Seveso fanalino di coda al corso della Protezione civile
Il corso per reclutare nuovi volontari della Protezione civile ha fatto il botto: ben 83 partecipanti. Ma la città di Seveso, purtroppo, ha ben poco da esultare. Fanalino di coda tra i cinque Comuni che hanno promosso l'iniziativa con solo 9 persone che hanno mostrato interesse per questa attività di volontariato e che, non necessariamente, decideranno poi di entrare nell'associazione. I numeri sono impietosi. Speriamo possano essere da stimolo per il futuro. Fatto sta che Bovisio Masciago ha...
Il corso per reclutare nuovi volontari della Protezione civile ha fatto il botto: ben 83 partecipanti. Ma la città di Seveso, purtroppo, ha ben poco da esultare. Fanalino di coda tra i cinque Comuni che hanno promosso l'iniziativa con solo 9 persone che hanno mostrato interesse per questa attività di volontariato e che, non necessariamente, decideranno poi di entrare nell'associazione. I numeri sono impietosi. Speriamo possano essere da stimolo per il futuro. Fatto sta che Bovisio Masciago ha registrato 38 partecipanti, Meda 20, Cesano Maderno 17, Varedo 12. Seveso soltanto 9. La medaglia ha due facce. Una, quella negativa, è che altre realtà limitrofe anche più piccole sono state capaci di attirare un numero maggiore di partecipanti. Forse perché l'attività di comunicazione è stata più efficace, forse perché sono state più toccate dalla nota esondazione avvenuta nella notte tra il 7 e l'8 luglio, cosa che potrebbe aver spinto un numero maggiore di persone a rimboccarsi le maniche e a fare il corso. Vediamo anche il lato positivo. A parte lo stimolo per il futuro perché si possa diffondere sempre di più la cultura della Protezione civile in città, è anche vero che qualcuno in più (non sappiamo se i nove, dopo la primo incontro obbligatorio, hanno deciso di partecipare tutti al corso) è disposto ad avvicinarsi a questo settore. Occorre continuare a dare stimoli e continuare sulla strada intrapresa da qualche mese di rendere il corpo cittadino della Protezione civile sempre più qualificato. Forse non dà risultati nell'immediato, ma quando la gente capirà che il volontario non è l'uomo che deve rimanere dietro alla transenna alle manifestazioni, forse si avvicinerà qualcuno in più.
Gaetano Carro :
Non c'è da meravigliarsi se Seveso è fanalino di coda nella vita associativa. Noi abitanti di Seveso abbiamo cessato di essere un’ASSOCIAZIONE, una COMUNITA’, dopo la battaglia vinta nel 1976/1977 contro la Regione Lombardia (ora si vendica?) per impedire la costruzione del forno per incenerire la diossina dell’Icmesa. Se fossimo rimasti una COMUNTA’, la Regione Lombardia avrebbe dovuto spendere i 62 miliardi di lire della transazione diossina per risolvere i problemi scaturenti da quel disastro, e non farne uso a suo piacimento, dando il contentino del carrozzone FLA per imbarcare i devoti della greppia; se fossimo rimasti una COMUNITA’, la Regione Lombardia non si sarebbe appropriato il nostro centro città per trasformarlo in stazionamento treni, cantiere, discarica, officina a cielo aperto e i PL quasi sempre chiusi; se fossimo rimasti una COMUNITA’, la Regione Lombardia non avrebbe assoldato camaleontici figuri e tirapiedi politicanti di Seveso, senza i quali, a quest’ora, avremmo la ferrovia interrata come da PRG del 1972 e promesse del 1998. Conclusione: se fossimo rimasti una COMUNITA’, non saremmo diventati lo zerbino della Regione Lombardia! | lunedì 04 maggio 2015 12:00 Rispondi