Seveso: "La 'Ndrangheta riusciva a movimentare centinaia di milioni di euro"
"L'organizzazione di
Giuseppe Pensabene era capillare, e riusciva a movimentare centinaia di milioni di euro". Dalle parole di
Ilda Boccassini, procuratore aggiunto che ha scoperchiato il sistema della banca clandestina di Seveso e portato alla custodia cautelare di 40 persone, si ha la dimensione del fenomeno ‘Ndrangheta che ha messo in subbuglio la città di Seveso e, insieme, tutta la Brianza. Alla conferenza stampa tenuta in Questura a Milano sono state ...
"L'organizzazione di
Giuseppe Pensabene era capillare, e riusciva a movimentare centinaia di milioni di euro". Dalle parole di
Ilda Boccassini, procuratore aggiunto che ha scoperchiato il sistema della banca clandestina di Seveso e portato alla custodia cautelare di 40 persone, si ha la dimensione del fenomeno ‘Ndrangheta che ha messo in subbuglio la città di Seveso e, insieme, tutta la Brianza. Alla conferenza stampa tenuta in Questura a Milano sono state pronunciate parole chiare e nette, subito ribattute da tutte le testate giornalistiche e da tutte le agenzie di stampa, ancora in fibrillazione per i risultati dell’operazione Tibet: “In una crisi come quella che sta attraversando il nostro Paese, e il resto del mondo, le organizzazioni criminali mettono il loro potenziale militare e i loro capitali a disposizione di una classe imprenditoriale con il pelo sullo stomaco”. Un nuovo modo di operare per la ‘Ndrangheta, stando a quanto affermato dal sostituto procuratore
Giuseppe D’Amico, che non parla più di una criminalità organizzata armata (“anche se la violenza veniva comunque esercitata per intimidire”), bensì più dedita alle operazioni finanziarie: “In questo modo – le parole di D’Amico - prospera la banca clandestina di Seveso, localizzata all'inizio in un locale cosi' misero da essere soprannominato "il tugurio". La banca della 'ndrangheta effettua principalmente tre tipi di operazioni, tutte rivolte all'imprenditoria brianzola: usura in senso classico, con tassi fino al 20% che hanno mandato sul lastrico diversi imprenditori, costretti poi a cedere le proprie attivita'; erogazione di credito a imprese 'amiche' completamente controllate dagli stessi 'ndranghetisti, ma soprattutto la compravendita di denaro". Ovvero aiuti alle imprese brianzole sotto forma di fondi neri creati con l’erogazione di denaro, riconsegnato dagli imprenditori con assegni e trasferimenti dietro una provvigione del 5%, comunque inferiore alla tassazione statale. "Questo sistema criminale finanziario - conclude
Alessandro Giuliano, a capo della Squadra Mobile di Milano - sarebbe impossibile senza l'appoggio di ambienti che non appartengono all'organizzazione, in particolar modo imprenditori e funzionari pubblici".
Giuseppe Pensabene era capillare, e riusciva a movimentare centinaia di milioni di euro". Dalle parole di
Ilda Boccassini, procuratore aggiunto che ha scoperchiato il sistema della banca clandestina di Seveso e portato alla custodia cautelare di 40 persone, si ha la dimensione del fenomeno ‘Ndrangheta che ha messo in subbuglio la città di Seveso e, insieme, tutta la Brianza. Alla conferenza stampa tenuta in Questura a Milano sono state pronunciate parole chiare e nette, subito ribattute da tutte le testate giornalistiche e da tutte le agenzie di stampa, ancora in fibrillazione per i risultati dell’operazione Tibet: “In una crisi come quella che sta attraversando il nostro Paese, e il resto del mondo, le organizzazioni criminali mettono il loro potenziale militare e i loro capitali a disposizione di una classe imprenditoriale con il pelo sullo stomaco”. Un nuovo modo di operare per la ‘Ndrangheta, stando a quanto affermato dal sostituto procuratore
Giuseppe D’Amico, che non parla più di una criminalità organizzata armata (“anche se la violenza veniva comunque esercitata per intimidire”), bensì più dedita alle operazioni finanziarie: “In questo modo – le parole di D’Amico - prospera la banca clandestina di Seveso, localizzata all'inizio in un locale cosi' misero da essere soprannominato "il tugurio". La banca della 'ndrangheta effettua principalmente tre tipi di operazioni, tutte rivolte all'imprenditoria brianzola: usura in senso classico, con tassi fino al 20% che hanno mandato sul lastrico diversi imprenditori, costretti poi a cedere le proprie attivita'; erogazione di credito a imprese 'amiche' completamente controllate dagli stessi 'ndranghetisti, ma soprattutto la compravendita di denaro". Ovvero aiuti alle imprese brianzole sotto forma di fondi neri creati con l’erogazione di denaro, riconsegnato dagli imprenditori con assegni e trasferimenti dietro una provvigione del 5%, comunque inferiore alla tassazione statale. "Questo sistema criminale finanziario - conclude
Alessandro Giuliano, a capo della Squadra Mobile di Milano - sarebbe impossibile senza l'appoggio di ambienti che non appartengono all'organizzazione, in particolar modo imprenditori e funzionari pubblici".
anna :
tutto perché le banche non aiutano gli imprenditori e ci si autodistrugge | lunedì 04 maggio 2015 12:00 Rispondi