellone dice 69-66 e nonostante il play sardo cerchi nuovamente il tiro dalla distanza, Okon si mette alle sue calcagna e non lo molla fino a quando non mette gli artigli sulla palla e lascia suonare la più bella sirena mai sentita. Quella della vittoria. “Il livello della competizione era altissimo, lo sapevamo – confessa il capitano
Jacopo Geninazzi, ormai allenato a infilare la testa nel canestro per strappare la retina -. Su cinque partite anche stavolta abbiamo dimostrato di essere una grandissimo gruppo, non ci arrendiamo mai. Ora è presto per pensare alla finale scudetto, cominciamo a goderci questo successo. Ma sognare è lecito”.
Ian Sagar: “Abbiamo giocato molte volte contro Sassari nel campionato italiano ed è sempre una squadra difficile. Siamo un gruppo meraviglioso, lavoriamo duro tutti insieme e ora siamo qui a gioire per questo bellissimo trofeo europeo”.
Andre Bienek: “Ora continueremo a vincere. Tra due settimane ci aspetta la finale del campionato italiano, andiamo a Roma per affrontare il Santa Lucia e non andiamo lì certamente per perdere”.
Malik Abes: “Ci stiamo prendendo gusto, il lavoro paga, siamo contenti ora che siamo anche campioni europei. La semifinale è stata molto più combattuta e dura, oggi siamo sempre stati avanti, abbiamo gestito bene il tempo e non abbiamo mai avuto paura come ieri. Con questa coppa andiamo a casa a riposarci e poi andiamo a Roma. Siamo qui e adesso vogliamo vincere tutto”.