Seveso, il Garante stoppa Butti: illegittima la delibera sull'illuminazione pubblica
Il sindaco
Paolo Butti voleva cambiare l'illuminazione pubblica sul territorio, il Garante della Concorrenza e del Mercato ha voluto far luce sulla sua delibera. Con una conseguenza inaspettata: sarebbero state violate le regole in materia di procedure di appalto procedendo, di fatto, a un'aggiudicazione non legittima dei lavori a Enel Sole. Il parere del Garante, ricevuto in municipio in data 6 marzo, non lascia spazio a dubbi così come si apprende dalle ultime righe:&...
Il sindaco
Paolo Butti voleva cambiare l'illuminazione pubblica sul territorio, il Garante della Concorrenza e del Mercato ha voluto far luce sulla sua delibera. Con una conseguenza inaspettata: sarebbero state violate le regole in materia di procedure di appalto procedendo, di fatto, a un'aggiudicazione non legittima dei lavori a Enel Sole. Il parere del Garante, ricevuto in municipio in data 6 marzo, non lascia spazio a dubbi così come si apprende dalle ultime righe: "Il Comune dovrà comunicare all'Autorità, entro il termine di sessanta giorni dalla ricezione del presente parere, le iniziative adottate per rimuovere la violazione della concorrenza sopra esposta". Un brusco stop, dunque, per il progetto di riqualificazione dell'illuminazione pubblica approvato nella seduta di Consiglio comunale del 21 novembre 2014. Un intervento su vasta scala che avrebbe riguardato 1.538 dei 2.809 punti luce presenti sul territorio cittadino. La spesa prevista era di 630 mila euro ma, con il risparmio annuo di 73 mila euro sul canone, si sarebbe ripagata da sola in nove anni. In più erano previsti risparmi per 210 mila euro all'anno tra canone di manutenzione e consumi energetici inferiori grazie all'introduzione della nuova tecnologia a Led in sostituzione dei corpi a vapore di mercurio o ai vapori di sodio. Sembrava, insomma, un'operazione davvero ben orchestrata. Ma il Garante ha detto no per un motivo molto semplice: "...il Consiglio comunale ha deliberato al contempo di acquistare in via bonaria gli impianti di illuminazione pubblica di proprietà della società Enel Sole Srl presenti nel territorio comunale e di affidare alla stessa società, mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando, i lavori di riqualificazione". Il Garante fa tutta una serie di considerazioni. Innanzitutto osserva che Enel Sole cedendo la proprietà degli impianti "ne perde la disponibilità e, di conseguenza, qualsiasi diritto di esclusiva". E si preoccupa di precisare che neanche la tecnologia è di sua stretta esclusiva, com'era emerso nel dibattito consiliare. Addirittura, a essere pignoli, l'attività da realizzare sul territorio sarebbe poi di competenza di Enel Distribuzione e non di Enel Sole. Nel parere viene inoltre specificato che, sebbene l'aggiudicazione a Enel Sole sia stata giustificata dai risparmi ottenuti, questo non è sufficiente per evitare la procedura di appalto. E la violazione delle regole "conferisce all'operatore che ne beneficia una posizione di vantaggio competitivo anche negli altri mercati di commesse pubbliche e private per la vendita di sistemi di riqualificazione ed efficientamento energetico, alterando di conseguenza la par condicio tra gli operatori".
Paolo Butti voleva cambiare l'illuminazione pubblica sul territorio, il Garante della Concorrenza e del Mercato ha voluto far luce sulla sua delibera. Con una conseguenza inaspettata: sarebbero state violate le regole in materia di procedure di appalto procedendo, di fatto, a un'aggiudicazione non legittima dei lavori a Enel Sole. Il parere del Garante, ricevuto in municipio in data 6 marzo, non lascia spazio a dubbi così come si apprende dalle ultime righe: "Il Comune dovrà comunicare all'Autorità, entro il termine di sessanta giorni dalla ricezione del presente parere, le iniziative adottate per rimuovere la violazione della concorrenza sopra esposta". Un brusco stop, dunque, per il progetto di riqualificazione dell'illuminazione pubblica approvato nella seduta di Consiglio comunale del 21 novembre 2014. Un intervento su vasta scala che avrebbe riguardato 1.538 dei 2.809 punti luce presenti sul territorio cittadino. La spesa prevista era di 630 mila euro ma, con il risparmio annuo di 73 mila euro sul canone, si sarebbe ripagata da sola in nove anni. In più erano previsti risparmi per 210 mila euro all'anno tra canone di manutenzione e consumi energetici inferiori grazie all'introduzione della nuova tecnologia a Led in sostituzione dei corpi a vapore di mercurio o ai vapori di sodio. Sembrava, insomma, un'operazione davvero ben orchestrata. Ma il Garante ha detto no per un motivo molto semplice: "...il Consiglio comunale ha deliberato al contempo di acquistare in via bonaria gli impianti di illuminazione pubblica di proprietà della società Enel Sole Srl presenti nel territorio comunale e di affidare alla stessa società, mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando, i lavori di riqualificazione". Il Garante fa tutta una serie di considerazioni. Innanzitutto osserva che Enel Sole cedendo la proprietà degli impianti "ne perde la disponibilità e, di conseguenza, qualsiasi diritto di esclusiva". E si preoccupa di precisare che neanche la tecnologia è di sua stretta esclusiva, com'era emerso nel dibattito consiliare. Addirittura, a essere pignoli, l'attività da realizzare sul territorio sarebbe poi di competenza di Enel Distribuzione e non di Enel Sole. Nel parere viene inoltre specificato che, sebbene l'aggiudicazione a Enel Sole sia stata giustificata dai risparmi ottenuti, questo non è sufficiente per evitare la procedura di appalto. E la violazione delle regole "conferisce all'operatore che ne beneficia una posizione di vantaggio competitivo anche negli altri mercati di commesse pubbliche e private per la vendita di sistemi di riqualificazione ed efficientamento energetico, alterando di conseguenza la par condicio tra gli operatori".
Luca Allievi :
Un paio di ulteriori precisazioni sulla lettera del Garante: 1) La lettera è stata inviata per conoscenza ai consiglieri solo oggi, 20 marzo, e quindi ben 2 settimane dopo che era arrivata in Comune (6 marzo), alla faccia della trasparenza tanto sbandierata da parte di questa maggioranza! 2) Il Garante, oltre a quanto già riportato nell'articolo, afferma che "... la stessa (motivazione) non appare nemmeno sufficientemente suffragata dalle evidenze disponibili. Infatti, dal dibattito in sede di consiglio comunale è emerso che l'economicità del contratto ... sarebbe, in sostanza, fondata su MERE IPOTESI di risparmio di spesa NON RISCONTRATE DA APPROFONDIMENTI ISTRUTTORI". 3) Il Garante da 60 giorni di tempo al Comune per sanare la questione, altrimenti si attiverà per presentare ricorso entro i 30 giorni successivi. ... e dire che noi lo avevamo detto in consiglio comunale che la presunta economicità del contratto era fondata su MERE IPOTESI di risparmio di spesa NON RISCONTRATE DA APPROFONDIMENTI ISTRUTTORI ... | martedì 05 maggio 2015 12:00 Rispondi