Seveso: "Butti sottovaluta l'intelligenza e la memoria dei cittadini"
Bufera alla prima seduta di Consiglio comunale. Ieri sera la lista civica "Seveso nel cuore" ha duramente attaccato la maggioranza, in particolare il neo sindaco
Paolo Butti, per non aver ceduto all'opposizione la possibilità di nominare il Presidente del Consiglio comunale. Proposta avanzata da
Luca Allievi (Lega Nord) e condivisa dalle altre forze di minoranza. A dire il vero con un unico nominativo possibile:
Diego Tavecchio (Seveso nel...
Bufera alla prima seduta di Consiglio comunale. Ieri sera la lista civica "Seveso nel cuore" ha duramente attaccato la maggioranza, in particolare il neo sindaco
Paolo Butti, per non aver ceduto all'opposizione la possibilità di nominare il Presidente del Consiglio comunale. Proposta avanzata da
Luca Allievi (Lega Nord) e condivisa dalle altre forze di minoranza. A dire il vero con un unico nominativo possibile:
Diego Tavecchio (Seveso nel cuore) poiché gli altri consiglieri, in base allo Statuto comunale, risultavano incompatibili. Dalla maggioranza, tuttavia, nessuna concessione: il voto è andato a
Giorgio Garofalo, eletto nelle fila del Partito Democratico. Scelta che ha offeso la lista civica "Seveso nel cuore" a tal punto che Tavecchio, individuato dalla maggioranza come Vicepresidente, ha rifiutato la proposta invitando la squadra di Butti a prendere tutte le poltrone disponibili. "Mi spiace per questo atteggiamento - ha dichiarato il primo cittadino - perché io non ho mai detto di voler dare la Presidenza del Consiglio all'opposizione. Credo che alcuni consiglieri abbiamo frainteso il mio pensiero. Ho soltanto rimarcato più volte il concetto di attenzione nei confronti dell'opposizione, la volontà di dialogare e di collaborare". Vicepresidente, alla fine, sarà
Nadia Pogliani: anche lei del Partito Democratico con tanto di schede bianche consegnate dalla minoranza. Alla fine della seduta le dichiarazioni infuocate di
Roberto Pagani e
Diego Tavecchio alla stampa: Ricordando lo spirito delle dichiarazioni, rilasciate in campagna elettorale dal Sindaco Butti e da altri esponenti di spicco del PD sevesino (Garofalo e Formenti), relative alla volontà di assegnare la Presidenza del Consiglio Comunale alla minoranza per creare un clima di collaborazione, prendiamo atto che ciò non è avvenuto. Il Sindaco, sottovalutando intelligenza e memoria dei cittadini, ha tentato di liquidare come “fraintendimenti” le sue esplicite dichiarazioni (ascoltate e in parte ancora leggibili da tutti perché riportate anche a mezzo stampa da giornali locali) nei giorni del ballottaggio (e mai smentite dall’attentissima squadra di Butti)". Poco gradita la scelta della maggioranza di nominare Tavecchio Vicepresidente: "Solo un goffo tentativo - spiega il diretto interessato - di distogliere l’attenzione dalla prima promessa non mantenuta. Ci vuole un bel coraggio, oltre a una falsa cortesia politica e finta convinzione, per avanzare questa proposta. Oltre ad aver negato ciò che hanno sotenuto fino a pochi giorni di distanza dal voto del ballottaggio, ora pretendono non solo di occupare il posto che avevano promesso all'opposizione, ma si arrogano anche il diritto di scegliere al mio posto stabilendo per me il ruolo di Vicepresidente. Non ci sto. Ho opposto un secco rifiuto non per disprezzo delle istituzioni, ma come gesto di protesta nei confronti di un atteggiamento della maggioranza, non corretta e non coerente".
Paolo Butti, per non aver ceduto all'opposizione la possibilità di nominare il Presidente del Consiglio comunale. Proposta avanzata da
Luca Allievi (Lega Nord) e condivisa dalle altre forze di minoranza. A dire il vero con un unico nominativo possibile:
Diego Tavecchio (Seveso nel cuore) poiché gli altri consiglieri, in base allo Statuto comunale, risultavano incompatibili. Dalla maggioranza, tuttavia, nessuna concessione: il voto è andato a
Giorgio Garofalo, eletto nelle fila del Partito Democratico. Scelta che ha offeso la lista civica "Seveso nel cuore" a tal punto che Tavecchio, individuato dalla maggioranza come Vicepresidente, ha rifiutato la proposta invitando la squadra di Butti a prendere tutte le poltrone disponibili. "Mi spiace per questo atteggiamento - ha dichiarato il primo cittadino - perché io non ho mai detto di voler dare la Presidenza del Consiglio all'opposizione. Credo che alcuni consiglieri abbiamo frainteso il mio pensiero. Ho soltanto rimarcato più volte il concetto di attenzione nei confronti dell'opposizione, la volontà di dialogare e di collaborare". Vicepresidente, alla fine, sarà
Nadia Pogliani: anche lei del Partito Democratico con tanto di schede bianche consegnate dalla minoranza. Alla fine della seduta le dichiarazioni infuocate di
Roberto Pagani e
Diego Tavecchio alla stampa: Ricordando lo spirito delle dichiarazioni, rilasciate in campagna elettorale dal Sindaco Butti e da altri esponenti di spicco del PD sevesino (Garofalo e Formenti), relative alla volontà di assegnare la Presidenza del Consiglio Comunale alla minoranza per creare un clima di collaborazione, prendiamo atto che ciò non è avvenuto. Il Sindaco, sottovalutando intelligenza e memoria dei cittadini, ha tentato di liquidare come “fraintendimenti” le sue esplicite dichiarazioni (ascoltate e in parte ancora leggibili da tutti perché riportate anche a mezzo stampa da giornali locali) nei giorni del ballottaggio (e mai smentite dall’attentissima squadra di Butti)". Poco gradita la scelta della maggioranza di nominare Tavecchio Vicepresidente: "Solo un goffo tentativo - spiega il diretto interessato - di distogliere l’attenzione dalla prima promessa non mantenuta. Ci vuole un bel coraggio, oltre a una falsa cortesia politica e finta convinzione, per avanzare questa proposta. Oltre ad aver negato ciò che hanno sotenuto fino a pochi giorni di distanza dal voto del ballottaggio, ora pretendono non solo di occupare il posto che avevano promesso all'opposizione, ma si arrogano anche il diritto di scegliere al mio posto stabilendo per me il ruolo di Vicepresidente. Non ci sto. Ho opposto un secco rifiuto non per disprezzo delle istituzioni, ma come gesto di protesta nei confronti di un atteggiamento della maggioranza, non corretta e non coerente".