Seveso: braccio di ferro tra Comune e Governo
Tutte le amministrazioni comunali protestano, una adotta misure concrete: pur di non versare i soldi nella tesoreria unica, la Giunta guidata dal sindaco
Massimo Donati è pronta a intraprendere la via giudiziaria nel tentativo di tutelare l’ente e, di conseguenza, gli interessi dei cittadini. Non sono dichiarazioni di guerra: c’è un vero e proprio atto concreto. Non una semplice mozione in Consiglio comunale, dal contenuto politico, contro la decisione del Govern...
Tutte le amministrazioni comunali protestano, una adotta misure concrete: pur di non versare i soldi nella tesoreria unica, la Giunta guidata dal sindaco
Massimo Donati è pronta a intraprendere la via giudiziaria nel tentativo di tutelare l’ente e, di conseguenza, gli interessi dei cittadini. Non sono dichiarazioni di guerra: c’è un vero e proprio atto concreto. Non una semplice mozione in Consiglio comunale, dal contenuto politico, contro la decisione del Governo Monti: è una delibera di Giunta (la numero 33 dell’8 marzo) che “autorizza il sindaco a proporre azione giudiziaria avanti la competente autorità al fine di ottenere l’accertamento della non sussistenza dell’obbligo del trasferimento”. Il trasferimento dei soldi, dalla tesoreria comunale a quella unica, che non piace a nessuna amministrazione di nessun colore politico, è contestato dalla Giunta sevesina per motivi giuridici: il decreto del 24 gennaio è considerato illegittimo perché incostituzionale, violando “l’articolo 5 della Carta fondamentale dello Stato che riconosce e promuove l’autonomia e il decentramento amministrativo degli enti locali”. Nella delibera vengono inoltre citati gli articoli 118 e 119, uno per i princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza poiché tutte le funzioni spettano ai Comuni, tranne quelle che richiedono un esercizio unitario. L’altro, il 119, perché la Costituzione riconosce ai Comune l’autonomia finanziaria di entrata e di spesa, con “la volontà di attribuire una reale autonomia agli enti locali nella fissazione dell’entità delle risorse finanziarie e nelle procedure applicative di riscossione”. Il versamento alla tesoreria unica delle risorse comunali impedirebbe di fatto all’ente di esercitare la sua autonomia, anche considerando che la tesoreria comunale è stata scelta con un bando di gara pubblico con la sottoscrizione di un contratto tra le parti. Ipotizzare come finirà questa vicenda è piuttosto difficile. In attesa di un giudizio definitivo (e chissà quali saranno i tempi della sentenza) il Comune ha disposto di sospendere in via cautelare il versamento delle sue disponibilità nella tesoreria dello Stato. Comunque finisca il braccio di ferro, per un po’ i soldi sevesini non si toccano.
Massimo Donati è pronta a intraprendere la via giudiziaria nel tentativo di tutelare l’ente e, di conseguenza, gli interessi dei cittadini. Non sono dichiarazioni di guerra: c’è un vero e proprio atto concreto. Non una semplice mozione in Consiglio comunale, dal contenuto politico, contro la decisione del Governo Monti: è una delibera di Giunta (la numero 33 dell’8 marzo) che “autorizza il sindaco a proporre azione giudiziaria avanti la competente autorità al fine di ottenere l’accertamento della non sussistenza dell’obbligo del trasferimento”. Il trasferimento dei soldi, dalla tesoreria comunale a quella unica, che non piace a nessuna amministrazione di nessun colore politico, è contestato dalla Giunta sevesina per motivi giuridici: il decreto del 24 gennaio è considerato illegittimo perché incostituzionale, violando “l’articolo 5 della Carta fondamentale dello Stato che riconosce e promuove l’autonomia e il decentramento amministrativo degli enti locali”. Nella delibera vengono inoltre citati gli articoli 118 e 119, uno per i princìpi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza poiché tutte le funzioni spettano ai Comuni, tranne quelle che richiedono un esercizio unitario. L’altro, il 119, perché la Costituzione riconosce ai Comune l’autonomia finanziaria di entrata e di spesa, con “la volontà di attribuire una reale autonomia agli enti locali nella fissazione dell’entità delle risorse finanziarie e nelle procedure applicative di riscossione”. Il versamento alla tesoreria unica delle risorse comunali impedirebbe di fatto all’ente di esercitare la sua autonomia, anche considerando che la tesoreria comunale è stata scelta con un bando di gara pubblico con la sottoscrizione di un contratto tra le parti. Ipotizzare come finirà questa vicenda è piuttosto difficile. In attesa di un giudizio definitivo (e chissà quali saranno i tempi della sentenza) il Comune ha disposto di sospendere in via cautelare il versamento delle sue disponibilità nella tesoreria dello Stato. Comunque finisca il braccio di ferro, per un po’ i soldi sevesini non si toccano.