Seveso, fusione Bea-Cem: dal Pd cittadino arriva il no
O si rinvia l'assemblea dei soci in attesa di chiarire tutti i dettagli e i benefici dell'operazione, oppure il sindaco
Paolo Butti voterà contro alla fusione tra Bea e Cem per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. E' questo il mandato che il Consiglio comunale ha conferito al primo cittadino con la seduta di ieri, lunedì 15 dicembre, convocata d'urgenza. Il motivo di tanta fretta è molto semplice: Seveso e altre tre amministrazioni comunali, dopo aver ricevuto la let...
O si rinvia l'assemblea dei soci in attesa di chiarire tutti i dettagli e i benefici dell'operazione, oppure il sindaco
Paolo Butti voterà contro alla fusione tra Bea e Cem per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. E' questo il mandato che il Consiglio comunale ha conferito al primo cittadino con la seduta di ieri, lunedì 15 dicembre, convocata d'urgenza. Il motivo di tanta fretta è molto semplice: Seveso e altre tre amministrazioni comunali, dopo aver ricevuto la lettera di convocazione dell'assemblea dei soci di Brianza Energia Ambiente, hanno chiesto il rinvio per poter esaminare in modo più preciso tutta la questione chiedendo anche la possibilità di far approfondimenti. Visto che non è arrivata nessuna comunicazione sul rinvio, ritenendo quindi fissata l'assemblea per questo giovedì 18 dicembre, Butti ha chiesto di convocare il Consiglio comunale per sapere come porsi nell'assemblea. La linea dettata dal Pd, in netto contrasto con l'urgenza e la decisione che il partito sta dimostrando a livello provinciale, è stata molto chiara: in assemblea bisogna chiedere un nuovo rinvio. Se non viene concesso, allora il voto da esprimere sarà contrario all'operazione poiché decisioni di questo tipo non sono da assumere a cuor leggere in assenza di elementi che facciano comprendere meglio i termini della fusione. "Il Partito Democratico di Seveso - spiega
Roberto Fumagalli, coordinatore del circolo cittadino nonché consigliere comunale di maggioranza - non può esprimere pareri in merito agli aspetti economici della bozza di accordo tra Bea e Cem perché, a nostro parere, non sono stati forniti da Bea elementi sufficienti per valutare gli aspetti economici di uno scambio di azioni con Cem. Le valutazioni economiche sui beni pubblici vanno fatti con una trasparenza assoluta, da società esterne e non coinvolte direttemente dalla fusione. Rimane la nostra preferenza, nella gestione dell'intero ciclo dei rifiuti, per i soggetti pubblici perchè sono più portati a valutare le conseguenze ambientali di ogni scelta rispetto alla logica del profitto ad ogni costo che qualche soggetto privato insegue anche a danno dell'ambiente. Così come preferiremmo che le competenze acquisite da Gelsia (come ad esempio la recente sperimentazione con microchip che porterà la raccolta differenziata a Seveso a sfiorare l'80%) possano partecipare al processo di aggregazione che si sta discutendo. Non per creare l'ennesimo "carrozzone" pubblico ma per aumentare l'efficienza del sistema (nel massimo rispetto dell'ambiente) al fine di girare il risparmio ai cittadini". La mozione ha visto il voto favorevole anche del consigliere di minoranza
Natale Alampi (Tallarita per Seveso) che ha espresso la sua contrarietà nei confronti dell'operazione e che, pertanto, vede di buon grado un rinvio o un passo indietro. Astenuto invece
Daniele Tagliabue (Sevesoviva), che comunque non comprende lo spirito dell'accordo tra le due società "se non per un aumento di rifiuti da conferire al nostro inceneritore. Per il resto credo che Cem non abbia competenze per migliorare i processi industriali di Bea. Inoltre con l'accordo avremo maggiori costi a causa della notevole distanza da percorrere per il trasporto dei rifiuti dall'est Milano a Desio. Con l'operazione Bea può scivolare in un percorso di ampliamento del forno quando, al contrario, vorremmo una riduzione della sua attività. Astenuti, infine, anche
Diego Tavecchio e
Roberto Pagani (Seveso nel cuore) che hanno puntato il dito sulle divisioni del Partito Democratico a livello provinciale: " Su 11 Comuni, 4 hanno chiesto di aspettare. La voce andava ascoltata. L'idea di una società unica per il ciclo integrato è condivisa da tutto il Pd, il modo di arrivarci evidentemente no. Comunque la mozione sevesina è inutile, visto che il treno è già partito e la delibera passerà comunque". "Abbiamo poche possibilità - ha condiviso Butti - perché questi quattro Comuni sommano il 26% delle azioni. Personalmente, condividendo la necessità di una società pubblica per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, ritengo più opportuno il coinvolgimento anche di Gelsia nell'accordo".
Paolo Butti voterà contro alla fusione tra Bea e Cem per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. E' questo il mandato che il Consiglio comunale ha conferito al primo cittadino con la seduta di ieri, lunedì 15 dicembre, convocata d'urgenza. Il motivo di tanta fretta è molto semplice: Seveso e altre tre amministrazioni comunali, dopo aver ricevuto la lettera di convocazione dell'assemblea dei soci di Brianza Energia Ambiente, hanno chiesto il rinvio per poter esaminare in modo più preciso tutta la questione chiedendo anche la possibilità di far approfondimenti. Visto che non è arrivata nessuna comunicazione sul rinvio, ritenendo quindi fissata l'assemblea per questo giovedì 18 dicembre, Butti ha chiesto di convocare il Consiglio comunale per sapere come porsi nell'assemblea. La linea dettata dal Pd, in netto contrasto con l'urgenza e la decisione che il partito sta dimostrando a livello provinciale, è stata molto chiara: in assemblea bisogna chiedere un nuovo rinvio. Se non viene concesso, allora il voto da esprimere sarà contrario all'operazione poiché decisioni di questo tipo non sono da assumere a cuor leggere in assenza di elementi che facciano comprendere meglio i termini della fusione. "Il Partito Democratico di Seveso - spiega
Roberto Fumagalli, coordinatore del circolo cittadino nonché consigliere comunale di maggioranza - non può esprimere pareri in merito agli aspetti economici della bozza di accordo tra Bea e Cem perché, a nostro parere, non sono stati forniti da Bea elementi sufficienti per valutare gli aspetti economici di uno scambio di azioni con Cem. Le valutazioni economiche sui beni pubblici vanno fatti con una trasparenza assoluta, da società esterne e non coinvolte direttemente dalla fusione. Rimane la nostra preferenza, nella gestione dell'intero ciclo dei rifiuti, per i soggetti pubblici perchè sono più portati a valutare le conseguenze ambientali di ogni scelta rispetto alla logica del profitto ad ogni costo che qualche soggetto privato insegue anche a danno dell'ambiente. Così come preferiremmo che le competenze acquisite da Gelsia (come ad esempio la recente sperimentazione con microchip che porterà la raccolta differenziata a Seveso a sfiorare l'80%) possano partecipare al processo di aggregazione che si sta discutendo. Non per creare l'ennesimo "carrozzone" pubblico ma per aumentare l'efficienza del sistema (nel massimo rispetto dell'ambiente) al fine di girare il risparmio ai cittadini". La mozione ha visto il voto favorevole anche del consigliere di minoranza
Natale Alampi (Tallarita per Seveso) che ha espresso la sua contrarietà nei confronti dell'operazione e che, pertanto, vede di buon grado un rinvio o un passo indietro. Astenuto invece
Daniele Tagliabue (Sevesoviva), che comunque non comprende lo spirito dell'accordo tra le due società "se non per un aumento di rifiuti da conferire al nostro inceneritore. Per il resto credo che Cem non abbia competenze per migliorare i processi industriali di Bea. Inoltre con l'accordo avremo maggiori costi a causa della notevole distanza da percorrere per il trasporto dei rifiuti dall'est Milano a Desio. Con l'operazione Bea può scivolare in un percorso di ampliamento del forno quando, al contrario, vorremmo una riduzione della sua attività. Astenuti, infine, anche
Diego Tavecchio e
Roberto Pagani (Seveso nel cuore) che hanno puntato il dito sulle divisioni del Partito Democratico a livello provinciale: " Su 11 Comuni, 4 hanno chiesto di aspettare. La voce andava ascoltata. L'idea di una società unica per il ciclo integrato è condivisa da tutto il Pd, il modo di arrivarci evidentemente no. Comunque la mozione sevesina è inutile, visto che il treno è già partito e la delibera passerà comunque". "Abbiamo poche possibilità - ha condiviso Butti - perché questi quattro Comuni sommano il 26% delle azioni. Personalmente, condividendo la necessità di una società pubblica per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, ritengo più opportuno il coinvolgimento anche di Gelsia nell'accordo".
Fuori dal coro PD, allora si può? | ilcapdilimbiate :
[…] Riporto dal sito quibrianza.it […] | lunedì 04 maggio 2015 12:00 Rispondi