Seveso, l'ora della vergogna: città estromessa dalla Fla
Per l'ufficialità bisogna attendere ancora 48 ore. Ma questo giovedì 12 settembre verrà commesso un grave torto ai danni dell'intera città: il sindaco pro tempore di Seveso non siederà più nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Lombardia per l'Ambiente. E' l'argomento all'ordine del giorno dello stesso CdA che deciderà la riduzione dei suoi componenti: saranno 5 contro i 12 attuali. A fare le valigie, tra i sette, anche il primo cittadino
Paolo Butti e, con lui, t...
Per l'ufficialità bisogna attendere ancora 48 ore. Ma questo giovedì 12 settembre verrà commesso un grave torto ai danni dell'intera città: il sindaco pro tempore di Seveso non siederà più nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Lombardia per l'Ambiente. E' l'argomento all'ordine del giorno dello stesso CdA che deciderà la riduzione dei suoi componenti: saranno 5 contro i 12 attuali. A fare le valigie, tra i sette, anche il primo cittadino
Paolo Butti e, con lui, tutta la città. Scelta inspiegabile, benché possa essere ricondotta a una logica di risparmi, perché la Fla è nata dal caso Seveso, grazie a questo ha trovato finanziamenti, qui ha trovato sede. E ora saluta tutti, chiude la porta alla città, continuerà a lavorare per conto suo collaborando soltanto con la Regione Lombardia. Butti, appresa la notizia, dopo aver convocato una conferenza stampa per esprimere tutto il suo stupore il suo malcontento, ha diffuso questo comunicato:
Il consiglio di amministrazione della Fondazione Lombardia per l’Ambiente discuterà il 12 settembre la modifica dello Statuto che prevede la rideterminazione del numero dei consiglieri - da 12 a 5 - con l’esclusione del Sindaco di Seveso.
Il Comune di Seveso non può naturalmente condividere la proposta di modifica per diverse ragioni. La prima è legata all’Origine della Fondazione che è nata proprio a seguito dell’incidente del 10 luglio 1976 e con la transazione del 19 dicembre 1980 stipulata tra Stato Italiano, Regione Lombardia e Givaudan spa che diede vita alla “Fondazione Uomo Ambiente”, poi Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Dopo tutto il lavoro fatto, appare oltremodo sorprendente, a 37 anni dall’incidente del 10 luglio 1976 e a 27 anni dalla nascita della Fondazione, che il risultato sia la scelta di escludere il Sindaco di Seveso dal Consiglio di Amministrazione. Basterebbe poi rivedere la strada che ha portato alla presenza del Sindaco nel consiglio di amministrazione della Fla per vedere quanto antistorica sia la proposta di esclusione. Ancora nel 1982 (quattro anni prima della sua nascita effettiva!) si parlava di Fondazione “Seveso” e in una delle bozze di Statuto al vaglio delle varie Amministrazioni del tempo si proponevano, quali membri del consiglio di amministrazione, i rappresentanti di Seveso, Meda, Cesano Maderno e Desio, cioè i quattro comuni maggiormente colpiti dall’incidente Icmesa, con l’idea quindi di intensificare maggiormente la relazione con il territorio interessato dalla fuoriuscita della nube tossica di diossina.
Il vincolo dell’Origine non è però l’unico elemento che impedisce di accettare la modifica statutaria proposta. C’è poi la gestione del Centro Studi di Seveso (ora anche sede della Fondazione) laddove nella convenzione del 2002 stipulata tra le parti, alcuni spazi sono messi a disposizione della Città e solo la presenza del Sindaco nel Cda quale rappresentante dell’intera Comunità Sevesina è garanzia del rispetto degli accordi e delle eventuali modifiche di utilizzo che non possono essere decise unilateralmente dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente, ma concordate e verificate insieme in un percorso che dovrà vedere coinvolto l’intero Consiglio Comunale visto che fu il Consiglio all’epoca ad approvare la convenzione.
Appare infine incomprensibile la vera ragione per cui viene escluso il sindaco di Seveso dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Lombardia per l’Ambiente. La legittima e necessaria riduzione dei costi può essere praticata con la rideterminazione o l’eliminazione del gettone di presenza per i Consiglieri. E se anche la decisione di ridurre a 5 il numero dei componenti del consiglio di amministrazione fosse motivata da una non limpida, almeno agli occhi del Comune di Seveso, ragione di govenance, non si comprende cosa sia successo da febbraio 2013 a settembre 2013 visto che, nel verbale del consiglio di amministrazione del 15 febbraio alla proposta di modifica dello Statuto, l’articolo 4 manteneva la presenza del Sindaco del Comune di Seveso. Un rapporto di lealtà e rispetto reciproco fra gli Enti avrebbe voluto, quantomeno, l’apertura di un tavolo di confronto. E non può trovare giustificazione il legittimo vincolo di segretezza che hanno i componenti del Consiglio, visto che la modifica statutaria proposta va contro l’interesse di tutta la Città di Seveso e che l’attuale amministrazione comunale ha fatto della trasparenza uno dei capisaldi che guideranno l’azione di governo nei prossimi cinque anni.
Il Comune di Seveso ribadisce la ferma e assoluta contrarietà alla proposta di modifica statutaria che andrà in discussione il 12 settembre prossimo ribadendo che rimane fondamentale la presenza del Sindaco nel Consiglio di Amministrazione della Fla. La Fondazione Lombardia per l’Ambiente deve essere un’opportunità nel e con il territorio in un lavoro da pattuire, costruire e realizzare insieme alla Città. Se così non fosse prevarrebbe quel sentimento di “estraneità”, o peggio di “espulsione” che non gioverebbe, primariamente, alla Fondazione Lombardia per l’Ambiente stessa.
Paolo Butti e, con lui, tutta la città. Scelta inspiegabile, benché possa essere ricondotta a una logica di risparmi, perché la Fla è nata dal caso Seveso, grazie a questo ha trovato finanziamenti, qui ha trovato sede. E ora saluta tutti, chiude la porta alla città, continuerà a lavorare per conto suo collaborando soltanto con la Regione Lombardia. Butti, appresa la notizia, dopo aver convocato una conferenza stampa per esprimere tutto il suo stupore il suo malcontento, ha diffuso questo comunicato:
Il consiglio di amministrazione della Fondazione Lombardia per l’Ambiente discuterà il 12 settembre la modifica dello Statuto che prevede la rideterminazione del numero dei consiglieri - da 12 a 5 - con l’esclusione del Sindaco di Seveso.
Il Comune di Seveso non può naturalmente condividere la proposta di modifica per diverse ragioni. La prima è legata all’Origine della Fondazione che è nata proprio a seguito dell’incidente del 10 luglio 1976 e con la transazione del 19 dicembre 1980 stipulata tra Stato Italiano, Regione Lombardia e Givaudan spa che diede vita alla “Fondazione Uomo Ambiente”, poi Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Dopo tutto il lavoro fatto, appare oltremodo sorprendente, a 37 anni dall’incidente del 10 luglio 1976 e a 27 anni dalla nascita della Fondazione, che il risultato sia la scelta di escludere il Sindaco di Seveso dal Consiglio di Amministrazione. Basterebbe poi rivedere la strada che ha portato alla presenza del Sindaco nel consiglio di amministrazione della Fla per vedere quanto antistorica sia la proposta di esclusione. Ancora nel 1982 (quattro anni prima della sua nascita effettiva!) si parlava di Fondazione “Seveso” e in una delle bozze di Statuto al vaglio delle varie Amministrazioni del tempo si proponevano, quali membri del consiglio di amministrazione, i rappresentanti di Seveso, Meda, Cesano Maderno e Desio, cioè i quattro comuni maggiormente colpiti dall’incidente Icmesa, con l’idea quindi di intensificare maggiormente la relazione con il territorio interessato dalla fuoriuscita della nube tossica di diossina.
Il vincolo dell’Origine non è però l’unico elemento che impedisce di accettare la modifica statutaria proposta. C’è poi la gestione del Centro Studi di Seveso (ora anche sede della Fondazione) laddove nella convenzione del 2002 stipulata tra le parti, alcuni spazi sono messi a disposizione della Città e solo la presenza del Sindaco nel Cda quale rappresentante dell’intera Comunità Sevesina è garanzia del rispetto degli accordi e delle eventuali modifiche di utilizzo che non possono essere decise unilateralmente dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente, ma concordate e verificate insieme in un percorso che dovrà vedere coinvolto l’intero Consiglio Comunale visto che fu il Consiglio all’epoca ad approvare la convenzione.
Appare infine incomprensibile la vera ragione per cui viene escluso il sindaco di Seveso dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione Lombardia per l’Ambiente. La legittima e necessaria riduzione dei costi può essere praticata con la rideterminazione o l’eliminazione del gettone di presenza per i Consiglieri. E se anche la decisione di ridurre a 5 il numero dei componenti del consiglio di amministrazione fosse motivata da una non limpida, almeno agli occhi del Comune di Seveso, ragione di govenance, non si comprende cosa sia successo da febbraio 2013 a settembre 2013 visto che, nel verbale del consiglio di amministrazione del 15 febbraio alla proposta di modifica dello Statuto, l’articolo 4 manteneva la presenza del Sindaco del Comune di Seveso. Un rapporto di lealtà e rispetto reciproco fra gli Enti avrebbe voluto, quantomeno, l’apertura di un tavolo di confronto. E non può trovare giustificazione il legittimo vincolo di segretezza che hanno i componenti del Consiglio, visto che la modifica statutaria proposta va contro l’interesse di tutta la Città di Seveso e che l’attuale amministrazione comunale ha fatto della trasparenza uno dei capisaldi che guideranno l’azione di governo nei prossimi cinque anni.
Il Comune di Seveso ribadisce la ferma e assoluta contrarietà alla proposta di modifica statutaria che andrà in discussione il 12 settembre prossimo ribadendo che rimane fondamentale la presenza del Sindaco nel Consiglio di Amministrazione della Fla. La Fondazione Lombardia per l’Ambiente deve essere un’opportunità nel e con il territorio in un lavoro da pattuire, costruire e realizzare insieme alla Città. Se così non fosse prevarrebbe quel sentimento di “estraneità”, o peggio di “espulsione” che non gioverebbe, primariamente, alla Fondazione Lombardia per l’Ambiente stessa.