Seveso: i profughi provvedono alla manutenzione della scuola
Sono arrivati in città, ospitati da Casa Betania (il centro di Fratel Ettore), e si stanno rimboccando le maniche per essere utili alla comunità. I profughi in questi giorni si stanno occupando della manutenzione delle scuole. Poi rimarranno a disposizione del Comune per interventi sul verde, imbiancature e interventi simili. E' una bella storia quella che arriva dal nostro Comune. Gente che ha lasciato il Paese, anche versando ingenti somme di denaro per essere caricata sui barconi e attrave...
Sono arrivati in città, ospitati da Casa Betania (il centro di Fratel Ettore), e si stanno rimboccando le maniche per essere utili alla comunità. I profughi in questi giorni si stanno occupando della manutenzione delle scuole. Poi rimarranno a disposizione del Comune per interventi sul verde, imbiancature e interventi simili. E' una bella storia quella che arriva dal nostro Comune. Gente che ha lasciato il Paese, anche versando ingenti somme di denaro per essere caricata sui barconi e attraversare il Mare Mediterraneo in questa sorta di 'viaggio della speranza'. Accolti sì, visto che hanno trovato vitto e alloggio, ma non hanno intenzione di rimanere a guardare facendo i parassiti. "L'integrazione - commenta soddisfatto il sindaco
Paolo Butti - passa anche da questo. Noi, termine inteso come comunità sevesina, ci stiamo facendo carico delle loro esigenze. E' un dovere di accoglienza nei confronti di chi ha percorso mezzo mondo per venire qui, tra l'altro senza alcuna prospettiva. Ma è giusto che anche questi ragazzi si chiedano che cosa possono dare a noi. Mentre attendono di sapere se lo status di profugo verrà effettivamente riconosciuto, hanno la possibilità di rendersi utili alla comunità che li ospita". Fatto il progetto, nella mattinata di ieri (giovedì 4) hanno iniziato a prestare la loro opera di volontariato. Saranno impegnati il martedì mattino, il mercoledì pomeriggio e tutto il giovedì. Negli altri momenti della settimana dovranno dedicarsi al corso di alfabetizzazione per imparare l'italiano in modo da integrarsi con la nostra realtà. Il vicesindaco
Giusy Cilia aggiunge che la scelta della loro sistemazione è ricaduta su Casa Betania dopo un'attenta valutazione: "Perché è sì una realtà che si distingue per la sua capacità di accogliere, ma insegna anche le regole ai suoi ospiti. Lì imparano che non tutto viene dato gratuitamente. Queste dieci persone provenienti dal Bangladesh sono qui in maniera controllata e sono attive. Bisogna riconoscere che la Prefettura ha saputo muoversi correttamente, senza gravare sugli enti locali che non devono sostenere alcun costo, coinvolgendo le associazioni che sono più indicate per accogliere questi emgiranti". "Con il Comitato genitori - afferma
Luigia Caria, assessore all'Istruzione - vorremmo affiancare questi ragazzi anche per favorire la loro integrazione. E' un'occasione di mettere due culture a confronto. Ricordo che anche gli italiani possono fare attività di volontariato per il nostro Comune. In questi giorni si stanno occupando della "Rodari" e della "Munari", nei prossimi giorni so che saranno impegnati in via Adua per spostare del materiale e degli arredi da alcune aule". Sindaco e assessori desiderano far capire che non è sfruttamento di queste persone. Non si stanno sostituendo al personale comunale, ma hanno accettato di mettersi a disposizione per aiutare. In questa opera di manutenzione e di aiuto, sono seguiti quotidianamente da Casa Betania, dalla Cooperativa che gestisce il progetto e dal Comune, in questo caso dai Lavori pubblici. Se le scuole tra qualche giorno, al momento dell'apertura, saranno un po' più in ordine, lo si deve anche a loro.
Paolo Butti - passa anche da questo. Noi, termine inteso come comunità sevesina, ci stiamo facendo carico delle loro esigenze. E' un dovere di accoglienza nei confronti di chi ha percorso mezzo mondo per venire qui, tra l'altro senza alcuna prospettiva. Ma è giusto che anche questi ragazzi si chiedano che cosa possono dare a noi. Mentre attendono di sapere se lo status di profugo verrà effettivamente riconosciuto, hanno la possibilità di rendersi utili alla comunità che li ospita". Fatto il progetto, nella mattinata di ieri (giovedì 4) hanno iniziato a prestare la loro opera di volontariato. Saranno impegnati il martedì mattino, il mercoledì pomeriggio e tutto il giovedì. Negli altri momenti della settimana dovranno dedicarsi al corso di alfabetizzazione per imparare l'italiano in modo da integrarsi con la nostra realtà. Il vicesindaco
Giusy Cilia aggiunge che la scelta della loro sistemazione è ricaduta su Casa Betania dopo un'attenta valutazione: "Perché è sì una realtà che si distingue per la sua capacità di accogliere, ma insegna anche le regole ai suoi ospiti. Lì imparano che non tutto viene dato gratuitamente. Queste dieci persone provenienti dal Bangladesh sono qui in maniera controllata e sono attive. Bisogna riconoscere che la Prefettura ha saputo muoversi correttamente, senza gravare sugli enti locali che non devono sostenere alcun costo, coinvolgendo le associazioni che sono più indicate per accogliere questi emgiranti". "Con il Comitato genitori - afferma
Luigia Caria, assessore all'Istruzione - vorremmo affiancare questi ragazzi anche per favorire la loro integrazione. E' un'occasione di mettere due culture a confronto. Ricordo che anche gli italiani possono fare attività di volontariato per il nostro Comune. In questi giorni si stanno occupando della "Rodari" e della "Munari", nei prossimi giorni so che saranno impegnati in via Adua per spostare del materiale e degli arredi da alcune aule". Sindaco e assessori desiderano far capire che non è sfruttamento di queste persone. Non si stanno sostituendo al personale comunale, ma hanno accettato di mettersi a disposizione per aiutare. In questa opera di manutenzione e di aiuto, sono seguiti quotidianamente da Casa Betania, dalla Cooperativa che gestisce il progetto e dal Comune, in questo caso dai Lavori pubblici. Se le scuole tra qualche giorno, al momento dell'apertura, saranno un po' più in ordine, lo si deve anche a loro.
Luca :
Ma se si fanno male sul lavoro chi paga? Con tutte le norme sulla sicurezza che devono rispettare i lavoratori regolari...Sono assicurati? Attendo risposte, grazie | lunedì 04 maggio 2015 12:00 Rispondi