Infarto per troppo lavoro, la Cassazione condanna l'azienda
Lavorava ogni giorno a ritmi serrati, anche 11 ore al giorno, portandosi anche il lavoro a casa dove continuava fino a tarda sera pur di raggiungere gli obiettivi che l'azienda gli aveva assegnato. Poi l'infarto che lo ha stroncato. Secondo la Cassazione la responsabilità è dell'azienda, chiamata ora a risarcire la famiglia con un assegno da 850 mila euro. E' accaduto nei giorni scorsi quando si è conclusa la vicenda giudiziaria tra i familiari del lavoratore e la multinazionale del setto del...
Lavorava ogni giorno a ritmi serrati, anche 11 ore al giorno, portandosi anche il lavoro a casa dove continuava fino a tarda sera pur di raggiungere gli obiettivi che l'azienda gli aveva assegnato. Poi l'infarto che lo ha stroncato. Secondo la Cassazione la responsabilità è dell'azienda, chiamata ora a risarcire la famiglia con un assegno da 850 mila euro. E' accaduto nei giorni scorsi quando si è conclusa la vicenda giudiziaria tra i familiari del lavoratore e la multinazionale del setto delle telecomunicazioni che lo aveva assunto. Questa aveva vinto il giudizio in primo grado, poi la Corte d'Appello aveva invece evidenziato correlazioni tra l'infarto e i ritmi lavorativi insostenibili. La Cassazione ha confermato questa tesi sostenendo che l'azienda deve conoscere le modalità attraverso le quali ciascun dipendente svolge il proprio lavoro. La moglie è stata risarcita con 434 mila euro, la figlia con 425 mila euro.