Seveso: la Briantea84 porta Paralympic Emotion alla Gazzetta dello Sport
“Paralympic Emotion” ha avuto la sua presentazione ufficiale nella casa che più gli è consona: la Gazzetta dello Sport. Nella sala intitolata a Indro Montanelli, il libro voluto da Briantea84 per festeggiare i suoi primi 30 anni è stato accolto con l’entusiasmo di una ricca platea. Ospiti d’eccezione la campionessa paralimpica
Martina Caironi, protagonista di uno degli scatti più entusiasmanti del volume, e il direttore della rosea
Andrea Monti, che ha rece...
“Paralympic Emotion” ha avuto la sua presentazione ufficiale nella casa che più gli è consona: la Gazzetta dello Sport. Nella sala intitolata a Indro Montanelli, il libro voluto da Briantea84 per festeggiare i suoi primi 30 anni è stato accolto con l’entusiasmo di una ricca platea. Ospiti d’eccezione la campionessa paralimpica
Martina Caironi, protagonista di uno degli scatti più entusiasmanti del volume, e il direttore della rosea
Andrea Monti, che ha recensito in maniera appassionata la prima opera editoriale che Rizzoli dedica all’argomento. A raccontare il progetto di Briantea84, il presidente
Alfredo Marson, affiancato dal giornalista
Claudio Arrigoni, massimo esperto italiano di paralimpismo. “Lo sport paralimpico va guardato e goduto perché sono gare di una straordinaria intensità – ha tenuto a precisare Andrea Monti – perché sono gare di una straordinaria intensità che ha una dignitià pari alle gari dei normodotati. Guardare la finale di Martina Caironi mi ha fatto restare attaccato al televisore come quella di Bolt. In Italia abbiamo dovuto fare un lungo percorso per capirlo, grazie a un lavoro di pochi entusiasti, perché alla fine lo sport è sport e conta per il risultato, vincere o perdere non è la stessa cosa. Oggi la dimensione dello sport paralimpico è straordinaria. “Il bello di questo libro – ha aggiunto Monti – è che quando noi vediamo gli atleti paralimpici in televisione c’è la focalizzazione sulla disabilità, pensiamo alla piscina dove è la disabilità è esibita e in chi guarda c’è quell’attimo di deconcentrazione, mentre questo libro restituisce tutta una serie di gesti tecnici e sportivi di un dinamismo straordinario. Non c’è dentro pietà o compiacimento, è un libro di sport che parla di sport. Con questo libro posso andare da mio figlio e dirgli ‘sfoglialo e dimmi se a 22 anni col fisico che ti ritrovi saresti capace di fare cose simili’. E nel suo no c’è la meraviglia dello sport paralimpico, che deve essere categorizzato nei nostri cervelli, prima ancora che nei nostri giornali, come grande sport. Questo è un libro di grande sport”. CAIRONI - “E’ un’emozione che mi abbiano dedicato una doppia pagina di questo libro – ha commentato Martina Caironi -, viene ritratto il momento più importate della mia gara, il sorpasso. È bello essere presente in un libro così completo, dove ci sono tutti i campioni delle altre discipline. Mi riporta a quei giorni e soprattutto mi consente di vivere tutte le gare che non ho potuto vedere dal vivo. Qui è tutto stampato e rimarrà per sempre”. Non ha voluto far mancare il suo saluto e la vicinanza a questo progetto anche il presidente del Coni
Giovanni Malagò, che ha incontrato la rappresentanza di atleti di Briantea84 prima dell’inizio dell’evento, accompagnato dal presidente regionale
Pierluigi Marzorati. “L’idea è nata per festeggiare i nostri 30 anni: pensando in grande abbiamo deciso che il modo migliore fosse quello di non celebrare noi stessi, ma raccontare a tutti lo sport paralimpico vissuto ai massimi livelli – ha spiegato Alfredo Marson -. Così abbiamo organizzato la spedizione di Londra nell’agosto del 2012, con tre fotografi molto in gamba che hanno cercato di catturare le immagini più emozionanti, non per mostrare disabili ma il loro gesto sportivo. Briantea84 è questo: voglia di sport paralimpico”. Oltre a Marson, anche i fotografi sono stati a chiamati a spiegare cosa c’è dietro una foto di sport:
Dino Merio,
Andrea Butti e
Marco Brienza hanno dunque raccontato limiti, paure e desideri alla base della loro narrazione per immagini. Foto ma anche storie, come quelle raccolte da Silvia Galimberti. Non didascalie ma spunti, frammenti di vita e di umanità, per farsi incuriosire e appassionare. UN INGLESE IN BRIANZA - “Fantastico, il mio paese era là fuori e voleva che io vincessi – ha ricordato
Ian Sagar, uno dei giocatori della Unipol di basket in carrozzina, che vive vicino a Londra e ha vissuto in prima persona le emozioni dei Giochi Paralimpici del 2012 -. Tutto lo stadio era pieno, più che alle Olimpiadi, ero troppo contento. Il ricordo più bello è il villaggio paralimpico, quando alla mattina ci si trovava tutti a fare colazione, con anche i volontari, si parlava con gente di tutto il mondo, con un the verde, i cookies, che bella esperienza!”. SEVESO-LONDRA - Alla presentazione del libro "Paralympic Emotion" ha partecipato anche l'assessore allo Sport del Comune di Seveso
Roberta Miotto che nel suo intervento ha ribadito l'importanza e il merito di avere sul territorio una società come Briantea84. "Le Paralimpiadi di Londra hanno raccontato l'importanza dello sport per tutti, ma il valore aggiunto di Briantea84 è quello di essere anche una risorsa rivolta ai giovani attraverso i progetti nelle scuole dove ogni studente ha bisogno di aprire la sua mente a esperienze come questa - ha affermato l'assessore Miotto -. Il lavoro di Briantea84 è motivo di orgoglio non solo per i tanti estimatori che seguono le imprese sportive della società, ma per l'intera città di Seveso che ha l'onore di ospitare le partite in quello che è stato definito il palasport ideale per il basket in carrozzina. Da Seveso verso Londra, e ritorno".
Martina Caironi, protagonista di uno degli scatti più entusiasmanti del volume, e il direttore della rosea
Andrea Monti, che ha recensito in maniera appassionata la prima opera editoriale che Rizzoli dedica all’argomento. A raccontare il progetto di Briantea84, il presidente
Alfredo Marson, affiancato dal giornalista
Claudio Arrigoni, massimo esperto italiano di paralimpismo. “Lo sport paralimpico va guardato e goduto perché sono gare di una straordinaria intensità – ha tenuto a precisare Andrea Monti – perché sono gare di una straordinaria intensità che ha una dignitià pari alle gari dei normodotati. Guardare la finale di Martina Caironi mi ha fatto restare attaccato al televisore come quella di Bolt. In Italia abbiamo dovuto fare un lungo percorso per capirlo, grazie a un lavoro di pochi entusiasti, perché alla fine lo sport è sport e conta per il risultato, vincere o perdere non è la stessa cosa. Oggi la dimensione dello sport paralimpico è straordinaria. “Il bello di questo libro – ha aggiunto Monti – è che quando noi vediamo gli atleti paralimpici in televisione c’è la focalizzazione sulla disabilità, pensiamo alla piscina dove è la disabilità è esibita e in chi guarda c’è quell’attimo di deconcentrazione, mentre questo libro restituisce tutta una serie di gesti tecnici e sportivi di un dinamismo straordinario. Non c’è dentro pietà o compiacimento, è un libro di sport che parla di sport. Con questo libro posso andare da mio figlio e dirgli ‘sfoglialo e dimmi se a 22 anni col fisico che ti ritrovi saresti capace di fare cose simili’. E nel suo no c’è la meraviglia dello sport paralimpico, che deve essere categorizzato nei nostri cervelli, prima ancora che nei nostri giornali, come grande sport. Questo è un libro di grande sport”. CAIRONI - “E’ un’emozione che mi abbiano dedicato una doppia pagina di questo libro – ha commentato Martina Caironi -, viene ritratto il momento più importate della mia gara, il sorpasso. È bello essere presente in un libro così completo, dove ci sono tutti i campioni delle altre discipline. Mi riporta a quei giorni e soprattutto mi consente di vivere tutte le gare che non ho potuto vedere dal vivo. Qui è tutto stampato e rimarrà per sempre”. Non ha voluto far mancare il suo saluto e la vicinanza a questo progetto anche il presidente del Coni
Giovanni Malagò, che ha incontrato la rappresentanza di atleti di Briantea84 prima dell’inizio dell’evento, accompagnato dal presidente regionale
Pierluigi Marzorati. “L’idea è nata per festeggiare i nostri 30 anni: pensando in grande abbiamo deciso che il modo migliore fosse quello di non celebrare noi stessi, ma raccontare a tutti lo sport paralimpico vissuto ai massimi livelli – ha spiegato Alfredo Marson -. Così abbiamo organizzato la spedizione di Londra nell’agosto del 2012, con tre fotografi molto in gamba che hanno cercato di catturare le immagini più emozionanti, non per mostrare disabili ma il loro gesto sportivo. Briantea84 è questo: voglia di sport paralimpico”. Oltre a Marson, anche i fotografi sono stati a chiamati a spiegare cosa c’è dietro una foto di sport:
Dino Merio,
Andrea Butti e
Marco Brienza hanno dunque raccontato limiti, paure e desideri alla base della loro narrazione per immagini. Foto ma anche storie, come quelle raccolte da Silvia Galimberti. Non didascalie ma spunti, frammenti di vita e di umanità, per farsi incuriosire e appassionare. UN INGLESE IN BRIANZA - “Fantastico, il mio paese era là fuori e voleva che io vincessi – ha ricordato
Ian Sagar, uno dei giocatori della Unipol di basket in carrozzina, che vive vicino a Londra e ha vissuto in prima persona le emozioni dei Giochi Paralimpici del 2012 -. Tutto lo stadio era pieno, più che alle Olimpiadi, ero troppo contento. Il ricordo più bello è il villaggio paralimpico, quando alla mattina ci si trovava tutti a fare colazione, con anche i volontari, si parlava con gente di tutto il mondo, con un the verde, i cookies, che bella esperienza!”. SEVESO-LONDRA - Alla presentazione del libro "Paralympic Emotion" ha partecipato anche l'assessore allo Sport del Comune di Seveso
Roberta Miotto che nel suo intervento ha ribadito l'importanza e il merito di avere sul territorio una società come Briantea84. "Le Paralimpiadi di Londra hanno raccontato l'importanza dello sport per tutti, ma il valore aggiunto di Briantea84 è quello di essere anche una risorsa rivolta ai giovani attraverso i progetti nelle scuole dove ogni studente ha bisogno di aprire la sua mente a esperienze come questa - ha affermato l'assessore Miotto -. Il lavoro di Briantea84 è motivo di orgoglio non solo per i tanti estimatori che seguono le imprese sportive della società, ma per l'intera città di Seveso che ha l'onore di ospitare le partite in quello che è stato definito il palasport ideale per il basket in carrozzina. Da Seveso verso Londra, e ritorno".